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A New Orleans uccide l'effetto serra, non Katrina
by Jeremy Rifkin Saturday, Sep. 03, 2005 at 9:20 PM mail:

in queste ore la Casa Bianca sta nascondendo all'opinione pubblica mondiale ciò che la comunità scientifica internazionale ha previsto da anni, ovvero che il surriscaldamento del Pianeta è dovuto allo scellerato modello di sviluppo neoliberista

A New Orleans uccide l'effetto serra, non Katrina. Firmato: Rifkin

Il presidente della FET a «Sbilanciamoci!»: Bush nasconde quel che gli scienziati sanno
Cristiano Lucchi*
Jeremy Rifkin, presidente della Foundation on Economic Trends, ma soprattutto guru dell'economia all'idrogeno è impietoso nei confronti del suo paese, gli Stati Uniti. Intervenendo al Forum di Sbilanciamoci! L'impresa di un'economia diversa (in corso in questi giorni nella periferia romana del Corviale) ha chiuso la sua conferenza con parole molto dure contro George W. Bush: «A New Orleans siamo stati colpiti dall'effetto serra e non da un semplice uragano. E in queste ore la Casa Bianca sta nascondendo all'opinione pubblica mondiale ciò che la comunità scientifica internazionale ha previsto da anni, ovvero che il surriscaldamento del Pianeta è dovuto allo scellerato modello di sviluppo neoliberista. L'unica lezione che possiamo cogliere da questa tragedia è che finalmente adesso può aprirsi uno spiraglio per discutere seriamente di sostenibilità ambientale anche negli Stati Uniti».
Jeremy Rifkin ha impostato la sua conferenza sulle differenze tra il sogno americano, individualista e autosufficiente, e il sogno europeo, comunitario e alla ricerca di uno stile di vita all'insegna del benessere diffuso. «Oggi l'economia degli Stati Uniti sta per frantumarsi, siamo usciti dall'ultima recessione dotando ogni americano di una carta di credito. L'attuale crescita mette le radici nei consumi di coloro che spendono soldi che non hanno. Per la prima volta, nel 2005, negli USA ci saranno più persone che hanno aperto una procedura individuale di fallimento che laureati».

Rifkin mette sotto accusa l'indifferenza sociale degli Stati Uniti. «Solo l'11% del PIL viene impiegato nella spesa sociale, mentre in Europa è, nonostante tutto, ancora al 26%. Molti indici di benessere ci dicono ormai che la società europea è migliore di quella americana. A partire dal livello della scuola primaria e secondaria, del sistema sanitario pubblico che da noi non è più un diritto sociale ma un privilegio di pochi, della durata media della vita, superiore in Europa, o della mortalità infantile, in questo caso inferiore».

Rifkin coltiva a Corviale il sogno europeo, ricordando come, dopo 2.000 anni di violenze, in soli 50 anni siamo stati capaci di vivere in pace e di unire le forze dei rispettivi paesi costituendo l'Unione Europea. «Avete davanti a voi una grande opportunità per diventare i protagonisti mondiali in campo economico e politico. Un'opportunità che gli USA non hanno più e per la quale né India né Cina possono competere. Si tratta del denaro che non avete speso, che è impiegato nei risparmi e che può essere investito per sostenere il welfare e un'economia al servizio della persona. E' necessario a proposito essere molto chiari su un punto. - afferma l'economista statunitense - Questo: non esiste nessuna correlazione negativa tra diritti sociali, qualità della vita, ammortizzatori sociali e la promozione di un'economia positiva».

Ma Giulio Marcon, portavoce di Sbilanciamoci! , non cede alla lusinga: «Attenzione a non scivolare definitivamente nel sogno americano - ammonisce - anche in Italia il credito al consumo sta crescendo a livelli vertiginosi, questo perché le famiglie faticano a mantenere gli stili di vita di pochi anni fa. E' necessario per questo che i cambiamenti proposti da Rifkin e che la campagna Sbilanciamoci! sostiene da anni, vengano tradotti rapidamente in politiche concrete. Se l'Unione vincerà le prossime politiche questa dovrà essere la strada obbligata per dare un futuro al paese e alle prossime generazioni».

*Ag. Metamorfosi



http://www.liberazione.it/giornale/050903/default.asp

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