Cimici a Torino

Qualche giorno fa, un compagno rinviene nel tettuccio della propria auto, collegata ai cavi di alimentazione della luce dell'abitacolo, una microspia (foto 1) formata da un cellulare modificato (foto 2 e 3), una antenna (foto 4), un rilevatore Gps (foto 5) e due microfoni (foto 6).
Oggi, giovedi' 7 giugno, la microspia e' stata distrutta in diretta radiofonica durante la trasmissione di Radio BlackOut "Bello come una prigione che brucia", a colpi di martello audio 0.
Equamente suddivisi, i frammenti sono stati recapitati, in busta chiusa e sempre in diretta radiofonica, a:
1- Al Signor Questore di Torino, tramite l'ispettore Raimondi, della Digos di Torino audio 1
2- Al Tenente dei Carabinieri di Moncalieri audio 1 e 2
3- Al Signor Sindaco di Torino Segio Chiamparino, tramite l'assessore alle Politiche per l'integrazione Ilda Curti, durante la conferenza stampa su "Giovani immigrati a Torino" audio 4

Ecco il testo del volantino distribuito durante la conferenza stampa

INTERCETTAZIONI - Amante della libertà trova microspia nella sua auto
Sventato colpo della Banda Berrettoni
Dopo le minacce degli avvisi orali, la questura passa alle vie di fatto

Torino – Nella notte di sabato 2 giugno un giovane amante della libertà residente nella cintura torinese ha ritrovato una "cimice" occultata non troppo abilmente nella sua vettura. La macchina non presentava evidenti segni di scasso, ma dall'autoradio – spenta – uscivano rumori sospetti.
Secondo i primi rilevi tecnici, il sofisticato dispositivo (nella foto) sarebbe stato in grado di rilevare e trasmettere la posizione del veicolo e le conversazioni che avvenivano al suo interno.
L'episodio è ancora avvolto nel mistero, ma i sospetti sono concentrati verso l'ambiente criminale della cosiddetta "Banda Berrettoni" (dal nome del suo presunto capo, Stefano Berrettoni, questore di Torino).

I PRECEDENTI
Solo qualche settimana fa, infatti, lo stesso Berrettoni aveva fatto recapitare una dozzina di avvisi orali ad altrettanti amanti della libertà, minacciando di adottare drastiche misure di prevenzione e sicurezza contro di loro, tra tutte la famigerata sorveglianza speciale. Evidentemente, dopo le minacce, Berrettoni è passato alle vie di fatto.
Non nuovo a provvedimenti di questo tipo, già a gennaio il questore aveva bandito da Torino una anarchica alloggiata in città, firmando un foglio di via.
La colpa degli avvisati e degli indesiderati? Aver occupato spazi abbandonati, aver lottato contro la guerra, contro i lager per stranieri senza documenti, contro gli abusi della polizia, contro il fascismo, contro le devastazioni ambientali…

I RETROSCENA
Grazie ad un accurato lavoro di intelligence, siamo in grado di svelare chi si cela dietro a questa e alle precedenti intimidazioni.
Si tratterebbe di Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, già noto all'opinione pubblica come mandante di retate, sgomberi, espulsioni e di tutti gli omicidi di extracomunitari avvenuti in questi anni durante "normali controlli di polizia".

UN COLOSSALE ABBAGLIO
Ma forse Chiamparino & Co. non hanno fatto bene i loro conti, e sono anzi vittime di un colossale abbaglio.
Da un lato, infatti, i destinatari di queste sgradite attenzioni sembrano non esserne affatto intimiditi, e continuano allegramente a contribuire alla diffusione di idee e pratiche sovversive.
Dall'altra, come hanno recentemente dimostrato gli abitanti della Valsusa e delle banlieue francesi, la vera minaccia per gli amministratori di questa decrepita società si concretizza quando l'insofferenza verso le ingiustizie, i soprusi, i disastri sociali ed ambientali si generalizza e rompe gli argini. E, quando questo succede, espulsioni, microspie, avvisi orali e fogli di via non servono a un beneamato cazzo di niente.

IL DISCORSO
«Repressione è civiltà!»
Ecco – in esclusiva – l'ispirato e minaccioso discorso di Pasqua tenuto da Stefano Berrettoni davanti agli uomini della sua banda: «L'uso della libertà minaccia da tutte le parti i poteri tradizionali, le autorità costituite. L'uso della libertà, che tende a fare di qualsiasi cittadino un giudice, che ci impedisce di espletare liberamente le nostre sacrosante funzioni. Noi siamo a guardia della legge, che vogliamo immutabile, scolpita nel tempo. Il popolo è minorenne, la città è malata. Ad altri spetta il compito di curare e di educare. A noi, il dovere di reprimere! La repressione è il nostro vaccino! Repressione è civiltà!»

Scarica il volantino, fotocopialo e diffondilo!

Gio, 07/06/2007 – 13:46

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