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La Vergine Maria e la fecondazione assistita
by simona Monday, May. 16, 2005 at 12:12 AM mail:

Ovvero la guerra tra le donne e il dictat del Vaticano. E io mi "sbattezzo" di Ennio Montesi

La Vergine Maria, se vivesse ai giorni nostri, si sottoporrebbe alla fecondazione assistita? Parto da questa domanda scivolosissima e, senza temere di cadere, vado avanti impavido. Sto scrivendo ma è come se parlassi con me stesso e quando uno parla con se stesso pensa e dice fra sé le cose più vere che gli escono dall’animo. La Vergine Maria fu donna e ha avuto un bambino di nome Gesù.

La Vergine Maria se fosse una donna come tante altre dell’Anno Domini 2004 andrebbe a fare la Fivet (Fecondation in vitro and embryo transfer) o Icsi (Intracytoplasmic sperm injection)? La Madonna si sottoporrebbe, se avesse bisogno, a una delle tecniche, sì o no? Chi alza la mano per rispondere? Questa domanda mi gira in testa da mesi e ho deciso di scrivere questo articolo percorrendo a ritroso qualche concetto insito nella specie umana. A volte i concetti sembrano scontati quando invece non lo sono affatto. Lo stesso dicasi per i dogmi che i custodi cattolici cercano di continuo di imbrigliare e tenere all’interno del proprio recinto religioso e ideologico, ma qualche volta questi dogmi scappano via recalcitrando al controllo e non li ferma più nessuno. Questo attorno alla fecondazione assistita è proprio uno di quei dogmi lazzaroni che non si riescono, ahimè, a tenere a freno.

Giovedì 22 maggio 2003 Giovanni Paolo II lanciò un allarme sulla fecondazione assistita prendendo a prestito le parole di Madre Teresa di Calcutta:

«La venerabile Madre Teresa di Calcutta (...) ebbe il coraggio di affermare di fronte ai responsabili delle Comunità politiche: “Se accettiamo che una madre possa sopprimere il frutto del suo seno, che cosa ci resta? L’aborto è il principio che mette in pericolo la pace nel mondo”. E' vero! Non può esserci pace autentica senza rispetto della vita, specie se innocente e indifesa qual è quella dei bambini non ancora nati. Un’elementare coerenza esige che chi cerca la pace difenda la vita. Nessuna azione per la pace può essere efficace se non ci si oppone con la stessa forza agli attacchi contro la vita in ogni sua fase, dal suo sorgere sino al naturale tramonto. Il vostro, pertanto, non è soltanto un Movimento per la Vita, ma anche un autentico Movimento per la pace, proprio perché si sforza di tutelare sempre la vita».

Nel messaggio di Giovanni Paolo II è insita, con estrema chiarezza, la volontà di spinta di aggregazione e di schieramento contro la fecondazione assistita. Per Giovanni Paolo II è basilare coagulare le varie frange delle forze cattoliche e politiche attorno all’oggetto della fecondazione assistita sbandierandolo e riducendolo solo fine a se stesso. Egli chiama in causa il Parlamento italiano a prendere netta posizione e a non perdere tempo e fare subito una legge. Giovanni Paolo II continua:

«Consapevoli della necessità di una legge che difenda i diritti dei figli concepiti, come Movimento vi siete impegnati di ottenere dal Parlamento italiano una norma rispettosa, il più concretamente possibile, dei diritti del bambino non ancora nato, anche se concepito con metodiche artificiali di per sé moralmente inaccettabili. Colgo l'occasione per auspicare che si concluda rapidamente l'iter legislativo in corso e si tenga conto del principio che tra i desideri degli adulti e i diritti dei bambini ogni decisione va misurata sull'interesse dei secondi».

