Il “Renzismo” è una variabile impazzita del riformismo europeo che ha perso la capacità di far valere il primato della Comunità rispetto alla prepotenza delle lobby economiche, così come anche l’universo liberale ha smarrito il senso della sua missione che è stata sempre quella di sapere marcare i limiti entro i quali trova senso la libertà d’impresa e i diritti dei cittadini. Contemporaneamente a ciò molto del vasto e variegato mondo del radicalismo politico di sinistra ha declinato da oltre venti anni la tenace e concreta lotta di classe per riversarsi in un ambientalismo anti industriale, o in una deriva populista che in alcuni casi lo accomuna alle destre in una lotta politica senza più attenzione e distinzioni per le categorie del potere e del sapere. Questi opposti radicalismi spesso intendono abbattere il potere e tutte le forme storiche dell’intermediazione politica, commerciale e relazionale attraverso le tecniche cibernetiche, pur attribuendo a tali tecniche gli effetti negativi della disoccupazione. Il superamento di questi paradossi politici della società “internettiana” rappresenta una delle maggiori sfide per le idee che vogliono trasformare il mondo. La filosofia prese piede in un mondo ove le capacità associative e lavorative degli uomini produssero gerarche funzionali in cui ebbe senso storico la lotta di classe, mentre la realtà “internettiana” appare invece come un mondo senza classi e senza conflitti. L’individuo che agisce e produce valore per il capitalista “internettiano” è privo di responsabilità verso gli altri, poiché in questo modo di produrre non ci sono né compagni, né colleghi di lavoro. In questo passaggio storico deve diventare chiaro per tutti che molti degli effetti distorsivi di tali modi di produrre, specialmente per ciò che concerne il “valore/lavoro” ossia il tempo di lavoro, sono dovuti alla crisi delle idee politiche, che sta approdando alla crisi della sovranità. Oggi la politica delega le sue responsabilità a tecniche di controllo e di comunicazione prive di contenuto etico ed associativo, ragion per cui chi è chiamato a responsabilità di governo non riesce né a governare il mercato, né ad affermare la giustizia sociale che è dovere e compito di ogni governo.
In questa “Torre di Babele”, il governo Renziano chiama gli Italiani ad esprimersi a favore della sua Riforma Costituzionale, ciò perché le costituzioni nazionali dei vari stati europei debbono conformarsi ai trattati fondativi dell’Unione Europea. Ma i cittadini che sono chiamati a votare con un SI o con un NO la Riforma Costituzionale, sanno che cosa è la U.E. ?
L’Unione Europea si regge sui trattati di Maastricht 1992 e Lisbona 2007 (col primo trattato si introdusse la moneta unica, l’Euro, in circolazione in Italia nel 2002); la Riforma della Costituzione Italiana si conforma alle regole di tali trattati che furono approvati nel 2007 a Lisbona da 27 capi di stato.
Quindi noi siamo chiamati a cambiare con un voto la nostra Costituzione che si insegna nelle scuole e si studia nelle Università per un trattato che nessuno studente italiano ha potuto studiare, e nessun parlamentare europeo ha potuto mai leggere, una segretezza simile al trattato della NATO. Prima di approvare o respingere la Riforma Costituzionale Italiana sarebbe più logico fare un referendum sul trattato di Lisbona, svelando in tal modo agli ignari cittadini europei il suo contenuto reale.
Il Trattato di Lisbona non è una costituzione su cui prestare giuramento, tale trattato è composto da 3000 fogli con migliaia di emendamenti e centinaia di regole, è stato scritto da ragionieri e non da giuristi, è un trattato simile alle polizze assicurative, che offre i poteri senza alcun controllo popolare ad istituzioni che possono stipulare nuovi trattati internazionali sul commercio estero in grado di danneggiare agricoltori ed artigiani europei, che potrà portarci in guerre come già è avvenuto in Jugoslavia, in Libia, e come sta avvenendo in Siria.
L’Unione Europea è preda dei signori del denaro e della guerra che come carcerieri hanno sequestrato tutti i popoli d’Europa, privandoli della propria civiltà e cultura, tutto ciò per desiderata delle Petromonarchie del Golfo, che dalla guerra contro i Russi nel 1979/89 in Afghanistan, e nel 2000 contro i Serbi in Jugoslavia, decisero investimenti finanziari prima nel F.M.I., poi dopo il 1992 anche nella B.C.E. e nelle fabbriche strategiche: italiana, francese e tedesca, ciò dopo dieci anni di investimenti in fabbriche di armi americane e britanniche. Questi Emiri finanziatori dell’economia europea sono anche ispiratori di alcune leggi sul lavoro come Jobs Act che limita i diritti associativi dei lavoratori. Ma a questo punto è immaginabile che persino la Riforma Istituzionale voluta dal Governo Italiano, nonché tutti questi trattati, sono stati ispirati dalle petromonarchie arabe. Costoro quindi comandano anche in Europa e non hanno voglia di conoscere diritti ai lavoratori europei, innanzitutto perché nei loro paesi vige il lavoro schiavistico, ma soprattutto il lavoratore europeo è prevalentemente di religione cristiana e di idee socialiste.
I lavoratori e i cittadini europei che hanno a cuore la propria civiltà invece di prendersela con i profughi se la devono prendere con i Signori della Guerra, parenti stretti dei Signori del Denaro, e da tutti i loro consiglieri europei: Politici, Manager, Industriali. Costoro rappresentano il fronte di classe che noi dovremmo battere respingendo la loro Riforma Costituzionale.
Il 4 Dicembre 2016 ci sarà il Referendum sulla Riforma Costituzionale.
Noi invitiamo i cittadini a votare
NO
Comitati Popolari per il No alla Riforma Costituzionale
Coordinamento dei Comitati Popolari per il NO
comitatipopolariperilno@gmail.com