Indymedia Italia


L'articolo originale e' all'indirizzo http://italy.indymedia.org/news/2005/11/914128.php Stampa i commenti.

La storia di Clichy
by mazzetta Friday, Nov. 04, 2005 at 4:40 PM mail:

Clichy era già terra di nessuno.


La periferia parigina esplode, ma non ne sappiamo granchè. Facendo un pò di ricerche però non è difficile risalire alle cause reali di queanto sta succedendo.
Non c'è bisogno di scomodare la sociologia o di tirare in ballo l'Islam o ancora l'immigrazione per spiegare quanto sta succedendo in Francia, e nemmeno per capire perchè l'esplosione si sia verificata proprio a Clichy Sous Bois.
Sui problemi di Clichy c'è un'amplia letteratura a disposizione, e la sua storia in Francia è ben nota.
Clichy fino agli anni '60 aveva meno di 5.000 abitanti, ora viaggia oltre i 25.000.
Negli anni '70 a Clichy vengono costruiti numerosi blocchi abitativi, edilizia popolare,per mano pubblica. La scelta, come ovunque in quel periodo in Europa, si orienta sulla tipologia dei grandi caseggiati, quelli che gli urbanisti chiamano significativamente "mambroni".
Anche nel nostro paese molti quartieri sono stati costruiti seguendo quell'impostazione, vuoi per economia, vuoi per l'urgenza di rispondere ad una domanda abitativa in crescita molto rapida, determinata dalla spinta all'inurbamento.
Con il tempo ci si è accorti che queste soluzioni portavano gravi inconvenienti, tra i quali la creazione di sterminati territori ostili alla socialità e alla formazione di un tessuto di vicinato, capace di dotare le comunità di un senso e di una identità proprie.
Ambienti frustranti per chi li abita, e costruzioni ostili alla costituzione di rapporti sociali e di interscambio personale.
Il caso di Clichy è nell'agenda dell'urbanistica pubblica francese da anni, prova ne sia che quasi la metà dei fondi destinati alla riqualificazione delle periferie parigine pareva dovesse essere spesa proprio in questa zona.

Clichy è la periferia emarginata per eccellenza; manca di collegamenti con il resto della regione parigina, che sono assicurati solo da stazioni della RER (metro veloce suburbana) molto lontane, e da servizi di autobus insufficienti, che alla sera sono anche stati tagliati, come in molte altre zone, per evitare proprio la transumanza dei poveri verso il centro di Parigi. Clichy doveva essere servita anche da un'autosrada, nelle pianificazioni originarie, ma non è mai stata costruita.

Separare ed allontanare, il paradigma attraverso il quale le amministrazioni pubbliche moderne reagiscono ai fenomeni "devianti" o semplicemente sgraditi indotti dall'evoluzione sociale o dagli errori nella pianificazione urbana.
In questa zona della periferia parigina non sono solo i problemi dell'integrazione, o dell'immigrazione a farla da padrone, ma è il senso di abbandono da parte della mano pubblica che ha portato all'esplosione dei malumori, e secondariamente della rivolta.
A Clichy il patrimonio dell'edilizia pubblica versa in condizioni pietose, per il 10% è disabitato in quanto già inabitale a causa della mancata manutenzione e della pessima qualità costruttiva degli immobili; il tasso di rotazione annuale degli abitanti è vicino al 10%.
Un tasso altissimo che gioca a sfavore della costruzione di relazioni sociali, e che indica come Cllichy sia in realtà per molti una stazione di transito dalla quale fuggire non appena si riesca a trovare qualcosa di meglio.
A Clichy c'è una elevata ostilità verso le istituzioni pubbliche, che in particolare ha avuto un'impennata l'anno scorso, quando gli investimenti destinati alla riqualificazione si sono arenati e si è capito che alla fine non sarebbero stati erogati.
A fronte dello stanziamento di circa 300 milioni di euro per la demolizione e ricostruzione di 1600 appartamenti e per interventi di riqualificazione urbana, la mano pubblica ha chiesto al Dipartimento dal quale dipende Clichy, di contribuire con 100 milioni di Euro.
Soldi che il Dipartimento non aveva e non ha; circostanza che ha provocato l'arresto del progetto e una grossa delusione tra gli abitanti.