Il Parlamento italiano reagisce presto in maniera positiva all’“invito” di Giovanni Paolo II di mettere in campo una legge e, apparentemente, sembra che la comunità cattolica abbia vinto la propria guerra sulla fecondazione assistita avendo dalla loro ormai una legge. Tuttavia, la loro è solo la vincita di una battaglia di Pirro. Poiché la guerra vera non è ancora nemmeno iniziata. Molti parlamentari - a prescindere dallo schieramento politico di appartenenza - storcono il naso e alcuni pure la bocca in merito alla legge che dovrebbe dettare regole sulla procreazione a tutti gli Italiani. Un numero rilevante di deputati - benchè siano essi stessi anche i firmatari - accettano solo sulla carta non potendo schierarsi apertamente e pubblicamente contro il dictat del Vaticano. Andare in opposizione dell’“invito” del Vaticano di certo è contro gli interessi politici e di ricandidatura di tanti parlamentari. “Va bene, avallo la proposta di legge” dice tra sé il parlamentare, “poi qualcuno di sicuro penserà di farci sopra il referendum per abrogare la legge. Io intanto faccio vedere al Vaticano che sono d’accordo con la sua linea. Ma figurati se soprattutto le donne accetteranno questa proposta di legge talebana, vedrai che battaglia ne uscirà fuori”. LLuoa bocca una legge e ideoloiziata. co di appartenenza - anche i firmatariè solo la vincita di una battaglia. a sottile e forte sudditanza tra politica e clero non lascia posto a scelte politiche, culturali ed etiche, libere e personali. I parlamentari più legati alle matrici cristiano cattoliche ci mettono nulla a seguire l’invito di Giovanni Paolo II, anzi, è per essi un momento politico utile di coagulazione sotto un medesimo tetto.

Esiste un motivo del perché il Vaticano è contro la fecondazione assistita? Risponderò più avanti a questa domanda.

A grattare bene le scritture definite sacre, compresi i Vangeli Apocrifi, la Vergine Maria è stata fecondata dall’angelo con una serie di “preghiere, di processi mentali e spirituali”, ma sempre processi erano che avevano a che vedere, in ultimo, esattamente con la fecondazione della donna.

“Ed ecco un angelo del Signore si presentò davanti a lei e le disse: - Non aver paura Maria: infatti hai trovato favore presso il Signore di tutte le cose, e concepirai per opera della sua parola. Udendo queste parole, ella rimase perplessa dentro di sé e domandò: “Concepirò io dunque per opera del Signore il Dio vivente, e partorirò come partorisce una donna?”. Protovangelo di Giacomo, vangeli dell’infanzia, XI, 2.

A questo punto l’accostamento con la Vergine Maria alla fecondazione assistita viene naturale da pensare. Le simbologie, le immagini e i segni si sovrappongono senza sforzo, ma anzi, combaciano perfettamente. Le varie spiritualità messe in gioco creano un momento di forte astrazione e di fuori fuoco dalla realtà concreta suscitata dagli spermatozoi maschili e dall’ovulo femminile, ma l’immagine di una donna fecondata appare molto nitida. E’ dunque proprio la figura della Vergine Maria e del suo iter di concepimento, che danno alla fecondazione assistita l’accettazione benevola che merita. Forse a pochi è noto (dato che i clerici evitano di parlarne) che Gesù avesse quattro fratelli e diverse sorelle, sempre figli naturali della stessa Vergine Maria che sono stati concepiti e partoriti in maniera normale, cioè senza l’ausilio dell’angelo, ma figli di Giuseppe e Maria e da loro concepiti con rapporto sessuale come una qualsiasi altra coppia di sposi. I fratelli carnali di Gesù si chiamavano Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda.

«I parenti di Gesù. E uno gli disse: “Ecco, tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori e desiderano parlarti”. Ma egli, rispondendo a chi gli aveva parlato, disse: “Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?”. Poi, stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli. Perché chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è mio fratello e mia sorella e mia madre”». Matteo 12, 47-50.

«Gesù a Nazareth. “…Non è egli forse il figlio del falegname? Sua Madre non si chiama Maria, e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? Le sue sorelle non sono tutte fra noi? Di dove, dunque, vengono a costui tutte queste cose?”». Matteo 13, 55-56.

Spingendosi oltre, è possibile affermare che la simbologia è quella di un Gesù Cristo concepito proprio grazie a un processo molto vicino e sorprendentemente simile a quello di una fecondazione assistita. Nulla di scandaloso né di blasfemo a guardare e rivalutare l’immagine di Gesù Cristo da questa nuovissima prospettiva che invito a riconsiderare e a discutere anche da parte del Vaticano stesso, figura di Gesù che non esito a rilanciare. Alla Vergine e giovane Maria, sposata con Giuseppe, l’angelo annuncia che avrà un bambino. Ed ecco intervenire l’elemento della fecondità in questo caso “spirituale” identico oggettivamente al processo di fecondazione assistita come è conosciuto oggi. Concepimento spirituale e fecondazione assistita si fondono in un disegno unico e moderno. E ancora, la presenza dell’angelo che “assiste” Maria e la rassicura che tutto andrà bene, è un ulteriore elemento simbolico del concatenarsi dal quale trarre ulteriori analogie e considerazioni. Nell’Antico Testamento ricordiamo la storia di Abraamo e di sua moglie Sara, storia di una coppia sterile. In quell’epoca c’era l’usanza, per sopperire alla sterilità femminile, di far accoppiare il consorte con la propria schiava. Abraamo, con il benestare di sua moglie, si congiunse sessualmente con Agar, giovane schiava egiziana di Sara, la quale dopo nove mesi partorì Ismaele. Ecco quindi l’uso di mediazione della pratica dell’utero in affitto. Se ai tempi di Abraamo fosse esistita la tecnica della fecondazione assistita, sicuramente Sara sarebbe ricorsa a questa piuttosto che mandare al letto il marito con un’altra donna! Dopo anni che Agar partorì Ismaele, Dio intervenne su Sara “rendendola feconda” così che lei potesse finalmente partorire suo figlio Isacco.

