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Rassegna stampa sulle denunce per vilipendio alla religione avvenute il 21/12/05 a Torino
by fb Friday, Dec. 23, 2005 at 8:31 PM mail:

Rassegna stampa sulle denunce del 21/12/2005

La Digos di Torino ferma un gruppo di femministe. Avevano manifestato in difesa della 194
Laicità. Riesumato il reato di ''vilipendio alla religione'' per una protesta nei pressi della Curia. Un vecchio slogan sembra tornato d'attualità: ''Tremate, tremate le streghe son tornate''
Roberto Mastroianni


Molti credevano che il femminismo fosse morto, e molti altri che il Medioevo fosse finito. Tutte e due le ipotesi vengono smentite dalla cronaca.
Mercoledì 21 dicembre 2005 un gruppo di studenti universitari, alcuni ragazzi dei Collettivi e dei Centri sociali hanno affisso due striscioni fucsia ai lati del portone di ingresso della Curia torinese. Sugli striscioni era scritto: “Più autodeterminazione, meno Vaticano” e “Poletto (Arcivescovo e Cardinale di Torino n.d.r.) stai zitto l’aborto è un diritto”.
E' finita in farsa, quella che sembrava essere una semplice manifestazione di contrasto alle politiche sulla procreazione assistita e sull’aborto di questo governo e alle ingerenze delle gerarchie ecclesiastiche nella vita politica italiana. Alcune manifestanti sono, infatti, state fermate alcuni minuti dopo la fine dell’azione dimostrativa dalla Digos di Torino che le ha portate in questura, in stato di fermo di polizia, per notificare il pericoloso reato 404 del Codice penale, ovvero, il “vilipendio alla religione”.
I ragazzi fermati sono stati denunciati a piede libero per aver organizzato una manifestazione non autorizzata e aver oltraggiato la religione. La pericolosa offesa perpetuata da queste eversive femministe, e da alcuni maschietti con loro conniventi, consiste nell’aver incollato alcuni preservativi affianco al campanello della Curia. Il Codice penale punisce le offese lesive dell’integrità e del decoro del sacro, dobbiamo quindi immaginare che il campanello della curia di Torino sia una specie di reliquia e che la sacralità del cattolicesimo si spinga ad ammantare ogni aggeggio che un sacro prelato ha sfiorato. Per evitare eventuali e futuri oltraggi alla sacralità vaticana, d’ora in poi sarà consigliato ai barbieri vaticani di raccogliere e custodire ogni capello tagliato a un chierichetto e a un prete o ai baristi e ai ristoratori di trattare con ogni riguardo le posate toccate da un prelato. Non vorremmo che un barista disattento venga accusato di oltraggio per aver lavato in modo non opportuno una posata toccata da un monsignore.
Oppure è da ipotizzarsi un reato di vilipendio al Vaticano, la cui sacralità in questo paese non può essere toccata neanche durante una manifestazione politica con un "offensivo" striscione che intoni “Più Autodeterminazione e meno Vaticano”. Ma le manifestazioni di libero pensiero, probabilmente, ledono l’aura sacrale che ormai cinge, come nel Medioevo, ogni stabile in possesso di Santa romana chiesa. I ricordi di uno Stato laico tendono a svanire, sembra normale, allora, che lo Stato pontificio assuma una dimensione metafisica e che la Repubblica italiana, oltre non esigere che gli immobili curiali paghino l’Ici, ne difenda l’integrità morale e sacrale. Le giovani femministe torinesi non si erano accorte che la regressione storica le avesse riportate indietro di un migliaio d’anni e che chiedere autodeterminazione equivalesse a compiere sacrifici umani, reato di eresia e stregoneria.
Parlando con Chiara, del collettivo femminista Mafalda, scopriamo che la manifestazione davanti alla curia torinese è stata indetta contro le modifiche della 194 proposte dal ministro Storace e che “il volantinaggio era stato organizzato davanti alla Curia e non davanti a una chiesa proprio per evitare di offendere i credenti”.
Ma in questo revival medievalista, che sembra aver investito l’Italia, dopo aver visto il grande inquisitore diventare Papa e il potere temporale (citando un presidente del Senato a caso, verrebbe in mente Pera) difendere strenuamente l’Occidente cattolico in pieno scontro di civiltà con le orde islamiche mancava di assistere al ritorno delle streghe. Ora che abbiamo visto le denunce di “vilipendio alla religione”, attendiamo i roghi in Campo de' Fiori. Se le streghe son tornate, d’ora in poi dovremo difenderci anche da loro e non solo dagli islamici che vogliono annientare la nostra civiltà. Le persone di maggiore cultura aspettano di sentire cosa ne pensa in merito la “Signora Fallaci”.
Tra un’amenità e l’altra, si prepara il funerale della laicità dello Stato e per molti cattolici quello del Concilio Vaticano II. Senza scomodare fini teologi come lAdriana Zarri, molti di noi guardano con preoccupazione all’involuzione reazionaria di Papa Benedetto XVI. I credenti disperano per la deriva autoritaria di un papato sempre meno attento alla contemporaneità, alla povertà globale, al celibato dei preti e al sacerdozio femminile ma sempre più attento alle abitudini sessuali dei cittadini italiani. I cittadini italiani sono disperati per le pieghe assunte dagli apparati di Stato in merito ai diritti civili. Se la Digos può fermare e schedare incensurati per il semplice fatto di aver manifestato contro le ingerenze delle gerarchie ecclesiali, la libertà di espressione nel nostro paese è messa fortemente a rischio.
Non ci resta che gridare “Tremate, tremate le streghe son tornate”. E sperare che nuovi movimenti, in prima istanza quello femminista, rivitalizzino la nostra democrazia malata.