Abitanti che pure cercano di attivarsi in diverse maniere, reagendo alla mancanza di strutture socializzanti in ogni modo. Non parliamo solo della moschea o dell'attivismo della comunità islamica, ma di numerose associazioni che cercano di rendere la zona più vivibile e di dare una risposta alla mancanza di spazi di aggregazione per i giovani, in un quartiere dall'età media molto bassa.
I giovani sono infatti i protagonisti della rivolta di questi giorni, giovani francesi, non neo-immigrati, ma le seconde o terze generazioni dell'immigrazione mescolati a quelli che una volta sarebbero stati definiti i figli del proletariato francese.

Per i giovani a Clichy c'è poco o nulla, e per loro ci sono anche poche possibilità di evadere verso altre mete. La disoccupazione è altissima, così come la totale mancanza di prospettive future.
I giovani di Clichy conoscono lo stato solo attraverso il confronto con la rude polizia francese, che nelle periferie e contro i poveri ha sempre agito con mano pesante.
Per questo motivo si è verificata la disgrazia che ha acceso la miccia della rivolta, due ragazzi della banlieu, colpevoli di nulla, alla vista della polizia si sono nascosti all'interno di una cabina elettrica, venendo fulminati.

La reazione pubblica alla tragedia, ancora una volta inadeguata, ha portato alle prime proteste. La reazione del governo alle prime proteste violente, ed in particolare del primo ministro francese che ha offeso tutto il quartiere parlando di "feccia", ha definitivamente convinto parecchi degli abitanti di essere di fronte ad un potere ostile, e non certo ad una controparte con la quale dialogare per risolvere i problemi.

Da qui l'esplosione che si sta ora allargando a zone della periferia parigina che condividono gli stessi problemi; un fenomeno quello della rapida estensione dei riot urbani ben conosciuto in tutto il mondo.
Un fenomeno che si è verificato negli Stati Uniti, come in Sudamerica ed in Asia.
E' una reazione popolare non mediata e non pianificata, derivante dal crollo della residua fiducia nel contratto sociale, un fenomeno che non ha nulla a che vedere con la composizione etnico-religiosa delle aree nelle quali si sviluppa.

Prova ne sia che l'intervento e la mediazione di autorevoli, quanto discusse, personalità che rappresentano l'islamismo radicale non ha sortito alcun effetto; prova confermata dalla circostanza per la quale i rivoltosi non hanno esibito simboli religiosi o identitari.
E' la rivolta degli eterni esclusi, degli inascoltati, che scaturisce da un singolo evento, ieri il pestaggio di Rodney King, oggi la disgrazia dei due ragazzini, che funge da detonatore di una situazione che è divenuta esplosiva nel corso di anni di noncuranza e di tracuratezza da parte dei governi; per tamponare le quali si è ricorsi unicamente all'innalzamento e all'inasprimento dei livelli repressivi.
I fenomeni complessi non possono essere affrontati con reazioni semplificate, e di certo non è reprimendo le reazioni che si risolvono i problemi che le generano; al contrario la risposta securitaria mina lo scarso residuo di fiducia e di rispetto nelle istituzioni, e convince definitivamente i rivoltosi di essere di fronte ad un vero nemico, contro il quale è lecito e necessario ribellarsi in qualsiasi forma. Assumere i giovani in rivolta come "nemici" o come semplici delinquenti, porta alla logica conseguenza di allontanarli definitivamente dalla società, una esclusione definitiva che non può che determinare il disconoscimento dell'autorità pubblica e la sua assunzione a bersaglio di una reazione di segno uguale e contratio.





http://www.ccomptes.fr/Cour-des-comptes/publications/rapports/politique_de_la_ville/polville23.html
http://www.ville-montfermeil.fr/-Quel-projet-pour-le-centre-ville-.html
http://www.clichy-sous-bois.fr/jsp/site/Portal.jsp?article_id=108&portlet_id=266
http://www.planum.net/webcompass/plans_projects_and_policies-loc-fr.html

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum

©opyright :: Independent Media Center .
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.