Credo che non verrò bruciato sul rogo dall’Inquisizione e dagli intellettuali gesuiti se affermassi, senza esitare, che la gravidanza della Vergine Maria potrebbe essere identificata e sollevata proprio come caso emblematico ed eclatante di fecondazione assistita, assistita dalle cure dell’angelo. Leggendo bene le scritture sembra quasi un uovo di Colombo, tanto appaiono efficaci, fondati e fusi tra loro gli accostamenti.

Jaques Cohen, direttore dell’Istituto di Medicina Riproduttiva Assistita a St. Barnas nel New Jersey, è il pioniere della fecondazione assistita primo a mettere in atto le tecniche di micromanipolazione, con strumenti capaci di operare su ovociti, sperma ed embrioni, che hanno portato all’elaborazione e all’applicazione di metodi come l’Icsi, impiegata oggi in tutto il mondo per permettere anche agli uomini che producono poco sperma di procreare. Sentiamo il commento di Jaques Cohen:

«Molti, e tra questi coloro che hanno scritto la vostra legge sulla fecondazione assistita, considerano quella dell’embrione una vita da tutelare. Ma questo è bizzarro. Se chiediamo a uno scienziato cos’è la vita, ci sa rispondere, anche se magari la risposta di oggi potrà apparire poco precisa in futuro. Ma se chiediamo quando inizia la vita, allora non otterremo una risposta scientifica, ma solo opinioni personali. Io per esempio, penso che la vita inizi quando il feto prende le sembianze umane, intorno alla ottava settimana, ma è solo la mia opinione. La Bibbia non parla di sperma e ovuli, non parla di congelamento. La legge spesso vuole stabilire una volte per tutte il momento originario della vita, quando nessuno sa quale sia. Per me sono molti i momenti nel ciclo riproduttivo di una cellula che sono meravigliosi e meritano il nostro rispetto. Ma non si può dire esattamente quale sia il più meraviglioso o importante».

La Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) sottolinea:

