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"Il ponte? Non lo vuole Nettuno..."
by ansa Sunday, Jan. 22, 2006 at 7:25 PM mail:

"Il ponte? Non lo vuole Nettuno..."


MESSINA - Circa 10.000 persone hanno sfilato in corteo a Messina per protestare contro la realizzazione del ponte sullo Stretto nell'ambito dell' iniziativa 'No Ponte, No Tav', slogan scandito continuamente dai partecipanti, promossa da associazioni ambientaliste, partiti, movimenti e società civile.

Presenti, tra gli altri, Rete Lilliput, Verdi, Ds, Rifondazione comunista. In piazza anche numerosi comitati sorti in Sicilia contro gli inceneritori dei rifiuti, i membri del gruppo "No Tav" della Val di Susa (circa 400 persone) e i veneziani che protestano contro il Mose. Nel corteo pure un asino bianco, coperto da un lenzuolo con la scritta in rosso 'No al Ponte', le stesse portate da alcuni cani con i loro padroni in corteo. Tra gli striscioni spiccava un ironico: "Il Ponte? Non lo vuole Nettuno...".

La manifestazione è terminata a piazza Municipio dove si è svolto un comizio da parte della Rete no ponte, del sindaco di Messina, Francantonio Genovese e di quello di Villa San Giovanni, Rocco Cassone. "Il ponte - ha detto Genovese - non è assolutamente una priorità, questo tipo di struttura non interessa né a Messina né al Mezzogiorno e ora che la politica si impegni per creare delle vere occasioni di sviluppo per le nostre realtà. Ci confronteremo con il governo nazionale e regionale sullo sviluppo del territorio per evitare che si possano prendere decisioni slegate dalle aspettative dei cittadini". Dello stesso parere il sindaco di Villa San Giovanni che ha dichiarato: "Da oggi si è costituito un ponte virtuale tra il Sud e la Val di Susa contro la realizzazione di opere che sono lontane dalle vere esigenze del territorio".

In particolare gli ambientalisti chiedono al governo di "non perfezionare alcun accordo con il general contractor per evitare qualunque danno ai conti pubblici, tanto più che ancora non si conoscono gli esiti delle indagini in corso e delle procedure d'infrazione europee; di impiegare i 6 miliardi di euro (che potrebbero diventare tra i 7,5 e i 9), previsti a consuntivo per la realizzazione del ponte, per adeguare e potenziare invece le infrastrutture esistenti in Calabria e Sicilia; di cancellare l'aiuto di Stato di 138 milioni di euro, garantito attraverso Rfi, alla Stretto di Messina SpA; di rivedere la posizione degli enti pubblici nei confronti della Stretto di Messina spa, con l'obiettivo del progressivo superamento del suo attuale assetto, al fine di una reale promozione delle infrastrutture realmente utili al Sud, sulla base di un piano di investimenti, frutto di un ampio confronto tra le popolazioni e gli enti locali".

Tra i promotori c'è il Wwf che ribadisce il proprio "deciso, convinto e motivato no" al ponte sullo Stretto invitando nuovamente il "governo a una sospensione delle attività fino alla conclusione delle elezioni politiche di aprile" e la società incaricata di realizzare l'opera a "ritirare lo studio di impatto ambientale. Lo devono fare perché è un obbligo di legge presentare un progetto che sia confacente ai dettami delle direttive europee per la tutela del territorio, come quella del 18 ottobre scorso con cui era stata chiesto all' Italia di evitare danni e perturbazioni a questa area protetta, in particolare agli uccelli".

La società Stretto di Messina replica parlando di "critiche prive di fondamento". "Le critiche diffuse dalla Rete no ponte a sostegno della manifestazione del 22 gennaio - si legge in una lunga nota - si basano su slogan privi di fondamento sul piano tecnico, ambientale, socioeconomico e finanziario. Si tratta infatti di affermazioni che contrastano con l'evidenza dei fatti, con quanto fissato nel progetto, con le approvazioni rilasciate dalle autorità competenti, con le valutazioni del governo, del Parlamento italiano ed europeo, e con le sentenze, tutte a favore della società, finora emesse nei contenziosi avviati contro il ponte".

"Il ponte - sottolinea la nota - non 'devasta' l'ambiente. Il progetto ha superato il rigoroso esame delle competenti autorità ambientali e quelle del Tar e al Consiglio di Stato che hanno respinto i vari ricorsi degli ambientalisti. In realtà sono state adottate molte precauzioni e metodologie realizzative che fanno del progetto un'opera all'avanguardia nel rispetto dell'ambiente e del paesaggio. Il 23 gennaio verrà aggiudicata la gara internazionale per il monitoraggio ambientale, con un valore di circa 40 milioni di euro. È uno strumento fondamentale e innovativo, un guardiano dell'ambiente che tiene sotto controllo tutte le attività di cantiere e gli eventuali effetti su tutta l'area dello Stretto, pronto ad intervenire qualora non fossero rispettati i limiti di legge".

22 Gennaio 2006

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