Riesame Bologna: non dimostrato legame tra pacchi bomba e anarchici. Oggi le motivazioni per la scarcerazione dei sette arrestatati a maggio.
Bologna, 25 agosto 2005. Non esistono prove per dire che XXX, XXX, XXX, XXX, XXX, XXX e XXX, i sette anarco-insurrezionalisti arrestati lo scorso 26 maggio abbiano costituito un'associazione con finalità di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico (articolo 270 bis del codice penale). Ne' che XXX, XXX e XXX, in concorso tra loro e con persone ignote, siano responsabili dell'ordigno di via dei Terribilia del 18 luglio 2001 a Bologna e dei plichi inviati sempre nel luglio 2001 ai carabinieri e al prefetto di Genova, al Tg4, alla Benetton di Treviso e al sindacato degli agenti di polizia penitenziaria spagnola (Catac).
È quanto afferma il Tribunale del Riesame di Bologna, composto da Liviana Gobbi (presidente), Mery De Luca e Anna Travia, nelle 50 pagine con cui motiva la loro scarcerazione decisa l'11 giugno scorso.
Attualmente in carcere restano ancora XXX e XXX ma per i provvedimenti emessi dalla Procura di Roma. A proposito dell'associazione eversiva, il Tribunale del Riesame scrive: ''Non può che prendersi atto che, con riferimento agli indagati, non vi e' alcun elemento obiettivo che deponga in concreto per la sussistenza di detto vincolo se non, come già detto, l'univoca appartenenza all'area anarco-insurrezionalista''.
''Non sono stati rinvenuti mezzi o documenti sintomatici di attività illegali -chiarisce il Tribunale-, ne' e' stata accertata la stabile disponibilità di mezzi, di basi logistiche, di fonti di finanziamento o qualsivoglia altro elemento dai quali potersi desumere che XXX, XXX, XXX e XXX abbiano dato vita nel luglio 2001 al sodalizio criminoso denominatosi 'Cooperativa artigiana fuoco e affini” ne' per ritenere che XXX vi abbia partecipato''. ''Ne' a diverse conclusioni -si legge ancora nelle motivazioni del Riesame-, in ordine alla costituzione ad opera dei ricorrenti della associazione eversiva 'Cooperativa artigiana fuoco e affini (occasionalmente spettacolare)' si può giungere valorizzando il dato relativo alla comune partecipazione alla redazione del bollettino Croce nera anarchica, strumento con il quale i sodali, secondo l'assunto accusatorio fatto proprio dal gip, non si sarebbero limitati a propagandare l'idea anarchica ma avrebbero promosso anche la distruzione di ogni ordinamento politico e giuridico della societa'''.
Per quanto concerne i plichi esplosivi e le loro rivendicazioni, il Riesame afferma: ''Proprio dalla semplice lettura dei documenti non si rinviene alcuna di quelle similitudini argomentative quailificanti sottolineate dal gip sebbene il solo generico riferimento agli argomenti di critica politica e sociale che da sempre sono propri del movimento anarchico''.
Il riferimento e' al confronto tra un volantino intitolato ''Fuoco agli avvoltoi'' che viene attribuito con certezza agli indagati e tutti gli altri che accompagnano i plichi esplosivi del 2001. ''A confutazione di quanto ritenuto dal gip - continua il Riesame - va piuttosto sottolineato come nei due volantini non si rinvengono periodi nemmeno in minima parte sovrapponibili, corrispondenza di frasi, si sintagmi o di vocaboli individualizzanti ne' elaborazioni ideologiche o percorsi argomentativi in qualche modo originali che consentano di poter ragionevolmente sostenere che i due scritti siano il prodotto di una stessa progettualità e di un'elaborazione ideologica comune''.
Ne' ad aiutare tale tesi dell'accusa esistono ''indagini tecniche atte a stabilire se essi sono stati redatti con i medesimi supporti informatici, stampati utilizzando la stessa carta o comunque ricorrendo a tecniche sovrapponibili''.
Per quanto riguarda i plichi esplosivi e la pentola di via Terribilia, continuano i giudici, ''si deve pertanto concludere che il quadro indiziario non assume i connotati della qualificata probabilità di colpevolezza richiesta dall'articolo 273 c.p.p. per l'emissione di misura custodiale''. Per l'associazione eversiva, invece, ''il quadro indiziario, totalmente carente laddove cerca di dar conto della costituzione del sodalizio criminoso fra gli odierni indagati, si impoverisce ulteriormente laddove si tenta di dare sostegno indiziario al delitto associativo attraverso gli elementi raccolti a riprova dei reati-fine che alcuni dei supposti sodali avrebbero posto in essere. Va infatti notato come il quadro indiziario sia totalmente carente proprio laddove si tratta di dare concretezza agli elementi qualificanti l'associazione''.
Per i giudici, inoltre, ''del tutto privo di riscontro e' poi l'assunto secondo cui il bollettino Croce Nera anarchica costituirebbe strumento di finanziamento dell'associazione posto che non vi e' la minima prova in atti''.
''Nonostante la serrata attivita' investigativa e l'attivita' captativa che dal gennaio 2004 ha interessato XXX, XXX, XXX, XXX e XXX e nonostante le plurime perquisizioni a loro carico - continua il Riesame - non si e' giunti ad acquisire un quadro indiziario idoneo a sostenere, con dovuta gravita', una qualche diretta partecipazione dei sodali a uno o piu' fatti delittuosi che vengono ricondotti alla Cooperativa prima e alla Fai poi.
Il venire meno di questo impianto accusatorio, ossia la diretta riferibilita' degli odierni indagati in qualita' di promotori, costitutori e partecipi alla cellula eversiva 'Cooperativa artigiana fuoco e affini (occasionalmente spettacolare)' comporta evidenti riflessi negativi, sempre in termini di gravita' indiziaria, anche in relazione all'associazione eversiva''.
Semmai, concludono i giudici, dal lavoro degli investigatori emerge ''la radicalizzazione delle posizioni di XXX e XXX (ancora in carcere su provvedimenti procura di Roma, ndr) che egli tuttavia dimostra di condividere non gia' con altri indagati di area bolognese bensi' con altri esponenti anarchici gravitanti su Roma e Viterbo.
L'attivita' captativa da' anzi conto della sua chiara adesione all'area piu' estremista del movimento anarchico e non solo della sua condivisione ideologica e teorica ai metodi di lotta violenti ma del suo diretto coinvolgimento''.
I giudici fanno poi notare che dalle indagini non e' ''dato sapere se la Fai abbia effettivamente preso vita ne' chi eventualmente si celi dietro le sigle federate'' e sottolineano che ''non esistono indizi convergenti per poter affermare che detta federazione si sia dotata nei fatti di una struttura stabile ed organizzata''. Il Riesame smonta anche l'ipotesi accusatoria secondo cui XXX e XXX hanno partecipato a una rapina ai danni della Banca agricola mantovana insieme a XXX e XXX il 19 dicembre 2001 a Bologna e che abbiano dato vita a propaganda eversiva con il bollettino Croce nera anarchica e con i vari volantini perche' in essi c'e' solo l'esaltazione dell'idea anarchica.
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