«Negli ultimi tempi le gerarchie vaticane non si limitano a rendere note le proprie opinioni, indirizzandole ai propri fedeli: intervengono, continuamente e deliberatamente, sulla scena politica al fine di ottenere quanto da loro richiesto, affinché sia applicato a tutta la popolazione. All’estero questo interventismo ha già suscitato polemiche: in Germania il Vaticano è intervenuto per vietare ai consultori cattolici il rilascio del certificato necessario per legge per abortire. In Polonia, il governo filo-papale ha nuovamente limitato l’interruzione di gravidanza, ripristinata nel 1993 dal precedente governo. I vescovi sono anche intervenuti affinché la carta dei diritti fondamentali dei cittadini dell’Unione Europea contenesse un articolo sul «rispetto del diritto alla vita dal suo inizio alla sua fine naturale», al fine di rendere illegali le leggi nazionali su aborto ed eutanasia. La legge 194 fu approvata, non a caso, in un momento di transizione e di relativa debolezza del Vaticano (Paolo VI, molto malato, sarebbe morto dopo poche settimane): con l’attuale papa, e con la sua capacità di far rigar dritto i politici, cattolici e non, probabilmente non sarebbe mai stata approvata. La strategia cattolica è molto semplice, ed è spudoratamente esplicita: anzitutto, nell’ambito della legge sulla fecondazione, far passare il concetto che «l’embrione è una persona». Ottenuto ciò si aprirebbe infatti un conflitto con l’articolato della 194, per cui si sarebbe «costretti» ad intervenire anche su quest’altra legge, per modificarla in un senso ovviamente più restrittivo, se non per abolirla. La sterilità di coppia in Italia raggiunge oramai cifre da brivido: oltre una coppia su cinque non è in grado di assicurarsi una discendenza, una percentuale che tende ad aumentare di anno in anno. Con queste premesse, già oggi ben 300 strutture italiane praticano la fecondazione assistita: si stima che tra le 50.000 e le 70.000 coppie si rivolgano a questi centri, e che oltre 100.000 siano i pre-embrioni custoditi nei criocongelatori. Stiamo quindi parlando di un fenomeno di massa, che come tale deve essere considerato. Le tesi cattoliche sono facilmente smontabili. Moralmente possono pensarla come vogliono e giudicare anche ininfluente il parere della scienza, resta il fatto che queste tesi sono rivolte solo alla popolazione cattolica (circa il 17% della popolazione mondiale e l’80% - nominale - di quella italiana), e non si capisce per quale motivo dovrebbero essere applicate a tutta la popolazione: nessuno, ovviamente, si è mai sognato di imporre tali pratiche a donne e coppie non consenzienti. La fecondazione artificiale è una libera scelta e pertanto uno stato laico non deve basarsi sulla morale di una parte della sua popolazione per frapporre divieti ad una pratica volta, fino a prova contraria, a superare i problemi di sterilità e di infertilità di una coppia. Alla stessa stregua vanno considerate le obiezioni secondo cui la fecondazione eterologa minerebbe la stabilità della famiglia: statistiche USA mostrano dati che vanno nella direzione diametralmente opposta sia per quanto riguarda la solidità della coppia sia per quanto riguarda la cura nei confronti dei bambini. La decisione di accedere a questa pratica non è mai facile e, si presume, vagliata anche alla luce di queste problematiche: le medesime considerazioni possono valere per le responsabilità che si assume il padre o la madre prestando il suo consenso (identiche, del resto, nel caso dell’adozione). Quanto alla (eventuale) sofferenza che proverebbe il bambino nel non conoscere il padre o madre biologici, è agevole constatare come tali difficoltà siano riscontrabili, anche in questa circostanza, nel caso dell’adozione. L’alternativa per il bambino è tra il non nascere ed il nascere attraverso l’AID (Artificial insemination by donor) cioè fecondazione artificiale eterologa: difficile quindi individuare un danno in questo. Sulle donne sole e/o lesbiche che intenderebbero accedere all’AID, alle quali una certa corrente di pensiero (soprattutto cattolica) non vorrebbe concedere tale possibilità, si può rilevare come, nella stragrande maggioranza dei casi, esse potrebbero comunque raggiungere lo scopo anche attraverso una rapporto eterosessuale tradizionale: dovremmo quindi vietare anche queste gravidanze? Dovremmo conseguentemente considerare illecito il figlio di una ragazza madre? Un discorso valido, a maggior ragione, per l’inseminazione post-mortem. Per finire, un’osservazione sulla fecondazione di donne anziane. Chi è contrario basa la propria opinione sulla minore speranza di vita delle stesse: secondo la logica sottintesa, le stesse persone dovrebbero essere contrarie a che malate terminali portino a termine la gravidanza. In definitiva, bisogna considerare la fecondazione assistita un nuovo metodo riproduttivo, alternativo a quello tradizionale: visto sotto quest’ottica, non è altro che una possibilità in più per raggiungere lo scopo a cui si aspira».

Ora, cerchiamo di pulirci bene la mente dalle scorie della consuetudine imbarbarita sempre più dalla propaganda martellante che proviene dalle file di coloro che hanno la verità dei dogmi e della fede in mano e la verità della vita sotto braccio. Pascal diceva che un vero viaggio non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi. Mettiamoci dunque in cammino dentro noi stessi e teniamo bene aperti gli occhi del pensiero mutevole e razionale. Ogni volta che sento parlare della legge sulla fecondazione (attualmente vigente in Italia) sono assalito da sconforto e amarezza. Una legge che va immediatamente abrogata e pure dimenticata tanto è vergognosa. Se penso poi all’assoluta assenza di informazione su questo grandissimo tema, il sangue mi inonda il cervello come fosse un uragano caraibico. La disinformazione è diventata un gravissimo problema sociale che - se non arriveranno soluzioni drastiche e in qualche modo radicali - formerà una popolazione sempre più inerte e sempre meno critica verso il proprio destino, inconsapevole che saranno altri a decidere del proprio futuro.

