Da via del Cuore - Comunicato
La vicenda ormai è nota, il 4 maggio l’inchiesta sui gruppi di affinità operanti sul territorio pisano e apuo-versiliese portata avanti dalla D.I.G.O.S. e l’inchiesta denominata “anti-cor-pi” atta ad individuare gli eventuali ritorni di fiamma del gruppo clandestino C.O.R. svolta dai R.O.S. a livello nazionale, passano alle vie di fatto colpendo, in Toscana, 5 compagni (Beppe, Betta, Fede, Costa e Silvia) con l’ordine di custodia cautelare in carcere, altri 5 (Erica, Alice, Daniele, Mariangela e Chiara) ai domiciliari ed uno (Ale) costretto nella propria città natale; a Roma vengono tratti in arresto, per altri motivi, tre compagni, Pandino, Gabriele e Sergio, che pochi giorni dopo vengono rilasciati. Dopo più di 11 mesi la situazione è la seguente: Alessandro ha il divieto di dimora nel comune di Pisa; Chiara ha l’obbligo di dimora a Calci (PI); Erica nelle circoscrizioni di Tirrenia e Marina di Pisa; Mariangela ha l’obbligo di firma tre volte alla settimana; Daniele ha l’obbligo di firma una volta al giorno e il divieto di dimora nel comune di Pisa; Alice, Beppe, Fede, Silvia e Betta sono ai domiciliari; Costa rimane tuttora in carcere. Le indagini si sono chiuse e gli indagati sono 12 attivisti del circolo anarchico ecologista di via del cuore. L’accusa è il 270 bis più reati specifici, la P.M. (Angela Pietroiusti) è la stessa che ha presieduto le udienze del processo ai presunti appartenenti alle C.O.R..
Per anni gli spioni ci hanno tenuto sotto controllo in attesa del minimo pretesto per rinchiuderci, e dopo le enormi spese sostenute si sono accontentati di quello che avevano racimolato: NIENTE!
Così per costruire il “castello di sabbia” investigativo, che ha le sue fondamenta nell’inequivocabile dato di fatto che tutti noi indagati facciamo riferimento al circolo di via del cuore a Pisa, vengono usate delle telefonate e delle misteriose conversazioni, o meglio delle parole “losche” estrapolate da misteriose conversazioni… Per finire “l’opera” i soliti automi riducono le relazioni umane tra compagni/e in miseri rapporti gerarchizzati all’interno di una fantomatica associazione. C’era da aspettarsi che agli occhi dei burattini apparissero insoliti, strani e pregiudizievoli i rapporti umani svincolati dalle gerarchie proprie di questa società così come il legame di fratellanza e di condivisione che ci lega.
Come potrebbero capire sbirri, magistrati, giudici che hanno scelto di vivere a testa bassa, sottomessi, dalla parte di chi impone, aliena, devasta e terrorizza?.
Si perché terrorista è il Potere che, da sempre, per mantenersi ha bisogno che dilaghi la paura tra i sui sudditi, che la popolazione terrorizzata ed impaurita dalla possibilità di perdere le miserie che questa esistenza offre, accetti qualsiasi imposizione.
Terrorista è chi esporta la democrazia e la pace uccidendo migliaia di persone e devastando interi territori, terrorista è chi rinchiude uomini e donne dentro alle galere, ai C.P.T., agli O.P.G. per salvaguardare la pace sociale e la pacifica convivenza, terrorista è chi in nome del progresso e della ricerca, ormai (o da sempre?) sinonimi di profitto, uccide milioni di animali ogni giorno, terrorista è chi, con la scusa dello sviluppo, devasta l’ambiente con grandi opere, inceneritori, rigassificatori, antenne, discariche e ogni genere di nocività, terrorista è chi per salvaguardare la sicurezza di pochi spia e controlla la vita di tutti, terrorista è chi, velatamente o meno, minaccia di rinchiuderci se non stiamo alle regole che qualcuno ha deciso per noi.
Quando la paura non riesce a tenere a bada gli istinti di liberazione, di autodeterminazione, di lotta per la terra e per la libertà di ogni essere vivente si assapora il gusto della rivolta, si scopre la necessità di lottare seguendo gli istinti del proprio essere. In questi momenti lo Stato grida al terrorismo, perché il Potere ha paura dell’individuo, del gruppo che, abolendo la delega, si oppone alle sue imposizioni; la dittatura democratica non può tollerare chi gli si oppone apertamente e usando i suoi mezzi cerca di zittirlo, di piegarlo: questa è la sua logica! Intimidire, piegare e
infine annientare chi non si sottomette. E si nasconde dietro un muro di bugie che con l’aiuto dei media, veri e propri servi, diventano “verità”.
Ma non servono le campagne diffamatorie sui giornali o in televisione, né le infime minacce e intimidazioni uscite dalle fogne di qualche sbirro, né tanto meno i mesi o gli anni di isolamento e/o
detenzione lontani dai nostri affetti, dai nostri amori; perché quello che siamo non è possibile cambiarlo. Possono adoperarsi in qualsiasi modo ma gli obbiettivi delle nostre lotte restano li immutati a simboleggiare che nulla è cambiato. Oggi come ieri sputiamo sopra i contentini offerti dal Potere, non vogliamo diritti che aiutino il sistema ad apparire più democratico e liberale, vogliamo distruggere il Potere in ogni sua rappresentazione e finché ne rimarrà anche solo un’ombra combatteremo per annientarlo.
Il pensiero, l’affetto e la nostra solidarietà vanno a Costa e Francesco che ancora si trovano in carcere e con i quali abbiamo condiviso le esperienze di lotta e la quotidianità. Un saluto solidale e complice va a tutti coloro che si trovano ad affrontare le manovre repressive e/o stanno pagando con il carcere il loro essere in conflitto con il Potere. A quei compagni e a quelle compagne che continuano a portare avanti le lotte vogliamo trasmettere la nostra forza e il nostro affetto con la certezza che un domani saremo di nuovo fianco a fianco, un orda di animali selvaggi, a lottare per la libertà.
A TESTA ALTA
alcuni selvaggi in cattività
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