tratto da http://www.aprileonline.info/articolo.asp?ID=7748&numero='75'








Torino IL CASO Manifestano sotto la Curia Una denuncia per 8 giovani Dalla Cgil arriva la solidarietà al gruppo "Fare breccia" La Chiesa: nessun esposto contro di loro

di NICCOLò ZANCAN

Un preservativo appiccicato sul citofono della curia. Uno striscione rosa shocking davanti all'ingresso: "Poletto stai zitto, l'aborto è un diritto". Per qualcuno è il ritorno di un nuovo movimento femminista: "Non è proprio così, noi ci siamo sempre state. Ma i tempi oscuri che stiamo vivendo ci obbligano a un impegno più concreto. Diciamo che è il ritorno all'azione". Di sicuro la protesta andata in scena alle undici di ieri mattina in via Arcivescovado non è passata inosservata. Una trentina di persone, fra ragazze e ragazzi del coordinamento "Facciamo Breccia". Una realtà che mette insieme collettivi universitari, centri sociali, collettivi femministi e alcuni circoli gay. La manifestazione non era autorizzata. "Vero - spiega Chiara - abbiamo deciso sotto una spinta emotiva, dopo l'assemblea in difesa della legge 194 che si è tenuta martedì sera all'Avogadro. Ma anche se non era una manifestazione autorizzata, non stavamo facendo nulla di male e non abbiamo offeso nessuno. Anzi, abbiamo scelto di fare volantinaggio proprio davanti alla Curia, invece che davanti a una chiesa, proprio per non dare fastidio alle persone". Però la polizia è arrivata lo stesso. Solo con alcuni minuti di ritardo. Gli agenti hanno fermato cinque ragazze e tre ragazzi, che a quel punto stavano guardando le vetrine in via Roma: "Assurdo, era tutto finito. Non c'erano gli estremi per portarci in questura". Sono stati identificati e denunciati a piede libero dalla Digos per vilipendio alla religione e manifestazione non autorizzata. "Pazzesco - commenta sempre Chiara, portavoce dei manifestanti - non pensavo neanche che esistesse più come reato, il vilipendio. Una legge arcaica e oscurantista che non fa che confermare tutti i motivi per cui abbiamo scelto di manifestare". Li riassume così: "Contro tutte le ingerenze del Vaticano nella vita delle persone. Noi riteniamo che le scelte di convivenza, l'orientamento sessuale e l'aborto riguardino esclusivamente l'individuo". Lo slogan che si sentiva di più: "Fuori i preti dalle mutande". Il volantinaggio è durato mezz'ora. Qualche attrito con la custode: "Tornate a lavorare!". L'idea era di raggiungere la sala dove era in corso l'incontro far il cardinale Poletto e i giornalisti per il tradizionale incontro di fine anno. Ma poi le ragazze i ragazzi del collettivo hanno cambiato idea. Così dopo altri slogan e altri volantini distribuiti agli automobilisti, si sono allontanati. Alcuni erano in via Roma, altri verso l'Università, quando hanno visto arrivare le volanti mandate dalla centrale operativa della questura. I commenti del pomeriggio sono tre. Quello della curia più che altro è una precisazione: "Non abbiamo denunciato nessuno". La Cgil: "Riteniamo ingiustificato il fermo e l'identificazione dei militanti del movimento "Facciamo Breccia". Hanno manifestato pacificamente le proprie idee contro le ingerenze delle gerarchie ecclesiastiche sulla Legge 194. Esprimiamo la nostra solidarietà". L'avvocato Gianluca Vitale, che difende gli otto denunciati: "Da quello che ho potuto capire, mi sembra molto difficile ipotizzare il reato di vilipendio della religione. E mi sembra comunque grave che un episodio minimo abbia prodotto conseguenze del genere".

