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Metalmeccanici 17 gennaio 2006
by Piegarli di mazzate, scioperi,blocchi Tuesday, Jan. 17, 2006 at 6:12 PM mail:

BASTA SCONTI!!!GLI OPERAI FARANNO IN PROPRIO LA LOTTA A DECIDERE SARANNO I RAPPORTI DI FORZA

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17.01.2006
Federmeccanica: sì alla trattativa. Ancora blocchi e scioperi
di red.

La Federmeccanica ha deciso di riprendere le trattative sul contratto dei metalmeccanici. L’annuncio viene Massimo Calearo, presidente dell’associazione industriale, al termine della riunione della giunta, svoltasi a Milano. «Il consiglio direttivo e la giunta mi hanno dato mandato a rientrare in campo, ho chiesto un incontro con i sindacati già da domani» ha detto Calearo uscendo dalla riunione. Calearo ha precisato che la trattativa proseguirà con limiti ben precisi come la competitività delle imprese e le esigenze dei nostri dipendenti tenendo conto che la situazione è difficile sia per le imprese sia per i lavoratori che scioperano.

«Speriamo che sia la volta buona. Gli industriali sanno benissimo a quali condizioni ragionevolmente si chiude o si rompe.Non siamo disposti a scendere al di sotto di certe condizioni». Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil, commenta così la decisione di Federmeccanica. «Questa settimana di lotte è servita -spiega Cremaschi- a
cancellare definitivamente la devolution contrattuale e chi pensava si potesse non fare il contratto nazionale. I metalmeccanici lo vogliono e la mobilitazione lo ha dimostrato».

Anche per il leader della Fim-Cisl, Giorgio Caprioli, l’annuncio degli industriali «è un buon segnale. Dovrebbe essere un buon segnale. Loro sanno che la proposta che ci avevano presentato non andava bene. Immagino che con il nuovo mandato cambi anche la proposta. Se è così la trattativa può riprendere e si può finalmente provare a chiudere».

In realtà, precisa lo stesso Calearo, l’associazione padronale decide di discutere ma non si muove dalla sua proposta di aumento: 94,5 euro mensili in cambio di maggiore flessibilità contro i 105 chiesti dai sindacati. Ma è probabile che si tratti solo di un annuncio tattico. Lo si vedrà mercoledì alle 6, quando è previsto il primo incontro tra le due delegazioni nella sede di Confindustria a Roma.

Anche nel pomeriggio di martedì sono proseguite le proteste e i blocchi di strade e stazioni da parte degli operai esasperati da una situazione che dura da oltre 13 mesi.

La giornata era cominciata presto. Già verso le sette del mattino cortei e blocchi si sono registrati in quasi tutta Italia. A Milano, quasi diecimila tute blu hanno invaso la città per il comizio del segretario della Fiom-Cgil Maurizio Zipponi, una serie di manifestazioni hanno bloccato autostrade, strade e anche stazioni di mezza Italia: dalla Torino-Milano fino alla tangenziale di Bari. Bloccata anche nei due sensi la Palermo-Messina come la A14 all'altezza di Ancona e nei pressi dell'uscita di Val di Sangro. E poi ancora fermi per quasi un’ora tutti i treni nella stazione di Bologna, invasa dalle tute blu. Scioperi a catena in Lombardia e in tutti gli stabilimenti Fiat. La giornata di martedì è infatti decisiva per la trattativa: proprio a MIlano si riuniscono i vertici di Federmeccanica e riprenderà il confronto tra i sindacati e l'Unionmeccanica, aderente alla Confapi.

Dopo 13 mesi di braccio di ferro con Finmeccanica e 62 ore di sciopero, i metalmeccanici continuano a chiedere il rinnovo della parte economica del contratto. Dalla scorsa settimana ci sono stati scioperi a catena. Martedì mattina, i primi a dare inizio alle proteste sono stati i metalmeccanici della provincia di Gorizia, in particolare quelli del polo industriale di Monfalcone, che hanno bloccato l'autostrada A4 Trieste-Venezia, alla barriera del Lisert, a pochi chilometri da Trieste. Ma caselli autostradali chiusi e forti rallentamenti al traffico automobilistico sono stati segnalati anche in Veneto a causa dei blocchi organizzati dai lavoratori ai caselli di Treviso Sud sulla A27, sulla A4 al casello di Padova Est, di Vicenza Ovest, di Soave e di Verona Sud.

A Bologna sono almeno 15.000, secondo i sindacati, i lavoratori che hanno partecipato al corteo arrivato davanti alla stazione centrale e almeno un migliaio quelli cha hanno occupato i primi sei binari dello snodo ferroviario. Fra di loro anche le “tute rosse” dei 240 meccanici della Ferrari di Maranello. Dietro di loro, le campane che suonano a morto, «perchè senza contratto- dice qualcuno- si uccidono i lavoratori». I ritardi dei convogli, a causa della protesta, hanno superato anche un'ora. Altra stazione bloccata è stata quella di Jesi, dove i manifestanti hanno interrotto la linea Falconara-Orte, così come quella di Borgo Incoronata, ad una decina di chilometri da Foggia.

Alla periferia di Potenza hanno manifestato i lavoratori della Fiat di Melfi, bloccando la superstrada Basentana. Contemporaneamente i colleghi dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, in Sicilia, hanno invece rimosso i loro blocchi sull' autostrada A19, così come blocchi sono stati segnalati e poi rimossi anche sull'autostrada A14 nei pressi dell'uscita di Val di Sangro, all'uscita dal casello di Pesaro sempre sull'A14 e sull'Autostrada dei Laghi, in direzione Milano-Varese e viceversa, fra Busto Arsizio e Castellanza. Traffico in tilt sulla tangenziale di Brescia, fino al casello autostradale di Brescia Centro. L'autostrada A22 del Brennero è invece stata bloccata per una trentina di minuti al casello di Bolzano Sud.

La manifestazione più importante a Milano dove, nel pomeriggio di martedì, è fissata la riunione di Federmeccanica in seno alla quale verranno prese le decisioni sul rinnovo del contratto. «Milano deve vedere e capire chi sono i metalmeccanici e sapere che la protesta proseguirà oggi e domani», ha annunciato il segretario della Fiom Milano, Maurizio Zipponi. «Sono passati 13 mesi di lotta e di sacrifici durante i quali i metalmeccanici erano invisibili - ha affermato al megafono davanti ai manifestanti il segretario della Fiom Milano -. I responsabili del blocco della trattativa sono Federmeccanica e Confindustria, un unico avversario. Se domani il contratto non ci sarà continueremo con più determinazione nelle fabbriche e nelle piazze».


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