Un grazie per aver condiviso, seppur nella diversità esistente tra pensiero laico e cattolico, tantissime battaglie che questa città dimentica con facilità.
Le lotte contro la centrale termoelettrica, al fianco degli immigrati per il diritto al permesso di soggiorno, contro le guerre imperialiste/colonialiste anche quelle considerate “giuste”, al fianco dei disoccupati come nella marcia per il diritto al lavoro, per chi non lo ha, per chi lo ha perso e per i diritti nei luoghi di sofferenza (carceri e manicomi).
In questi decenni di tuo operato, tantissime donne ed uomini di diverse fasce generazionali e militanti della sinistra salernitana, hanno avuto il piacere e l’onore di individuare in te un punto di riferimento serio ed onesto specie per il tuo impegno e solidarietà verso i popoli oppressi come quello palestinese.
Il tuo impegno ha contribuito a dare visibilità e testimonianza della comunità di Salerno nel sostegno anche economico a diversi progetti come quello della realizzazione di scuole ed asili nella martoriata Gaza, così come hai permesso a salernitani/e di fare parte di delegazioni internazionali, non ultima quella nei campi profughi nel Libano, Giordania e Cisgiordania.
Come potremmo dimenticare l’emozione derivante dalla consegna delle buste di plastica trasparenti contenenti monete (da 5 centesimi ad 1 euro) frutto di collette popolari, espressioni di partecipazione/condivisione di fedeli componenti la comunità del Volto Santo, da te educate a volere il bene del prossimo. Sei stato un prete scomodo per i poteri forti della nostra città tanto da meritarti l’avvicendamento d’imperio da parte dell’attuale vescovo “seppur non decrepito”.
Tale decisione ”d’imperio” dell’attuale vescovo salernitano, che solo esteticamente si diversifica dal vescovo precedente, per la sua estrazione Gesuita. In sostanza entrambi si sono contraddistinti per aver chiuso le porte del Duomo sia a immigrati che ai disoccupati organizzati.
Caro Don Pierino, il nostro pensiero è condiviso da tantissimi compagni di Salerno che non dimenticheranno mai il tuo operato.
Più di ogni compagno/a non ti dimenticheranno le bambine/i palestinesi che siedono nei banchetti dell’asilo intitolato a Vittorio Arrigoni, di cui hai metabolizzato il testamento “restiamo umani“, quando da adulti vorranno sapere chi ha contribuito alla realizzazione di un piccolo sogno, quello di vivere normalmente come i bambini del resto del mondo “pacificato” con la speranza che non venga distrutto da un missile “intelligente” israeliano.