Uno di quei problemi che non interessano a nessuno.
Problema: Il nostro paese dispone di istituti penitenziari in grado di ospitare circa ventimila persone. In realtà i detenuti sono prossimi ai quarantamila, il doppio. A curare questa umanità è impegnato un numero di persone che è un terzo di quello che dovrebbe occuparsi dei ventimila. Presto, grazie ad una legge per evitare la galera ad un amico del presidente del Consiglio, altri ventimila dovrebbero aggiungersi a questa umanità disgraziata.
Soluzione del problema: Il ministro dell'Ingiustizia Castelli vuole costruire nuovi istituti di pena. Dal mondo delle carceri si alza una flebile voce e fa notare che anche costruendo altre carceri, non c'è personale a sufficienza per gestirle, e già questo basterebbe a classificare come una boutade insensata la soluzione ministeriale.
In realtà la proposta del governo sorvola sui problemi di un mondo, quello carcerario, con levità superiore a quella con la quale si parla di fuorigioco davanti ad un aperitivo. Per il governo le sofferenze di queste persone, e anche di quanti sono condannati a condividerne le pene ed i drammi indossando una divisa, non esistono.
Non esistono le condizioni incivili nelle quali sono costretti a vivere, non esiste l'imbarbarimento del pianeta carcere, che, costretto dalla mancanza di risorse, si trasforma sempre più in un meccanismo che moltiplica la pena, e non già un istituto frequentato da cittadini in attesa di rientrare nella società.
Un inferno invisibile nel quale il cittadino incarcerato vede dissolversi ogni diritto, minacciata la sua salute, e dimenticata la sua dignità. Un inferno dal quale salvare gli amici a tutti i costi; la degna punizione per chi non si adegua alle regole che nessuno rispetta. Ai carcerati il nostro paese non riconosce nemmeno quanto prevede nelle sue stesse leggi, e la classe politica se ne frega. Diversamente non saremmo un paese nel quale l'organizzazione della giustizia è affidata ad un ingegnere per il quale il diritto è un oggetto misterioso e ad un partito per il quale i delinquenti ( quando non sono amici) vanno uccisi sul posto; magari affidandone l'esecuzione ad altri cittadini armati allo scopo. Queste migliaia di persone, e le loro famiglie, non possono contare su nessuno; non sulle leggi che cambiano sempre a loro sfavore, non sul dettato costituzionale ormai tenuto in conto come le belle favole, non sull'attenzione dei campioni dei diritti civili e nemmeno sulla mitica carità cristiana.
La nostra società spinge sempre di più verso un modello competitivo nel quale gli ultimi sono abbandonati per non togliere risorse ai primi; un modello nel quale le galere devono essere una punizione per i cattivi, con tanti saluti alle balle sul reinserimento sociale e sulla dignità ed i diritti umani. Una tendenza autolesionista, che dietro alle invocazioni per una maggiore sicurezza nasconde la verità devastante della demolizione della giustizia e del disastro nel quale versano le forze dell'ordine, ridotte a patetiche macchiette con le pezze al culo. Questo prodigio dell'occidente non ha i soldi per pagare gli straordinari del personale sottodimensionato, non ha carburante per le macchine di polizia e carabinieri, e quindi pensa di arrestare la criminalità confiscando qualche motorino ai liceali che impennano, o economizza stipando esseri umani come animali nelle stalle.
Nelle strade dilaga impunito il crimine, mentre all'interno delle prigioni quelli che hanno avuto la sventura di esser presi scontano la pena anche per chi resta fuori. Aumentano i suicidi, le malattie, la promiscuità; diminuiscono l'assistenza e l'offerta educativa; muoiono anche i sogni dietro le sbarre.
L'unico provvedimento serio verso questa umanità costretta a pagare ben più di quanto abbia ricevuto in condanna, sarebbe un'estesa amnistia, che però non è proposta da nessuno. L'amnistia è un provvedimento poco popolare nei periodi nei quali si parla solo di law & order, o di "legalità". Poco tempo fa ne è stata promulgata una, un mostriciattolo inefficace giusto per solleticare i caritatevoli cristiani, non è servita a niente. Nei programmi di alcuni partiti dell'Unione è presente la richiesta di amnistia per i reati commessi nel corso di rivendicazioni e lotte sociali, ma nulla traspare per i detenuti diversi. Dicevano un tempo che il livello di civiltà di un paese si misura dallo stato delle sue prigioni; se è vero siamo davvero messi male, perchè le nostre prigioni ormai sono una fogna.
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