Tornando alla legge sulla fecondazione assistita, mi chiedo come è possibile che qualcuno abbia scritto queste cose facendole diventare pure legge? Come? Forse è stato qualche alieno bicefalo ermafrodita trisessuale venuto dallo spazio che ha scelto questo pianeta per le vacanze. Nessun essere umano che si dica pensante avrebbe mai potuto partorire niente di peggiore. Eppure è accaduto. Se non ci stupiamo più delle guerre nelle quali viviamo quotidianamente, ci stupiamo di una leggetta che non permette alle coppie di avere la felicità unica e immensurabile di un figlio? Bazzecole. Se non diremo la nostra al più presto, diverremo un popolo ancora più sofferente. E non è affatto vero che la cosa non interessa tutti noi, ma proprio tutti. Un giorno i nostri figli e i nostri nipoti potrebbero desiderare un figlio e per vari motivi non potranno averlo, allora vorranno ricorrere anche loro alla procreazione assistita, se ci sarà questa libertà di scelta. Ammesso che la legge non lo proibirà loro.

Solo il fatto che alcuni uomini e donne (eletti democraticamente) abbiano avuto il coraggio di proibire con una legge disgustosa ad altri uomini e donne la libertà di essere padroni di se stessi e delle proprie scelte mi fa inorridire. Inorridire e vergognare di far parte di questa specie che si definisce umana. Ci sono persone che si arrogano il diritto di decidere della nostra vita e di quella dei nostri figli; costoro sono da tenere lontano il più possibile dalle poltrone del potere e molte di loro sono dentro il Vaticano.

Mi sono riletto i nomi dei firmatari della legge e mi auguro proprio che non vengano mai più rieletti in Parlamento. Questo me lo auguro di cuore. Le persone che hanno avallato e firmato questa legge non debbono mai più permettersi di scrivere altre di leggi ottuse e offensive verso l’intelligenza e la sensibilità di ognuno di noi. Il danno arrecato, in particolar modo alle donne, è immenso e qualcuno deve pagare per questa leggerezza. Di campi da arare e da seminare, solo che abbiano voglia, ce ne sono a iosa per queste persone che già definisco ex parlamentari. Così ogni volta che aspergeranno i semi di grano sulle zolle di terra profumata si ricorderanno, come fosse un marchio indelebile, di quale grave torto abbiano fatto agli esseri umani del proprio Paese.

Rispondo alla domanda, esiste un motivo del perché il Vaticano è contro la fecondazione assistita?

Ci sono molti motivi, ma il vero motivo è quello che dal discorso della fecondazione assistita il Vaticano intende “rivedere” e “riaffrontare” il tema dell’Aborto. E dopo l’aborto il Vaticano intende “rivedere” e “riaffrontare” il tema del Divorzio. E’ evidente che resta ancora aperta la ferita dogmatica provocata a Paolo VI per gli assensi a favore del divorzio nella società, quando un giornale estero titolò “L’Italia è finalmente uscita dal Medioevo”. Un boccone amaro che il Vaticano non ha ancora digerito e per questo vuole rigurgitare sulla strada dei diritti sociali e personali. La mancanza di influenza totale sulla vita privata della gente rende la politica del Vaticano instabile e meno monolitica e la propria forza di penetrazione meno efficace.

La posta in gioco è di conseguenza molto alta e si tratta della posta di poter scegliere della nostra vita in maniera autonoma, liberale e molto personale. La lotta non è tra i Cittadini e il Parlamento per ottenere l’abrogazione della legge; la lotta è di tutt’altra natura e l’asse della diatriba è spostato verso il femminile. E’ infatti in corso un duro braccio di ferro tra le Donne e il Vaticano. La volontà importantissima della donna di diventare mamma è al di sopra e al di là di qualsiasi dichiarazione emessa dal Vaticano sulla fecondazione assistita. Questo aspetto rende la politica e la propaganda vaticana inattuale, bigotta e totalmente al di fuori delle esigenze vere delle persone. Da ciò, è probabile che il Vaticano pagherà questo arroccamento e chiusura con una perdita consistente di seguaci, più o meno praticanti, alla propria religione. Io sono uno tra i primi ad andarmene.

