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Le frontiere della democrazia:immigrati uccisi e ribelli in carcere
by A cerchiata Monday, May. 16, 2005 at 7:44 PM mail:

Giovedì 12 maggio, cinque anarchici leccesi sono stati arrestati nel
quadro dell´ennesima inchiesta per "associazione sovversiva con finalità
di terrorismo" (270 bis), in base alla quale sono stati perquisiti case
e spazi anarchici in mezza Italia. Il Capolinea occupato di Lecce è
stato chiuso e sottoposto a sequestro giudiziario. Conosciuti per la
loro opposizione costante e senza compromessi a quei lager che la lingua
di Stato chiama "centri di permanenza temporanea", questi compagni
stavano dando troppo fastidio. Ora che le brutalità del CPT di Lecce
sono emerse in modo talmente evidente che il suo direttore, don Cesare
Lodeserto, è stato arrestato con l´accusa di violenza privata e
sequestro di persona; ora che diversi immigrati rinchiusi hanno
cominciato a ribellarsi con coraggio e continuità, la voce di chi da
tempo smaschera le responsabilità di un intero sistema concentrazionario
andava zittita. Questi compagni vengono accusati di una serie di
attacchi contro le proprietà dei gestori e finanziatori del CPT di
Lecce, di alcuni sabotaggi contro la Esso e di qualche azione diretta
contro la Benetton. Non sappiamo se siano innocenti o colpevoli, e
nemmeno ci interessa. Ciò che consideriamo giusto non lo cerchiamo tra
le righe dei codici dello Stato. Se sono innocenti, hanno la nostra
solidarietà. Se sono colpevoli, ce l'hanno ancora di più.
Rispondere con determinazione a chi rinchiude donne e uomini la cui
unica colpa è quella di essere poveri e di non avere i documenti in
regola; presentare un piccolo conto a chi si arricchisce con il
genocidio della popolazione irachena (come la Esso) o con la
deportazione dei Mapuche (come la Benetton), sono pratiche assolutamente
condivisibili. Dai bombardamenti ai CPT, dalle banche alle
multinazionali, i nemici degli sfruttati non sono forse ovunque gli stessi?

Mentre questi nostri compagni vengono arrestati, in un solo giorno a
Torino la polizia sgombera un campo nomadi, uccide a freddo un
senegalese a un posto di blocco, provoca la morte di un altro immigrato
che cerca di sottrarsi ad un rastrellamento. Vi basta? Da settimane gli
internati di via Corelli a Milano sono in sciopero della fame,
protestano sui tetti, urlano la loro voglia di libertà. Intanto
centinaia di profughi vengono internati in "centri di accoglienza" da
cui cercano ad ogni costo di evadere.
Sono urla che ci giungono dalle macerie di questo mondo in rovina.
Possiamo fare finta di non sentirle. Possiamo festeggiare ipocritamente
la lotta armata contro il nazifascismo senza accorgerci che i lager non
sono il nostro passato, ma il nostro presente. Possiamo rifugiarci
dietro il rispetto della legge - quella stessa legge in nome della quale
si affama e si bombarda, quella stessa legge che viene quotidianamente
sospesa per milioni di dannati della Terra. Oppure possiamo decidere di
alzare la testa, trovando in noi stessi il senso di ciò che è giusto,
armando il nostro cuore e le nostre braccia. Possiamo nasconderci,
oppure batterci.

Il modo migliore per essere solidali con gli anarchici di Lecce ci
sembra quello di continuare la lotta per la chiusura dei lager, per
inceppare la macchina delle espulsioni. Per un mondo senza frontiere.

SALVATORE, SAVERIO, CHRISTIAN, MARINA, ANNALISA LIBERI!
FUOCO AI CPT, LIBERI TUTTI!

anarchici a piede libero

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