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Una condanna che non fa notizia
by Squalo Thursday, Sep. 29, 2005 at 6:42 PM mail:

Tre anni di carcere per la soldatessa Usa Lynndie England. assieme ad altri commilitoni è stata riconosciuta colpevole di abusi e torture nei confronti dei detenuti del carcere iracheno di Abu Ghraib.

Una condanna che non...
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Ha riempito le prime pagine dei giornali di tutto il mondo per mesi; le televisioni, generalmente preoccupate a non trasmettere le immagini di occidentali giustiziati per non suscitare orrore negli spettatori che in questo modo avrebbero visto fino a che punto potesse arrivare la crudeltà della famigerata “resistenza” irachena, non esitarono a trasmettere insistentemente i suoi video; ha rappresentato il volto truce e indegno di una nazione accusata di usare metodi non ortodossi per esportare una finta democrazia allo scopo di acquisire il controllo delle risorse economiche e militari dell’Iraq: stiamo parlando di Lynndie England, la soldatessa simbolo delle porcherie commesse dai militari americani nel carcere di Abu Ghraib, condannata ieri dalla Corte marziale americana di Fort Hood, in Texas, alla radiazione dall'esercito con disonore e a tre anni di carcere che dovrà scontare in quanto ritenuta colpevole di maltrattamento su prigionieri e atti osceni. La England è stata riconosciuta colpevole di sei capi di imputazione su sette e rischiava una pena ancor più severa, ma quella comminata dalla corte marziale evidenzia una volta di più le differenze esistenti tra paesi nei quali civiltà e democrazia sono radicati e quelli che invece non riconoscono minimamente i diritti umani e soprattutto non li tutelano quando sono violati.

Sono quindi due i militari condannati a pene detentive, se si considera l'ex caporale Charles Graner, considerato il capo degli aguzzini. Graner è il padre del bimbo avuto da Lynndie: rientrato dall'Iraq ha sposato Meghan Anbuhl, un'altra secondina di Abu Ghraib, dietro le sbarre di una prigione: salvo sconti di pena tornerà a essere libero tra dieci anni. Per sostenere l'accusa che Lynndie aveva avuto un ruolo da protagonista negli abusi la procura militare aveva usato le famose foto che l'anno scorso avevano fatto scoppiare lo scandalo. Una di queste foto è diventata un simbolo: ritrae la soldatessa con un prigioniero iracheno nudo tenuto al guinzaglio. "England sapeva quel che faceva", ha detto il capitano Chris Graveline nella requisitoria: "Rideva, scherzava, si divertiva. Tutto per il suo deviato senso dell'umorismo". L'avvocato di Lynndie, Jonathan Crisp ha replicato che la ragazza cercava solo di compiacere il suo uomo di allora, Graner: "Lui l'aveva plagiata e lei faceva tutto quello che lui le chiedeva". Il processo appena conclusosi era il secondo istruito contro al soldatessa: qualche mese fa i suoi avvocati avevano patteggiato un cospicuo sconto di pena in cambio dell'ammissione di colpevolezza per alcuni capi di accusa minori, ma Graner aveva rovinato tutto testimoniando che la ragazza non capiva quel che faceva e il giudice aveva mandato a monte il procedimento.

Ebbene i principali mezzi di informazione, compresi quelli che sulla carta non dovrebbero essere palesemente schierati come il Corriere della Sera, attribuiscono alla notizia un valore marginale relegandola ai margini, dedicandole dei trafiletti. Gli stessi giornali che ci hanno sommerso con le foto che raffiguravano la England col guinzaglio in mano oggi preferiscono far finta di nulla per una ragione più che evidente: le condanne dei due ex amanti riservisti costituiscono la prova che gli Stati Uniti non hanno mai pensato di coprire lo scandalo e hanno anzi adottato la linea della tolleranza zero. Gli USA sono un Paese civile che persegue i reati commessi da propri cittadini ai danni di cittadini stranieri anche se questi rappresentano il nemico. Se un simile comportamento era normale attenderselo dall’Unità, che notoriamente più che informazione fa solo propaganda di basso livello, sorprende e indigna ritrovarlo anche in quotidiani di rango come il Corriere della Sera, giusto per fare un nome. La spiegazione è tuttavia chiara ed evidente e l’ha rimarcata un noto blogger, 1972, che ha sottolineato come «Lynndie England servisse un anno fa, mentre adesso non serve più». Alla causa antiamericana, ovviamente, e della disinformazione.

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