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IL TREND DI ABU GRAIB A LAMPEDUSA
by PISANU P2 Friday, Oct. 07, 2005 at 6:02 PM mail:

«Ci obbligavano a sederci in pozze di urina. Se non obbedivi ti colpivano». «Costringevano i musulmani a vedere film porno su un telefonino»…«Gli immigrati appena sbarcati vengono fatti sfilare nudi tra i carabinieri che li schiaffeggiano». Queste e molte altre le rilevazioni fatte da Fabrizio Gatti.

Lampedusa-lager, l'Unione: Pisanu (piduista) riferisca in Parlamento
di Valentina Petrini

Il 15 settembre 12 europarlamentari della Commissione Giustizia e Libertà varcano la soglia del Centro di Prima accoglienza di Lampedusa. Dall’altra parte delle sbarre ci sono solo 11 migranti e un posto completamente ripulito che non lascia pensare ad alcuna violazione dei diritti umani in atto da parte dello Stato italiano. Questo in apparenza. La delegazione il giorno dopo torna a Bruxelles. Butta giù un verbale dell’ispezione e chiede ufficialmente al Governo italiano e al ministro degli Interni di rispondere una volta per tutte alle domande formulate dagli europarlamentari in merito ai rimpatri che da due anni a questa parte avvengono senza che se ne conoscano nel dettaglio le modalità. Esprime «riserve per aver visitato un centro spettrale non nelle condizioni di sovraffollamento in cui si trova solitamente».

Tre giorni dopo la partenza della commissione di inchiesta inviata da Bruxelles, un altro sbarco a largo di Lampedusa porta sull’isola più di 150 persone. Quattro giorni dopo, altro sbarco. Stessa storia una settimana dopo. Da 11 presenze registrate il 15 settembre, si passa in soli sette giorni a più di 250 migranti detenuti. Fra loro camuffato da curdo iracheno c’è un giornalista italiano.

Fabrizio Gatti, il 23 settembre si getta in acqua a poche centinaia di metri dal porto vecchio, aspetta per quattro ore che qualcuno si accorga della sua presenza in mare. Quando ciò accade, comincia la sua breve esperienza da “clandestino”. Viene portato prima in infermeria, poi in nottata direttamente nel Cpa di Lampedusa, dove senza farsi scoprire, resterà otto giorni. Il 1° ottobre lascia il centro con un foglio di via. Deve lasciare l’Italia entro cinque giorni come prevede il Decreto Attuativo della legge Bossi-Fini.

Dal momento in cui si getta in acqua a quando esce da uomo libero dal Cpa di Lampedusa Gatti è a tutti gli effetti un immigrato clandestino, ma non un animale. Eppure venerdì le testimonianze da lui riportate nero su bianco sul settimanale l’Espresso gettano ancora una volta il centrodestra nel caos. In quella struttura ogni giorno centinaia di migranti subiscono umiliazioni di ogni genere. Gatti scrive: «Ci obbligavano a sederci in pozze di urina. Se non obbedivi ti colpivano». «Costringevano i musulmani a vedere film porno su un telefonino»…«Gli immigrati appena sbarcati vengono fatti sfilare nudi tra i carabinieri che li schiaffeggiano». Queste e molte altre le rilevazioni fatte da Fabrizio Gatti.

Il ministro degli Interni Pisanu si rifiuta di rispondere. In mattinata dopo aver cercato di intervistarlo, invia all’Unità on line una dichiarazione a firma del suo portavoce che recita così: «Non ho intenzione di rilasciare interviste alimentando speculazioni. Riferirò in Parlamento». Poi non riuscendo comunque a risparmiare un commento politico, aggiunge: «Quell’articolo è tanto infondato quanto calunnioso e colui che l’ha fatto ha commesso un reato, perseguibile a norma di legge».

L’Unione insorge. Il Pdci chiede le dimissioni di Pisanu, i Ds vogliono che il ministro lunedì venga in Parlamento a riferire, idem i Verdi. Idem Rifondazione.

«Trovo assolutamente inaudito che un ministro neghi una realtà documentata –denuncia il senatore Ds Nuccio Iovene- In realtà non vi è nulla di nuovo nelle cose raccontate dal giornalista dell’Espresso. Da tempo ormai associazioni e parlamentari denunciano uno stato di non diritto in queste strutture. Oggi però c’è una testimonianza concreta e non la si può ignorare».

«Chiediamo le dimissioni del sottosegretario agli Interni, Giampiero D’Alia, del Prefetto e del Questore di Agrigento –dice Giusto Catania, europarlamentare di Rifondazione, che era tra l’altro nella delegazione del 15 settembre- Oltre ad essere i responsabili del Cpa di Lampedusa, sono gli autori materiali del raggiro ai danni della delegazione ufficiale del Parlamento Europeo». Dello stesso parere anche Claudio Fava, europarlamentare diessino, anche lui nella delegazione che il 15 settembre ha ispezionato il centro. «Tutti coloro che si sono macchiati della responsabilità di aver coperto queste violazioni sono colpevoli –denuncia Fava- Anche Borghezio che ha parlato del Cpt come di un hotel a cinque stelle».

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