Afilando las ideas contra la prisión - Conversazione con Mauricio Morales

da Culmine
Afilando las ideas contra la prisión

Aguzzando le idee contro la prigione

Conversazione con Mauricio Morales (trascrizione testo del video)


Cos'è la prigione?

La prigione è lo strumento che il sistema ha per tornare a mettere in riga il soggetto che ha trasgredito la legge, purtroppo, o non so se purtroppo, l'asse fondamentale di tutto ciò implica intendere la società come una questione perfetta, sappiamo già che essendoci tante persone, tanti soggetti detenuti o arrestati, ci rendiamo conto che il sistema è imperfetto, perché si basa sulla disuguaglianza. Essendo basato sulla disuguaglianza, essendo basato sul principio d'autorità, verticale, indotto a forza, introdotto dalla scuola, dai sistemi d'insegnamento di qualsiasi tipo, dalla religione o da qualsiasi forma dogmatica di intendere il mondo, sappiamo quali interessi ci sono dietro. C'è un interesse a continuare a mantenere quel che si chiama lo status quo, cioè che domani tu ed io dobbiamo lavorare per uno stipendio, sacrificarci per uno stipendio, per continuare a vivere e che ci siano altri soggetti, altre persone che ottengono tutti i benefici da questo sistema di produzione, pertanto il criminale, colui che trasgredisce la legge, il delinquente, il soggetto che agisce contro l'ordine stabilito sarà punito.


Quel che pretende la prigione è prendere delle misure punitive, il che significa che se tu l'hai fatto, ed io ne sono testimone, ci penso due volte nel far qualcosa che mi spinga a cadere in prigione, perché la prigione per me è profondamente simile ad un cimitero, in cui le sbarre assomigliano alle croci e le mura assomigliano alle tombe. Chi si trova lì, è praticamente immobilizzato relativamente alla capacità di comunicare con gli altri, alla capacità di creare con gli altri, alla capacità di vivere, cioè sopravvive, certo, come sopravviviamo molti qui fuori, ma c'è un problema che è reale, c'è il carceriere, che è lì con il suo mitra, ci sono le mura, ci sono le sbarre e sicuramente non c'è la 'libertà' (tra virgolette) che abbiamo noi che ci spostiamo da un punto all'altro e facciamo (sempre tra virgolette) 'le cose che vogliamo fare e quando vogliamo farle'. Egli ha un tempo per l'aria, un tempo per mangiare, un tempo di reclusione specifica nella sua cella e nella sua sezione ed ha un tempo specifico per i colloqui, da condividere con gli altri ed anche per i colloqui più ristretti.


In tal senso il carcere è un'istituzione punitiva, che vuole dimostrare all'individuo comune, al cittadino comune, come uno dev'essere, perché se così non fosse va a finire in quel cimitero come io lo definisco, non so se cimitero, in quella prigione che assomiglia molto a quel che è un cimitero.


Sulla legge

Cosa è legale, cosa illegale. Cosa c'è alla base di tutto? La proprietà. La disuguaglianza che genera la proprietà, perché se uno vive, non so, non dico nell'opulenza, ma se uno avesse tutti gli strumenti per far della sua vita quel che realmente vorrebbe fare, di certo non ci sarebbe delinquenza, sicuro che non ci sarebbe il furto, o per lo meno esisterebbe ad una scala molto più ridotta, perché se tutti avessimo, non so, da mangiare nelle nostre tavole, un letto caldo, parlo di cazzate di base, non parlo dell'educazione com'è adesso l'educazione, ma parlo di un'educazione più integrale, parlo di una salute più integrale, che non ha a che vedere per forza con le attuali istituzioni, certamente la delinquenza non ci sarebbe, esisterebbe la disuguaglianza sociale che c'è adesso ma non la delinquenza, sicuramente questo soggetto che è costretto a far qualcosa non lo farebbe, perché se tu non hai fame per qual motivo vai a rubare per mangiare, sarebbe una stupidaggine, non avrebbe una logica, mentre adesso tutto ha una logica, nel senso che tutto è illogico, che la società funziona male, che la società è basata nella disuguaglianza e che la stessa società è basata sullo sfruttamento.


C'è gente che per una questione di principi, o di moderazione nel carattere o di temperamento, non accetta che venga qualcuno e gli imponga qualcosa, allora in tal senso il soggetto rivoluzionario cosciente, che incarna un'azione, non vuole che non ci sia nulla sopra di lui, né nessuno, oltre a se stesso e quelli con i quali egli ha deciso di stare e di convivere, ed anche il delinquente comune fa lo stesso, perché anche il delinquente comune disprezza il lavoro com'è oggi, perché il lavoro attuale è morte, in tal senso è ovvio che lo rifiuta.


Allora, ci potranno essere due classi di soggetti, che per me sono più o meno lo stesso, ma che si trovano in posizioni di coscienza di più o meno coscienza, non so se mi spiego.


Anticarcerario

Mi considero una persona anticarceraria, perché è una questione logica, mi considero anticapitalista, nel considerarmi anticapitalista cerco di rompere con la logica del sistema capitalista, e la logica del sistema capitalista attualmente è quella di rinchiudere colui che trasgredisce la legge per una questione di una sua logica interna.


