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[Droghe] Riassunto posizioni/interventi ultima giornata!
by Black_Cat Wednesday, Dec. 07, 2005 at 8:02 PM mail:

Italia. La Conferenza di Palermo, la terza ed ultima giornata


Un adolescente come tanti, che la solitudine potrebbe spingere verso il consumo di droga, ma che invece grazie al supporto della famiglia recupera una sua dimensione affettiva: e' il nuovo spot, televisivo, radiofonico e sul web, che il Dipartimento antidroga ha realizzato nell' ambito della nuova campagna informativa "Vivere e' stupefacente - La droga non serve".
La campagna, presentata stamani a Palermo nell'ambito della quarta Conferenza nazionale sulle tossicodipendenze dal ministro Carlo Giovanardi, vuole sottolineare l'importanza del dialogo e del confronto genitori-figli, comunicare ai giovani il rischio di gravi conseguenze fisiche derivanti dall'uso di sostanze stupefacenti, implementare la capacita' dei ragazzi di accettare i propri limiti e le proprie piccole e grandi difficolta' e inadeguatezze. "Le piu' recenti statistiche internazionali e gli studi di settore indicano chiaramente che la principale causa dell'ingresso dei giovani nel mondo delle droghe e' legata a disagi familiari, a mancanza di dialogo, a solitudini che spesso si determinano gia' tra le mura domestiche". "Puo' sembrare uno spot da Mulino Bianco, ma in realta' e' una storia di un ragazzo e di una famiglia normali", ha commentato il ministro Giovanardi presentando l'iniziativa.

