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francia i nuovi proletari
by latocattivo Sunday, Nov. 06, 2005 at 11:05 PM mail:

Banlieu, Francia in fiamme. Proletari (per ora) senza rivoluzione.


Banlieu in rivolta, giovani francesi figli di immigrati, disoccupati e precari, lo stesso conflitto latente delle periferie inglesi, olandesi, tedesche e italiane, e tra i migranti all’assalto delle porte d’Europa. dalle coste siciliane al muro spagnolo di Ceuta
E’ l’esercito di riserva della forza lavoro mondiale, le masse dei dannati della terra in rivolta come gli schiavi di Spartaco contro Roma, all’attacco delle moderne cittadelle del capitale contro i suoi “feticci della merce”.
Sono “I nuovi proletari senza rivoluzione” il “lato cattivo”, “i becchini potenziali del capitalismo” prodotti dalla sua contraddizione in processo giunto a maturazione e dalla sua crisi senza soluzione?
Oggi essi sono senza guida politica e ideologica rivoluzionaria e a volte anche strumentalizzati da fondamenalisti o narcomafie. Dalla rivolta alla coscienza rivoluzionaria la strada è lunga e le prime avanguardie tendono a prendere forma ma occorre chi conosce la teoria la sappia rivitalizzare e mettere a loro disposizione affinché risorga la classe internazionale rivoluzionaria.

In questa situazione la “sinistra”, sorpresa ed impaurita, gli ex proletari ora proprietari, che in parte si dice ancora comunista, diventata legalitaria, buonista e non violenta, sta con il potere del capitale contrattando i posti a tavola.
Dopo il fascio liberismo di Berlusconi Fini e Bossi si annunciano i Cpt-Lager della Turco Napoletano, le ruspe e i manganelli di Cofferati, i bombardieri all’uranio impoverito di D’Alema, la “Bolkstein” di Prodi.

Fra quando Napoli, Torino, Roma e Milano?

Alcuni anni fa in una trasmissione televisiva uno studente di sinistra chiese ad un giovane sardo disoccupato di Lula (Nu) perché non condannasse i fuorilegge come Matteo Boe che operavano sequestri di persona, il giovane sardo rispose:“tu che parli …, quanto guadagni tu e la tua famiglia?”.

Marx: ”E’ il lato cattivo a produrre il movimento che fa la storia.
Le forze produttive si sviluppano di pari passo all’antagonismo delle classi.
Una di queste classi, il lato cattivo, l’inconveniente della società, va sempre crescendo finché le condizioni materiali della sua emancipazione non pervengono al punto di maturazione.
(K. Marx, “La miseria della filosofia” Ed. Riuniti

Lenin ormai volutamente dimenticato diceva:“educando il partito operaio, il marxismo educa l’ avanguardia del proletariato….., capace di prendere il potere e condurre tutto il popolo al socialismo, la guida di tutti i lavoratori, di tutti gli sfruttati, nell’organizzazione della loro vita sociale senza la borghesia e contro la borghesia”...
L’opportunismo oggi dominante educa invece il partito in modo da farne l’organizzazione dei lavoratori previlegiati che si sistemano comodamente a livelli intermedi (oggi anche medio alti…) nel sistema capitalista”.
(“Stato e Rivoluzione”, Editori Riuniti)

Mao. la rivoluzione:
La rivoluzione non è un pranzo di gala; non è un opera letteraria,un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, delicatezza, cortesia, riguardo e magnaminità . La rivoluzione è un’insurrezione, un atto violento con cui una classe ne rovescia un’altra.
(Opere scelte ed. lingue estere )




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