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Argentina racconto del 25 notte
by IMC Italy Sunday, Sep. 01, 2002 at 12:38 AM mail:

raduzione by Viola. Fonte: http://argentina.indymedia.org Un racconto, da Pueyrredòn a Plaza de Mayo. Una relazione di come l'abbiamo vissuto oggi.

Sono le sei del pomeriggio, e qui il cacerolazo e' incominciato già da un po' con tante persone, con le stesse motivazioni e a volte differenti. Ci sono circa 3000 disoccupati che per la seconda volta in una settimana hanno interrotto il ponte Pueyrredòn. Questa volta l'occupazione del ponte sembra una festa; al tramonto, centinaia di persone hanno percorso tutto quanto uno dei due ponti, battendo sul guardaraid per fare il maggior rumore possibile. Altri, in una delle discese, provavano un tipo di ballo popolare al ritmo di tamburi. Famiglie intere , venute da tutta la zona meridionale del Gran Buenos Aires aspettavano che ritornassero coloro che, per la prima volta, erano stati chiamati a contrattare nella Casa Rosada. Quando sono arrivati, mentre tramontava il sole, ed elencavano il "rosario" di promesse rivolto alle migliaia di famiglie di disoccupati -nient'altro che promesse!- , e' cominciata a girare la voce che bisognava andare in Piazza. Quando la colonna dell' Assemblea Popolare di Avellaneda, con circa 1500 manifestanti, ha cominciato a salire il ponte, l'incontro tra i due gruppi e' stato emozionante. Le cacerolas gridavano "Piqueteros Carajos" e i disoccupati gli hanno aperto il passo per rimanere uniti ed avanzare insieme, bandiera a bandiera, al lato di Capital. La confluenza tra i lavoratori e la classe media, che il Governo tanto temeva, stava divenendo realta' . Forse per questo la polizia ha formato un cordone di tre file di fanteria e motociclette per non farci passare. "L'ordine e' di non farvi passare", ci ha detto un commissario di polizia, e quando una donna si e' avvicinata al cordone, hanno sparato il primo colpo, in modo che non ci fossero dubbi. I manifestanti hanno deciso di retrocedere, abbandonando il ponte e lasciandosi dietro di sè un incendio di gomme e legni. Il conflitto si respirava nell'aria; nessuno si sarebbe immaginato che sarebbe potuto succedere qualcosa del genere .Ce ne siamo andati camminando e, quasi per inerzia, ci siamo diretti verso il ponte più vicino; non ci siamo arresi facilmente ed il nostro prossimo obiettivo era quello di arrivare a Plaza de Mayo, dove già si stavano incontrando gli altri manifestanti. L a polizia non ha avuto bisogno di muovere il suo cordone; sicuramente già lo aveva preparato, e quando siamo arrivati alla metà del ponte, ci hanno affrontato un'altra volta: le moto, i cellulari e la tripla fila di polizia a cavallo. Abbiamo arretrato, gridando e cantando con tutte le nostre forze; qualcuno di noi, poi, ha deciso di scappare e arrivare a Plaza de Mayo come avevamo precedentemente deciso. Pochi di noi, facendo "piroette" per passare il cordone, ci siamo lasciati dietro Capital. Mentre ci allontanavamo dal gruppo dei piqueteros, e mano a mano che avanzavamo per l'Avenida Montes de Oca, le strade si alternavano tra il vuoto assoluto e migliaia di gruppi di famiglie intere, che nonostante le prime gocce di pioggia, avanzavano dalla parte di Constitución. Siamo arrivati a Plaza de Mayo. La polizia aveva fatto cordoni dappertutto e le barriere di ferro sono poste ad un metro dal monumento; nessuno oggi scatterà la classica fotografia della gente sul cavallo si San Martín. Nella Piazza, l'atmosfera era diversa rispetto ad altre volte; la cosa che più si notava era la quantità di giovani che c'era li' oggi, a saltare e a gridare: "Che se ne vadano tutti... Che non ne rimanga neanche uno!". Contro la polizia, contro il Governo, contro i giudici! La Piazza era in festa e la pioggia , che ogni tanto ci disturbava, serviva per risollevarci il morale. Quando sono arrivate i manifestanti che venivano da Caballito e la piazza cominciava a riempirsi, la pioggia e' diventata torrenziale, quasi come se volesse aiutare il governo. La protesta e' continuata sotto la pioggia; a nessuno importava di bagnarsi e le inclemenze del tempo sembravano incentivare tutti i manifestanti a cantare più forte che mai! Il "cacerolazo hidrico", il primo convocato in forma organizzata e con una campagna contro il governo ed i mass media che annunciavano una "notte di caos", e' stato un vero e proprio successo! Quando le file di manifestanti hanno cominciato a ritirarsi e piccoli gruppi si sono rifugiati sotto i ponti, sulle scale della cattedrale o nella banca ipotecaria, tutto sembrava che stesse finendo...A noi che eravamo rimasti li', aspettando che spiovesse, ci ha sorpreso vedere arrivare l'Assemblea Belgrado-Nunez, con più di 1500 persone. "Se fossero arrivati prima. o se non avesse piovuto, avremmo rivoltato la piazza!", commentava un uomo anziano, mentre cercava di non bagnarsi di nuovo. La colonna di Belgrano e' arrivata alle valli per mostrare che era li' e, subito dopo, ha incominciato a disperdersi per il diluvio. Poi e' rimasto solo un gruppo di mille persone, o forse anche meno, quando la polizia ha incominciato a reprimere, dalla Diagonale Sud. Senza che ci fosse niente o nessuno per provocarlo, sono volati i primi lacrimogeni e le prime pallottole di gomma, con le prime cariche. Subito dopo, mentre i giornalisti si mettevano le loro solite maschere antigas, gruppi di giovani hanno cercato di difendersi. I poliziotti hanno fatto finta di ritirarsi, ma poi sono tornati alla carica, finche' la polizia motorizzata ha fatto la sua entrata in scena tirando lacrimogeni e pallottole di gomma dovunque. Due amici hanno cercato di prendere un terzo amico ferito ad una gamba, perchè non poteva camminare. Un uomo più anziano si lamentava per il dolore provocatogli da una pallottola nel petto ed una nella gamba, ed altri recuperavano i lacrimogeni che nessuno ha saputo spiegare perché avessero tirato. Quello che era stato chiamato il "Giorno D" o la "Ribellione Finale" non sarebbe potuto finire in un altro modo. Alcuni di quelli che erano rimasti indietro erano corsi verso Avenida de Mayo. Altri si sono rifugiati in Avenida Florida, e tanti altri ancora nella Piazza e nella Cattedrale. Durante i primi arresti, c'erano giovani trascinati per terra. Sono stati confermati 40 arresti, e gruppi di giovani sono ancore nel Cabildo e nel Congresso, rifiutandosi di uscire. La quantità di polizia e' esagerata, l'atmosfera e' tesa ed e' probabile che ci saranno nuovi arresti. Sembra che sarà una lunga notte in cui molti non riusciranno a dormire. Forse neanche il Presidente Duhalde. Infatti, nonostante la campagna diffamatoria, le intimidazioni della polizia e la pioggia, oggi le dimostrazioni di scontento di massa hanno dato uno dei primi grandi colpi al suo breve mandato.

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