Come individuo, la mia esperienza carceraria è stata piuttosto ridotta, non sono stato più di un mese in carcere, prigioniero e questo, considerando che altre persone che sono state per più tempo, è poco, sono stato lì per reati piuttosto piccoli, per un'aggressione ai carabineros. Mi hanno tenuto rinchiuso per circa una settimana e mezza, è stata una situazione piuttosto penosa, ma fondamentalmente non ho un'esperienza di tanti anni nel merito.


Quel che sì posso menzionare è la mia vicinanza ai compagni, e dico compagni perché hanno scelto questa via rivoluzionaria di trasgredire le leggi, e la vicinanza che ho è soprattuto a livello personale, solidarizzo con i compagni che lottano, che stanno in lotta...


E' che per le loro azioni, e coerenza interna, oggi sono rinchiusi, ieri sono stati rinchiusi, e continueranno a cadere prigionieri, continueranno ad esser rinchiusi, beh io non so, non sono un indovino che vede il futuro, forse mi capiterà in qualche momento di scrivere da dentro e manifestare il mio affetto a quelli che staranno fuori.


Ma in pratica, sono poche le persone che s'impegnano sul serio, che agiscono sul serio in solidarietà con i compagni che sono in lotta, allora in tal senso, è ben poco quel che possiamo fare, non è molto quel che possiamo fare, certo a livello qualitativo, ma a livello quantitativo siamo ben pochi, allora è difficile aumentare in numero quando stai proponendo questo, quando stai proponendo di attaccare il sistema capitalista, quando stai proponendo di attaccare una delle sue istituzioni più schifose che è il carcere. In tal senso, la lotta anticarceraria che uno può condurre è quella di sostenere nella diffusione delle idee dei compagni, quando scrivono comunicati, appoggiare la diffusione dello stato in cui si trovano.


A dire il vero non condivido quasi nulla con i compagni mapuche, eccetto l'autonomia in cui hanno un loro discorso, ma lo stesso vado alle attività mapuche... e solidarizzo il più possibile, ovvero inviando vestiti, alimenti, che son sempre lì, sempre ci saranno, ovvero come dicevano i compagni dell'ALF quando agivano, se non siamo noi chi? E se non adesso quando? Cioè, sta a noi appoggiare le cause che consideriamo giuste e per me la lotta anticarceraria è una causa giusta.


Il fatto che Axel sia in carcere, mi riempie il cuore d'angoscia, perché conoscerlo personalmente è una questione che colpisce e per di più il compagno ha un discorso che è fondamentalmente e fraternamente simile al nostro, è anticapitalista, ha tutto un passato di lotta che è rispettabile ed apprezzabile e che se ci mettiamo a valutare le situazioni, è uno dei tuoi, non è un fottuto X che ha fatto qualcosa per la sua droga, per i suoi interessi, l'ha fatto con coscienza.


Non sto delegittimando i prigionieri sociali, né li sto disprezzando, tuttavia do un po' più di valore (ai prigionieri politici), perché son compagni che se la giocano, perché son compagni che se la sono giocata, e perché son compagni che alla fine cercano di combattere quel che a loro dà fastidio, che è l'autorità, il principio d'autorità, il principio di potere, e che in definitiva è la società, in quanto è la società quella che sta male, in tal senso non ho nessuna esperienza come prigioniero e spero di non averla (sorrisi... ), ma l'esperienza che ho è l'esperienza di solidarietà, che s'è stabilita -a livello individuale- tra me e gli altri compagni sulla lotta anticarceraria, sulla solidarietà verso soggetti specifici che ho conosciuto, e con soggetti che non conosco, perché la Flora Pavez non la conosco nemmeno, né nella mia vita ho avuto a che fare con lei, ma è questo il senso e credo sia lo stesso per voi, per una questione di logica, in tal senso la nostra lotta è la solidarietà, e la solidarietà da non intendersi come una parola, bensì nell'azione quotidiana.


A volte queste cose non sono apprezzate, come lo stesso fatto di questo spazio, cioè questo non viene apprezzato, ma lo stesso te la stai giocando, sei la faccia visibile della guerra sociale, ed in qualsiasi momento ti vanno a mettere in qualche situazione, in tal senso bisogna stare con il morale in alto, alla fine è il morale quel che ci deve differenziare, ed in tal senso torniamo lo stesso al tipo del criminale, è l'etica che ci differenzia, c'è un'etica rivoluzionaria ed una di coscienza che diversificano un soggetto dall'altro.


In tal senso la mia lotta anticarceria punta sempre a che ci sia la morale, ma per decantare tutti gli altri, perché io non voglio una società basata sulla paura, non voglio una società, di fatto non voglio una società, voglio una comunità, e questo è molto diverso da una società, perché la società è un qualcosa di imposto, la comunità è un qualcosa che uno vuole.


Allora, in tal senso, le comunità che io vedo, che intravedo nel futuro, non hanno nulla a che vedere con una scuola, né con un manicomio, né con un carcere, hanno a che vedere con il desiderio di stare con le persone con cui vuoi stare, e di fare con le stesse persone quel che vuoi fare, ed in tal senso la mia proposta è la distruzione letterale di questo sistema, nulla si può riformare...

Sab, 22/05/2010 – 10:41
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