Cie | Torino - Quali ditte consentono al lager di Corso Brunelleschi di funzionare

Riportiamo un articolo apparso su macerie a fine agosto, per chi non lo avesso ancora letto:

Sul libro paga

Per poter funzionare ed essere un tassello così importante della
macchina delle espulsioni, un Cie come quello di Corso Brunelleschi
necessità di una svariata gamma di servizi e attività, oltre a quelle
svolte da militari, forze dell’ordine e personale della Croce Rossa.
Sono quindi numerose le aziende che in maniera diversa concorrono alla
reclusione degli immigrati senza documenti e che da essa traggono un
profitto.

Naturalmente, una parte consistente del lavoro che si svolge
all’interno del Centro è di tipo strettamente burocratico: comunicazioni
con uffici dell’Anagrafe, questure, commissariati, consolati,
ambasciate etc., sia per tentare di dare un nome a coloro che sono
rinchiusi, che per organizzare poi la loro espulsione. La guerra
all’immigrazione clandestina ha dunque, molto banalmente, non solo
bisogno di manganelli e lacrimogeni ma anche di un piccolo esercito
d’impiegati, armati di fotocopiatrici, fax, telefoni e di una buona connessione internet.

Spostandoci dagli uffici dei carcerieri alle aree dove si trovano i
reclusi, uno dei pochi oggetti presenti, caratteristico di un po’ tutti i
luoghi di prigionia, è il televisore, cui è affidato il delicato compito di ingannare chi è rinchiuso circa il lento trascorrere del tempo.

Applicando il semplice principio secondo il quale meno oggetti i
reclusi hanno a disposizione, meno ne possono usare quando si rivoltano,
l’arredamento dei casermoni è a dir poco minimal. Tra i pochi oggetti presenti, oltre ai televisori e a degli armadi e letti di ferro attaccati alle pareti, ci sono i materassi e le coperte,
che si rivelano, per la loro infiammabilità, molto utili durante le
rivolte. A giudicare poi dai tanti incendi appiccati negli ultimi mesi
non dev’essere servito a granchè lo sforzo delle autorità di acquistarne
di ignifughi.

Pochi tavoli e qualche sgabello, rigorosamente di metallo, sono poi presenti in sala mensa.

Uscendo dai casermoni, fondamentale per la gestione del Centro è la
possibilità che le forze dell’ordine monitorino costantemente l’intero
perimetro alla ricerca di qualsiasi movimento sospetto e possano in ogni
momento comunicare tra loro via radio. Oltre naturalmente agli impianti d’illuminazione e videosorveglianza, è molto importante che nel Cie sia quindi presente un gruppo elettrogeno pronto a mettersi in funzione in caso di improvvisi blackout.

Pur non essendo strettamente legate alle attività di sorveglianza,
non meno importanti per il buon funzionamento del Centro sono tutta
un’altra serie di lavori di manutenzione più generici che riguardano gli
impianti idraulici, termici o anche gli ascensori.
Del resto, l’opera di distruzione condotta dai reclusi durante le
rivolte non si concentra certo solo sulle recinzioni o sulle telecamere,
ma sull’intera struttura. Se l’obiettivo dei rivoltosi è dunque quello
di rendere completamente inutilizzabile il Cie, come definire, se non
complice della loro reclusione, chi svolge i vari lavori di
manutenzione?

Un ruolo particolare è svolto dalle compagnie d’assicurazioni
la cui importanza, viste le costanti rivolte e i tanti incendi degli
ultimi anni, è certamente aumentata, almeno quanto è aumentato l’importo
delle polizze stipulate con la Prefettura.

L’ultima occasione di profitto garantita dal Cie è l’attività con cui
molto spesso, purtroppo, si conclude la reclusione di chi è senza
documenti, l’espulsione.

Qui potete leggere l’elenco completo delle ditte che consentono al Cie di Corso Brunelleschi di funzionare.

macerie @ Agosto 24, 2014


Ven, 26/09/2014 – 17:00
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