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Canterini ed il Giuda
by Plauto Monday, Sep. 23, 2002 at 7:55 PM mail: plauto1234@libero.it

Intervista di Repubblica 23.9.02

Canterini: "Alla Diaz
c'era un Giuda tra noi"
di CARLO BONINI

http://www.repubblica.it/online/politica/genovagente/giuda/giuda.html
ROMA - Uno squillo, due squilli. "Certo che ci dobbiamo vedere. Vedi un po'... Perché ora sono io ad avere proprio qualcosa da dire. All'Olimpico, stasera. Sono di servizio con i ragazzi". La voce di Vincenzo Canterini, comandante del Reparto Celere di Roma, è dritta come una fucilata.

Comandante, ci risiamo. Nelle foto scattate a Genova in Corso Buenos Aires il 20 luglio 2001 e pubblicate ieri da "Repubblica" non ci fa una gran figura. Lei che punta un ragazzo inerme, lo spray negli occhi...
"Eh no. Non ci siamo...".

Non è lei?
"Certo che sono io. Ma quelle tre foto raccontano una parte di verità. Mi sarebbe piaciuto vedere una foto scattata dall'alto. Perché avrebbe mostrato cosa c'era alle spalle di quel ragazzo".

Cosa c'era?
"Gente che si stava avvicinando rapidamente e certo non per stringerci la mano".

Sì ma che c'entra quel ragazzo?
"Era la parte avanzata del gruppo".

Pensa che le possano credere?
"E qualcuno pensa che il sottoscritto per spruzzare dello spray su un manifestante si debba mettere il casco? Guardate bene. Nella prima foto sono distante e senza casco. Nelle altre due, sia io che uno dei miei uomini, siamo in pieno assetto antisommossa. Evidentemente avevamo avvertito un pericolo. O no? Comunque, mi sembra francamente che con tutto quel che è accaduto in quei giorni a Genova si stia perdendo del tempo con un episodio marginale".

Parliamo allora di un episodio non marginale.
"Parliamo della Diaz".

E parliamone.
"Avevo ragione".

Perché?
"L'interrogatorio di sabato in Procura è andato benissimo. Finalmente, dopo 14 mesi, si scopre che il 'cattivo' non è Vincenzo Canterini. Che gli 'uomini neri' non sono i suoi ragazzi".

E chi è il cattivo?
"Il Giuda che ha messo le due molotov nel cortile della scuola. Il Giuda che quella notte ha tradito la fiducia di noi tutti, suoi colleghi. E dei cittadini".

Dunque è d'accordo con il questore di Genova, che ha rilegato il suo ultimo rapporto sulla notte della Diaz con una riproduzione del 'bacio di Giuda di Giotto'".
"Di Giotto e del rapporto del Questore non so niente, perché quelle carte non le conosco. Ma che ci sia stato un Giuda, a questo punto, mi sembra fuori di dubbio".

Magari si è fatto un’ idea su una faccia, un nome.
"Con le mie idee non si va da nessuna parte. Contano i fatti. E dunque quel che penso me lo tengo per me. Aspettiamo invece che la magistratura, come sta facendo da più di un anno, arrivi ad una conclusione definitiva. Del resto mi pare di essere già stato molto chiaro, o no?".

A stare alla magistratura, l'uomo che, su indicazione del vicequestore Pietro Troiani, tira fuori le molotov dal furgone della celere e le colloca nel cortile della Diaz è tal A.B., del suo reparto celere.
"Alt".

A.B. non è del suo reparto?
"A.B. è un ragazzo che solo formalmente apparteneva al mio reparto. Era stato distaccato a Genova per problemi familiari da molto tempo. E comunque ben prima del G8".

Dicono che il trasferimento da Roma a Genova di A.B. sarebbe in realtà più recente perché la sua deposizione in Procura avrebbe reso insostenibile il rapporto con i suoi uomini.
"Non è vero. Ripeto: quel ragazzo era stato trasferito a Genova da tempo e poi nel mio reparto nessuno intimidisce nessuno. Anche perché non c'entriamo nulla con quelle molotov. Dunque, non si vede perché dovremmo intimidire qualcuno".

Anche il vicequestore Troiani è un ex del suo reparto.
"Ben detto: è un ex. Sono anni che Troiani se ne è andato. A Genova era stato aggregato al comando logistico e soltanto in questa veste era entrato in contatto con i reparti".

Torniamo nel cortile della Diaz.
"Torniamoci".

Lei sostiene di non aver visto nessuna molotov, quella notte. Ebbene, le viene contestata un'immagine scattata nel cortile della scuola in cui lei, insieme ad altri funzionari di polizia, discute proprio accanto alle due molotov.
"Ricordo perfettamente quel momento. E ricordo anche di che discutevamo con i colleghi. Bisognava evacuare i feriti dalla scuola e creare una cintura di sicurezza intorno alla Diaz, dal momento che continuava ad affluire gente e il clima era tesissimo. Di questo discutevamo. Avevo cose più importanti cui pensare che non guardare in terra per controllare cosa c'era e accorgermi di quelle due molotov. Potrà piacere o meno. Ma è la verità. Ho sempre avuto fiducia che prima o poi sarebbe venuta fuori. Il tempo mi sta dando ragione".

Il problema allora resta Giuda?
"Sì, il Giuda di noi tutti".

(23 settembre 2002)

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