Le Istituzioni pubbliche si comportano sempre più come se ci fosse la religione di Stato, come se l’Italia fosse una Repubblica Cattolica, simile alle Repubbliche Islamiche, invece che una Repubblica laica, come vuole la Costituzione e come quasi tutte quelle del mondo occidentale. Mi sono svegliato come da un lungo sonno, da un torpore prolungato causati dalla mia negligenza di vederci chiaro e prendere coscienza. Proprio durante la stesura di questo articolo ho attivato la procedura per essere “sbattezzato” e per la mia cancellazione alla “Chiesa cattolica apostolica romana” inviando per raccomandata a.r. la lettera, di cui riporto il testo sotto, al parroco della parrocchia dove fui battezzato quasi mezzo secolo fa:

OGGETTO: Istanza ai sensi dell'art. 7 del Decreto Legislativo n. 196/2003.

Io sottoscritto Ennio Montesi nato a (…) il (…) e residente in (…) con la presente istanza, presentata ai sensi dell'art. 7, comma 3, del Decreto Legislativo n. 196/2003, mi rivolgo a Lei in quanto responsabile dei registri parrocchiali. Essendo stato sottoposto a battesimo nella Sua parrocchia in una data a me non nota ma presumibilmente di poco successiva alla mia nascita, desidero che venga rettificato il dato in Suo possesso, tramite annotazione sul registro dei battezzati, riconoscendo la mia inequivocabile volontà di non essere più considerato aderente alla confessione religiosa denominata "Chiesa cattolica apostolica romana". Chiedo inoltre che dell'avvenuta annotazione mi sia data conferma per lettera, debitamente sottoscritta. Si segnala che, in caso di mancato o inidoneo riscontro alla presente istanza entro 15 (quindici) giorni, il sottoscritto si riserva, ai sensi dell'art. 145 del Decreto Legislativo n. 196/2003, di rivolgersi all'autorità giudiziaria o di presentare ricorso al Garante per la protezione dei dati personali. Ciò, in ottemperanza del Decreto Legislativo n. 196/2003 (che ha sostituito, a decorrere dall’1/1/2004, la previgente Legge n. 675/1996), in ossequio al pronunciamento del Garante per la protezione dei dati personali del 9/9/1999 e alla sentenza del Tribunale di Padova depositata il 29/5/2000. Si allega fotocopia del documento d'identità. Distintamente E.M.

Proporrò questo articolo per la pubblicazione al Corriere della Sera e a La Repubblica, benché sia quasi certo che non verrà accettato adducendo magari come problema la sua lunghezza eccessiva. Lo tradurrò in inglese e lo invierò ai giornali statunitensi, New York Times, Washington Post e The New Yorker auspicando un’adeguata accoglienza tra le loro pagine. Comunque vada, lo renderò disponibile su internet, unica piazza mediatica ancora totalmente libera. Concludo con questo brano:

«Le colpe dei Farisei. “Allora Gesù, volgendosi alle turbe e ai discepoli, disse: «Sulla cattedra di Mosè si sono assisi gli Scribi e i Farisei. Fate, dunque, e osservate tutto ciò che vi dicono: ma non agite secondo le opere loro, perché dicono e non fanno. Legano, infatti, pesi gravi e insopportabili e li caricano sulle spalle degli uomini, ma essi non li vogliono muovere neppure con un dito. Fanno poi tutte le loro azioni per essere veduti dagli uomini: portano, infatti, larghe le loro filatterie e mettono lunghe frange sui mantelli; amano i primi posti nei conviti e i primi seggi nelle sinagoghe; vogliono essere salutati nelle pubbliche piazze ed essere chiamati maestri dalla gente. Ma voi non vogliate essere chiamati maestri, perché uno solo è il vostro Maestro, e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno sulla terra padre vostro, perché uno solo è il vostro Padre, quello che è nei cieli. Né fatevi chiamar dottori, perché uno solo è il vostro Dottore, il Cristo. Chi è il maggiore fra di voi, sarà vostro servo. Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato». Matteo, 23, 1-12.

E ancora:

«Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, perché chiudete agli uomini il regno dei cieli, e non entrate voi, né lasciate che entrino quelli che vorrebbero entrare! Guai a voi Scribi e Farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per farvi anche un solo proselito, e quando lo è diventato, ne fate un figlio della Geenna il doppio di voi!» Matteo, 23, 13-15.

Per quanto mi riguarda gli uomini dalle ampie vesti e dalle lunghe frange sui mantelli, con me hanno chiuso bottega. E pensare che Gesù Cristo, nella Bibbia, ci mise in guardia.

Ennio Montesi

Questo testo è in regime di Copylef: la pubblicazione e riproduzione è libera e incoraggiata purchè l’articolo sia riportato in versione integrale, con lo stesso titolo, citando il nome dell’autore e riportando questa scritta.

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