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MILANO FOTO - In piazza per la legge 194 | ||
by lora Sunday, Jan. 15, 2006 at 12:18 PM | mail: | |
Milano, trent'anni dopo: ancora in piazza a difendere i diritti delle donne --- Sfilano in duecentomila per il centro di Milano per difendere il principio dell'autodeterminazione. «Siamo le donne e paura non abbiamo»...«Dai nemici mi guardi Dio che da Ratzinger mi guardo io»...«Il diavolo, Satana e Belzebù. Caro Ruini però il vero diavolo sei tu». Colore, grinta e fantasia. Le donne del 2006 scelgono di scendere in piazza portandosi amici, fidanzati e mariti. Sessanta i pullman partiti per raggiungere il capoluogo lombardo, treni speciali, aerei e diverse delegazioni dal sud Italia che si sono mosse con mezzi propri. Come da Palermo dove le donne, per raggiungere Milano, si sono autofinanziate con i fondi raccolti da una tombolata. In testa al corteo, la giornalista di Diario, che un mese fa ha lanciato l'appello su Internet dal titolo «Usciamo dal silenzio», non si capacita del risultato conseguito. Franca Rame, al suo fianco, attacca «il becero moralismo che ci sta riportando indietro di decenni». Ci sono tutte le generazione a chiedere che la 194 non venga modificata. Donne con i capelli bianchi al fianco delle più giovani dalle chiome di tutti i colori. Così attraversando il corteo, capita di incontrare le "streghe" che con i loro cappelli a punta e i mantelli neri vanno in giro a spaventare i bambini. Ragazzi mascherati da draghi, «come quelli che stanno cercando di divorare i diritti delle donne». Una giovane ragazza, che rappresenta la nostra Repubblica, incatenata a due cardinali. C'è poi un lungo lenzuolo bianco dal quale spuntano solo le teste di chi ha scelto di «unire i cervelli per liberare i corpi» perché «ora che ci siamo ritrovate non possiamo più separarci». Più avanti il coro delle Belle di notte, da Como, intona «Oh Partigiano». C'è anche lo striscione del Movimento degli uomini casalinghi, direttamente da Triora, il paese delle streghe dove la caccia alle donne considerate demoniache iniziò nel 1558. «Padrone di nulla serve di nessuno», recita lo striscione del Movimento anarchico. Sfilano le Giuriste democratiche, avvocati, giudici, notai. Sfilano le giornaliste Rai, contro il silenzio e per la difesa dei diritti. Sfilano le precarie e i precari, le donne straniere venezuelane e etiopi. Sfilano gli studenti dei licei e delle università. Sfilano le pensionate dello Spi-Cgil, ma anche semplici signore anziane che mostrano il cartello «tremate, tremate, le nonne son tornate...». A piazza Duomo, in serata, prevale la commozione. Dal palco Ottavia Piccolo saluta, grazie alla diretta di Radio Popolare, il popolo dei Pacs riunito a piazza Farnese. Un lungo applauso unisce virtualmente le due cause. Qualcuno si commuove ricordando momenti passati: «Sono qui con mia figlia -dice Federica- avevo dimenticato quanto l'eco della piazza potesse essere entusiasmante». «Io ho 67 anni e non ho certo bisogno di abortire - racconta Carmela, Spi-Cgil Firenze - ma queste persone vanno rimesse al loro posto altrimenti avranno l'impressione di essere i padroni delle nostre vite e non voglio che le mie nipoti crescano in questo clima». «Io ho 23 anni -dice Chiara di Torino - con le mie amiche abbiamo creato un gruppo di discussione all'università per prepararci a questa manifestazione. Credo che il femminismo non sia mai morto». «Io ho 33 anni e nessuno può dire che le donne usano l'aborto come contraccettivo - attacca Sara di Milano - vogliamo fare figli e farli crescere dignitosamente, ma vogliamo anche una casa, un lavoro e dei diritti altrimenti crescerebbero nell'aridità».
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