I consumi e i rimedi delle Regioni
La Lombardia in testa per il consumo di cocaina ed eroina, la Sicilia in testa per l'hashish, la Calabria e' la regione che coltiva piu' cannabis e il Piemonte e' in cima ai produttori di droghe sintetiche. Sono i dati piu' recenti sul fenomeno droga in Italia, presentati stamani dal generale Carlo Gualdi, direttore centrale Servizi antidroga, nella giornata conclusiva della quarta Conferenza nazionale sulle tossicodipendenze in corso a Palermo. I due principali canali di rifornimento della cocaina, ha anche spiegato il gen.Gualdi, passano attraverso le rotte dell'Atlantico e dell'Africa, mentre per l'hashish si confermano quelle del Mediterraneo. "Il fenomeno del consumo di droga in Italia e' ancora sicuramente un dato preoccupante". Ma la risposta delle forze di polizia, ha aggiunto, e' in aumento: i sequestri di cocaina, nei primi 11 mesi del 2005, sono aumentati rispetto al 2004 del 20,41%, mentre quelli di hashish segnano un +41,40%.
"I dati in nostro possesso ancora una volta confermano una preferenza dell'uso di cocaina nel mercato delle sostanze stupefacenti, ma anche un importante aumento del consumo di hashish. In controtendenza, invece, i consumi di marijuana, associata a quello di eroina".
I due principali canali di rifornimento della cocaina, ha detto Gualdi, passano attraverso le rotte dell'Atlantico e dell'Africa, mentre per l'hashish si confermano quelle del Mediterraneo. Ha poi fornito i dati dell'ultimo monitoraggio, dai quali emerge che il consumo di cocaina tocca le punte piu' alte in Lombardia, Toscana e Lazio; per l'hashish, invece, le prime tre Regioni sono Sicilia, Lombardia e Liguria, mentre l'eroina il consumo e' maggiore in Lombardia, Veneto e Marche. Inoltre, dai dati emerge che le maggiori concentrazioni di piantagioni di cannabis si trovano in Calabria, Puglia e Sicilia, mentre la produzione delle droghe sintetiche si concentra soprattutto in Piemonte, toccando anche l'Emilia Romagna e la Campania.
"Cosa Nostra, con riguardo ai traffici di eroina e cocaina ha perso il tradizionale controllo del mercato europeo, perdendo la posizione monopolistica degli anni '80 e '90 e cedendo il campo alle altre organizzazioni criminali italiane, soprattutto 'ndrangheta e camorra. La Sacra Corona Unita, invece, continua a interagire con la criminalita' albanese". Gli albanesi, secondo i dati forniti dal generale Gualdi, sono molto attivi sia nel traffico di eroina e marijuana che in quello della cocaina, mentre la criminalita' turca entra in affari con i trafficanti croati, macedoni e albanesi nei flussi di eroina destinati all'Italia".
Quanto alle operazioni antidroga, infine, i dati sono in aumento rispetto a quelli dello scorso anno: per la cocaina sono state 5.790 (+7,78%), per l'hashish 5.988 (+0,66%) e 3.081 per l'eroina (+1,65%). Le persone denunciate nel 2005 sono in aumento del 2,21% (10.847 persone), ma solo per lo spaccio e la detenzione di cocaina. "Complessivamente nel 2005 le sostanze sequestrate sono state pari a 28.424 chilogrammi di stupefacenti (+17,65%), mentre le operazioni di polizia sono state 18.103 (+4,37%) e 27.301 le persone denunciate (-1,25%).
In Molise la Regione realizzera' un Osservatorio sulle tossicodipendenze. Lo ha annunciato l'assessore regionale alle politiche sociali, Michele Picciano, nel suo intervento alla quarta Conferenza nazionale sulle tossicodipendenze di Palermo. Prevenzione, repressione e recupero sono i punti dai quali l'assessore intende partire per fronteggiare un fenomeno ormai dilagante. "Nessuna tolleranza verso chi spaccia ma al contempo non si vuole criminalizzare i consumatori", mentre per il recupero si dovra' puntare non solo al versante tossicologico, ma anche a quello sociale. "Su questo aspetto l'Osservatorio regionale sulle tossicodipendenze potra' essere parte integrante dell'Osservatorio regionale sui fenomeni sociali che e' in fase di realizzazione". A gennaio saranno liquidati 7 milioni di euro a favore delle Comunita', mentre altri progetti serviranno per il recupero dei tossicodipendenti in carcere, per la valorizzazione e il sostegno alle Comunita' terapeutiche e per il recupero della criminalita' minorile legata agli stupefacenti. "Altri due progetti riguardano il 'programma cocaina', che prevede la creazione, su tutto il territorio nazionale, di unita' operative che si dedicheranno al trattamento dei cocainomani e, infine, il 'progetto famiglia' che avra' come scopo la prevenzione e coinvolgera' scuole, societa' sportive e oratori".
"La Sicilia e altre regioni ormai accolgono migliaia di immigrati spesso con problemi di droga. Occorrono leggi adeguate, finanziamenti appropriati, strutture specializzate. La droga e' un problema globale, la solidarieta' deve essere globale". Lo ha detto, alla quarta conferenza nazionale sulle tossicodipendenze in corso a Palermo, don Vincenzo Sorce, presidente del coordinamento delle comunita' della Sicilia e direttore di "Casa Rosetta". "Sollecitiamo il governo nazionale e quello regionale, tutti i partiti e le forze sociali a farsi carico in modo stabile e organico del mondo della tossicodipendenza e delle comunita' di recupero soprattutto delle piu' piccole e isolate. La regionalizzazione delle politiche e delle risorse non puo' portare isolamento e frammentazione. Abbiamo bisogno di grandi coalizioni sociali".

Il "diritto" di scegliere la comunita' terapeutica
"Le persone con problemi di droga hanno diritto di scegliere la comunita' che piu' risponde alle proprie convinzioni etiche e religiose e che ne garantisce la validita' terapeutica": e' la posizione dell'arcivescovo metropolita di Palermo, card. Salvatore De Giorgi, che ha aperto stamani a Palermo la giornata conclusiva della quarta Conferenza nazionale sulle tossicodipendenze. "La Chiesa si colloca all'interno delle problematiche della tossicodipendenza con il suo specifico pastorale, che la spinge ad essere attenta alle persone piu' ferite, piu' deboli, piu' bisognose di aiuto, sottolineando innanzitutto la centralita' e la sacralita' della persona". Dopo aver affermato che "non e' lecito drogarsi con qualsiasi tipo di sostanza", l'arcivescovo, ricordando le parole di Giovanni Paolo II, ha invitato le famiglie ad "aprire le porte a Cristo". "Non abbiate paura Cristo ha vinto la morte. E la droga e' morte".
"L'equiparazione tra Sert e comunita' private mi sembra il punto piu' importante del ddl Giovanardi". Lo ha detto Andrea Muccioli, presidente della comunita' di San Patrignano. "Bisogna superare il dualismo, nel rispetto reciproco tra pubblico e privato, consentendo ai cittadini di potere scegliere sistemi differenti di cura. In questi anni sono diminuite le persone che sono andate in comunita' a causa della politica di trattamento al metadone dei Sert, imposta ad alcuni tossicodipendenti". Il presidente di San Patrignano e' anche pienamente d'accordo con la volonta' del Governo di mettere in un'unica tabella droghe pesanti e leggere. "E' una scelta giusta che da anni auspichiamo". "Quello che chiediamo e' una ricerca scientifica che possa verificare tutti i tipi di terapie. Il ministero della Sanita' ha mandato una lettera a cento Sert a altrettante comunita' per eseguire l'esame del capello, ma solo 13 sert su cento e 26 comunita' l'hanno fatto".

