Emergenza - carceri, Sappe: Governo mandi l’Esercito

13 giugno 2009
La segreteria del Sappe, sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, ritiene che sia giunto il momento in cui il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, così come ha fatto per altre emergenze verificatesi nel Paese, si interessi personalmente della più grande crisi che ha investito il sistema carcerario degli ultimi 30 anni.
"La situazione è preoccupante - afferma il segretario nazionale del Sappe Federico Pilagatti - poiché il sovraffollamento dei detenuti aumenta in maniera insostenibile (oltre 63.000 di cui quasi 4.200 in Puglia, a fronte di 2.200 posti disponibili) mentre diventa sempre più difficile gestire le carceri anche per la fatiscenza delle strutture penitenziarie, e per la cronica carenza degli organici della Polizia Penitenziaria. È incredibile che mentre vengono violate leggi e diritti che offendono la dignità umana, le istituzioni e mass-media tacciono".
Il Sappe ritiene che sia giunto il momento in cui anche il ministro della Giustizia Alfano ed il Commissario straordinario per le Carceri Ionta, (che in questi mesi hanno proposto di tutto e di più a partire dalla privatizzazione delle carceri, alla costruzione di nuovi penitenziari o a folkloristiche idee quali le carceri galleggianti, tutte misure che hanno bisogno di tanti soldi e tempi medio-lunghi) lavorino in maniera concreta sull’attualità affinché si eviti che la situazione degeneri con risvolti pericolosi all’interno ed all’esterno delle carceri.
"Il Sappe - spiega il suo segretario generale Pilagatti - ritiene che allo stato sia impensabile cercare di reperire altri posti ove ospitare i detenuti, considerata la grave carenza di organico in cui versa la Polizia Penitenziaria che in questi ultimi mesi è stata sottoposta ad uno stress lavorativo che incomincia a mostrare le prime conseguenze, con molti lavoratori penitenziari che non c’è la fanno più a sostenere ritmi incessanti, costretti finanche a rinunciare a riposi e ferie".
"In questa situazione di grave emergenza - dichiara Federico Pilagatti - c’è bisogno di una risposta chiara e forte invece di chiacchiere e parole in libertà, per cui il Sappe chiede al Governo un atto concreto che autorizzi l’impiego immediato di almeno 4.000 militari (di cui almeno 250 in Puglia) da utilizzare sui muri di cinta delle carceri, o in servizi di vigilanza all’esterno dei penitenziari al fine ridare ossigeno al personale di Polizia Penitenziaria stremato, nonché rinforzare le sezioni detentive che stanno per esplodere per l’alto numero di detenuti (90 o anche 100)".
"L’impiego di militari nelle carceri - spiega Pilagatti - libererebbe poi le risorse umane necessarie per aprire alcune strutture penitenziarie dismesse o mai aperte, dando così anche uno sfogo ad una situazione di sovraffollamento di detenuti ormai fuori controllo e con un emergenza sanitaria preoccupante".
"Il Sappe - conclude Pilagatti - ritiene che se c’è la volontà di affrontare in concreto la grave situazione carceraria, questo sia il primo provvedimento che il governo deve adottare con la massima urgenza, poiché l’estate è cominciata è già si avvertono le avvisaglie (gravi tensioni, aggressioni, proteste, suicidi, possibili epidemie, etc.) di tutto quello che potrebbe accadere con conseguenze nefaste non solo per gli operatori penitenziari, ma anche per l’ordine e la sicurezza pubblica".
Tratto dal Velino

Lun, 15/06/2009 – 11:16
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