(Repubblica, La del 22/12/2005)






Torino, 8 fermi e denunce per protesta femminista davanti alla Curia
Donne
Il corpo delle donne non si tocca!! 8 fermate/i e identificate/i dopo l’iniziativa alla Curia

Questa mattina, in quanto universitari/e precari/e del Movimento Facciamo Breccia abbiamo manifestato davanti alla Curia Metropolitana di Torino contro gli ultimi attacchi della legge 194 sull’aborto da parte del Vaticano e contro le affermazioni del Cardinale Poletto.

L’iniziativa è stata assolutamente pacifica. Abbiamo attaccato due striscioni alle pareti esterne della Curia con scritto “ PIU AUTODETERMINAZIONE, MENO VATICANO” e “POLETTO STAI ZITTO, L’ABORTO E’ UN DIRITTO” e distribuito volantini. A quanto pare la Chiesa non accetta pareri diversi ai suoi, infatti dopo che ci siano allontanate, in Via Roma abbiamo avuto una dimostrazione della vera carità cristiana. E’ stato richiesto infatti l’intervento delle forze dell’ordine per farci inseguire e fermare per cosiddetti “accertamenti di identità.” Nonostante tutti avessero con sé i documenti siamo stati/e trasferiti/e in questura a forze di spintoni, insulti e minacce (pare che una di noi sia stata apostrofata con un volgarissimo “il***** te lo metto in bocca”).

Adesso con una denuncia per vilipendio alla religione e manifestazione non-autorizzata siamo ancora più determinati/e a lottare per i diritti della donna, il laicismo e l’autodeterminazione.
Tutto questo nella Torino, addobbata a festa sia per le imminenti feste natalizie sia per “l’evento”, ovvero queste olimpiadi invernali che finora hanno significato solo un aumento della repressione verso che vuol fare uscire una voce diversa, nella stessa Torino che vuole essere capitale internazionale della cultura, che invece è diventata il laboratorio della cancellazione dei diritti, sul corpo delle donne, verso gli immigrati e nelle montagne della Valsusa.

TUTTI INSIEME A MILANO IL 14 GENNAIO!
CONTRO LA DITTATURA DEL VATICANO E PER LA LIBERTA DI SCELTA!

FACCIAMO BRECCIA
tratto da: http://www.anarcotico.net/index.php?name=News&file=article&sid=5990

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