Don Mazzi: il cattivo maestro alla controconferenza
"Io un cattivo maestro? Speriamo che con le elezioni cambi qualche cosa, che ci sia un nuovo governo e un nuovo ministro". Con questo auspicio Don Antonio Mazzi, fondatore della comunita' Exodus -dal palco della conferenza sulla droga organizzata da associazioni ed enti locali in alternativa alla conferenza di Palermo- ha sintetizzato le critiche alla politica antidroga del governo e ha risposto al ministro Giovanardi che lo aveva accusato di essere "un cattivo maestro". Duro e sarcastico l'intervento del popolare prete che ha definito il ministro Giovanardi "piu' che un ministro delle droghe un capitan uncino, un divoratore di culatelli. E non ha competenze". Critiche anche a Don Gelmini: "e' un cappellano di corte assunto al posto di Baget Bozzo" con un compenso di "5 milioni di euro".
All'aula magna della Sapienza di Roma, dove e' in corso la cosiddetta controconferenza di Palermo, che ha fra i promotori la campagna nazionale "Non incarcerate il nostro crescere" a cui partecipano circa 400 persone, secondo i promotori, don Mazzi ha chiesto il ritiro del ddl sulla droga e ha proposto una strategia di lotta alle dipendenze che riguardi non solo la droga ma anche il fumo e l' alcol. Ha quindi sollecitato un tavolo per avviare nuove politiche intorno al quale far sedere enti locali, sindacati, imprese, scuole, associazioni del tempo libero. A suo avviso, "le nuove dipendenze hanno bisogno di nuove strategie. Vanno ripensate le comunita' terapeutiche, hanno fatto il loro tempo, e i Sert, che dovrebbero avere un ruolo meno sanitario". Tutti luoghi che per don Mazzi possono servire solo ad una minima parte dei tossicodipendenti, quelli storici. Vanno inoltre pensate politiche per adolescenti ("si devono divertire la notte, ma in ambienti sani, non possono fare le veglie") e ridotto il ricorso al carcere. Tutti questi, ha affermato ancora don Mazzi, "sono sogni i miei lontanissimi da cio' che sta succedendo a Palermo, ecco perche' non siamo li"'. Infine, un'altra stoccata al ministro Giovanardi: "So che il cappellano di corte ha fondato una comunita' con il nome di Silvio Berlusconi, fondero' una comunita' a nome di Carlo Giovanardi". Ed ancora: "Sulla mia tomba ci sara' scritto qui giace Antonio Mazzi, cattivo maestro, firmato capitano uncino".

