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Comunicato EFF.ORG sul sequestro di Indymedia
by eff.org Sunday, Aug. 07, 2005 at 3:44 PM mail:

traduzione di http://www.eff.org/news/archives/2005_08.php#003862

La Electronic Frontier Foundation (eff.org) la settimana scorsa ha vinto un’istanza ed ha avuto accesso ai documenti ufficiali sulla misteriosa sparizione di due dischi rigidi che fungevano da server web di Indymedia, un collettivo globale di centri media indipendenti e centinaia di giornalisti. Dopo sei mesi di controversie, EFF ha ottenuto copia dell’ordine della Corte Federale dell’ottobre 2004 di sequestrare le copie dei server di Indymedia presso la sede del provider.

I documenti hanno rivelato tra l’altro che la mano pubblica non ha mai richiesto ufficialmente apertamente le macchine su cui risiedevano le informazioni: la citazione notificata a Rackspace faceva solo richiesta dei file di log delle comunicazioni. Ciò contraddice quanto dichiarato dal provider di aver staccato i fili e dato i dischi agli agenti perché eseguivano un ordine. I documenti contraddicono le dichiarazioni di Rackspace anche in relazione all’affermazione della società di essere stata fatta oggetto di divieto da parte della Corte di rilasciare ulteriori dichiarazioni. Non è stato possibile determinare se il governo abbia fatto pressioni informali su Rackspace per sostituire i dischi. Consentendo al governo più di quanto esso avesse richiesto, l’azienda ha non solo violato la sfera privata dei giornalisti di Indymedia il cui patrimonio risiedeva nei dischi ma, staccando i dischi, ha anche impedito l’esercizio della libertà di espressione. Tra parentesi, i file di log di cui la corte federale aveva fatto richiesta non esistevano nemmeno, quindi Rackspace non avrebbe dovuto consegnare proprio un bel niente.

“Quando Rackspace ha ricevuto un ordine governativo di esaminare materiali inesistenti, si è macchiata di un comportamento non corretto nei confronti del cliente ed inoltre in relazione al principio della libertà di stampa. Avrebbe dovuto fare opposizione all’ingiunzione e così risolvere la questione senza tirare giù da Internet oltre 20 siti informativi”, ha dichiarato Kurt Opsahl, rappresentante di EFF.

“Rackspace millanterà anche di dedicare ai clienti un ‘sostegno fanatico’, ma in questo caso sembra più che altro che si sia preoccupata di inginocchiarsi al potere”, ha soggiunto Kevin Bankston, di EFF e Fellow di Equal Justice Works/Bruce J. Ennis. “Malgrado queste nuove rivelazioni, rimane sospesa una questione cruciale: gli agenti che hanno eseguito il mandato hanno indotto intenzionalmente il provider a credere di dover consegnare le intere copie dei server di Indymedia?”.

L’ordinanza della corte neio confronti della Rackspace Managed Hosting di San Antonio era stata emessa sulla base di una richiesta avanzata dall’Italia per una propria inchiesta penale.

Leggi l’ingiunzione [In Inglese]: http://www.eff.org/Censorship/Indymedia/commissioners_subpoena.pdf

Leggi l’ordinanza di desecretazione [In Inglese]:
http://www.eff.org/Censorship/Indymedia/unsealed/15.pdf

Documenti desecratati qui:
http://www.eff.org/Censorship/Indymedia/

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