Ancora sul ddl Fini, critiche e difese
Lo stralcio del ddl Fini sulle tossicodipendenze non piace alle comunita' terapeutiche, che propongono di avviare una riflessione piu' approfondita per elaborare una legge piu' organica e maggiormente condivisa: lo ha detto don Egidio Smacchia, presidente della Fict (Federazione italiana comunita' terapeutiche), nel suo intervento alla quarta Conferenza nazionale sulle tossicodipendenze in corso a Palermo. Forte di un'esperienza ultraventennale, durante la quale ha visto passare dai suoi centri decine di migliaia di persone con problemi legati alla droga, don Smacchia ha criticato il ddl soprattutto nella parte riguardante ripristino delle tabelle sulle sostanze, che "limita fortemente gli spazi di valutazione soggettiva del magistrato e crea uno spartiacque troppo rigido fra consumo e spaccio". Inoltre, secondo la Fict la sanzione amministrative, da prevedere solo per i consumatori, deve tenere presente la differenza di eta': per i minorenni, va prevista una progressivita' di interventi educativi, mentre per i maggiorenni bisogna "procedere alla sanzione amministrativa o penale offrendo, allo stesso tempo, l'opportunita' di colloqui con operatori". Don Smacchia ha espresso criticita' anche rispetto all'equiparazione tra pubblico e privato soclale contenuta nello stralcio: "si corre il rischio di creare comunita' di serie A e di serie B". Dove le prime sarebbero quelle che sono in grado di dotarsi di una equipe multidisciplinare in grado di certificare lo stato di tossicodipendenza e di mettersi quindi in concorrenza con il servizio pubblico, mentre le secondo continuerebbero a dipendere "in toto" dal servizio pubblico. "Riteniamo dannoso e impraticabile ogni modello che contrapponga servizio pubblico e privato, cio' di ci invece abbiamo bisogno e' di sommare le poche forze in campo rafforzando la collaborazione fino a giungere alla piena integrazione dei servizi". Infine, perplessita' anche sull'ampliamento delle pene alternative: c'e' il rischio, ha spiegato, che le comunita' diventino mero "strumento di controllo sociale" o "spazio di custodia attenuata". Inoltre, l'estensione da 4 a 6 anni della possibilita' di usufruire delle misure alternative per il detenuto per droga "potrebbe essere vanificata dalle limitate disponibilita' di fondi". Ancora, la legge ex Cirielli recentemente approvata, ha aggiunto, "pone un serio problema di applicabilita' delle misure alternative previste dallo stralcio".
"Sulle tabelle che fissano le quantita' di sostanze stupefacenti faremo un decreto ministeriale, non saranno inserite nello stralcio al ddl Fini": lo ha detto il ministro Carlo Giovanardi chiudendo i lavori della conferenza di Palermo.
Le tabelle che fissano la quantita' di sostanza stupefacente al di sopra della quale ci sara' lo spaccio "saranno predisposte successivamente": cosi' il vicepremier Fini ha confermato quanto preannunciato dal ministro Giovanardi, che aveva parlato di "decreto ministeriale sulle tabelle". "E' giusto che siano gli esperti, i tossicologi a stabilire qual e' la quantita' di sostanza stupefacente al di sopra della quale c'e' lo spaccio e non l'uso personale". "Nel ddl, pero' ci sara' il principio che non esistono droghe buone e cattive, droghe leggere e pesanti, ma elencheremo tutte le sostanze stupefacenti". Nel ddl "rimangono le sanzioni ammministrative per chi fa uso personale di droga e ci saranno misure penali nei confronti di chi spaccia". Lo stralcio al ddl sulle tossicodipendenze in discussione in Parlamento "non e' una legge repressiva, se non nei confronti dello spaccio" ed e' una legge "che non manda in galera chi fuma uno spinello ma tende a educare e prevenire", e spiace che ci sia "chi in palese malafede non conosce il ddl e ne parla per ragioni propagandistiche", ha spiegato ancora Fini. Sulla legge "il governo ha preso un impegno" perche' "combattere la droga e' un dovere morale". Il ddl, ha spiegato, vuole "potenziare tutte le strutture di recupero". La Conferenza, ha aggiunto, "e' stata utile proprio perche' coloro che in buona fede si sono confrontati hanno dato suggerimenti utili".
"Il governo prenda atto del rigetto della sua ipotesi tutta carceraria (con 7-8 spinelli in galera) e rimetta nel cassetto il ddl di stralcio", quindi "apra una discussione seria in vista della prossima legislatura": cosi' Daniele Capezzone della segreteria della Rosa nel pugno. "Tutti dicono no: le comunita', i Sert, le forze di polizia, i prefetti, le famiglie, i medici, gli operatori sociosanitari...", quindi "non resterebbe al Governo che una soluzione ragionevole, cioe' quella della 'moratoria'".
"Capezzone colpito da mania di grandezza": cosi' Luca Volonte' capogruppo Udc alla Camera, che ha aggiunto: "Per Capezzone si puo' fare tutto a condizione che si faccia nella prossima legislatura: dall'indagine sulla 194 alla lotta alla droga. Sembra eccessiva la sua mania di grandezza. Il desiderio di sedersi su qualche poltrona gli sconvolge la mente!".

Fonte: http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=14198

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