Foibe - Sul revisionismo storico

IL GENOCIDIO DI MIGLIAIA DI INFOIBATI PERCHE’ ITALIANI.

Così oggi i fascisti - con l’appoggio delle rappresentanze democratiche da destra a sinistra - amano descrivere gli avvenimenti che interessarono le regioni dell’Istria e della Dalmazia alla fine della seconda guerra mondiale. Parlano di migliaia e migliaia di persone gettate nelle cavità carsiche con l’unica colpa di essere italiani, parlano di genocidio verso il solito popolo di brave persone, intitolano piazze ai martiri delle foibe, descrivono le popolazioni slave come feroci barbari assetati di sangue, innalzano di anno in anno il numero dei morti includendo ormai qualsiasi persona sparita in quegli anni e in quelle terre, ripropongono costantemente l’immagine del soldato italiano umanitario vittima di un furore omicida.

BALLE!

Uno sterminio etnico c’è stato, è vero: quello perpetrato dalle truppe italiane durante l’occupazione dei Balcani nella seconda guerra mondiale. Occupazione che ha comportato l’esodo di intere
popolazioni, la deportazione e la morte di migliaia di persone nei campi di concentramento, le esecuzioni sommarie di civili, la distruzione di villaggi, la sostituzione pianificata delle popolazioni locali con coloni italiani. Un vero progetto di pulizia etnica attuato dal regime fascista e documentato dagli archivi militari.
Quando ricordiamo gli orrori della seconda guerra mondiale, sarebbe quantomeno onesto ricordare innanzitutto i crimini rimossi del colonialismo italiano.
Isolare la “questione delle foibe” dal contesto della guerra voluta dal fascismo è una squallida operazione politica.

Il dieci febbraio, i rappresentanti delle istituzioni democratiche saranno in piazza per commemorare le vittime delle foibe, per trasformare una menzogna di parte in una verità di Stato, per far passare per vittime molti carnefici. Con loro, per rispolverare i luoghi comuni del Ventennio, ci saranno anche i fascisti, quelli di oggi, quelli che sono tornati ad arringare la folla, a fare il saluto romano nelle assemblee di partito, a bruciare i campi nomadi, a intitolare strade e piazze ai loro gerarchi.
Il dieci febbraio anche noi saremo in piazza per dire che non si possono confondere episodi di guerra civile e rappresaglie, anche brutali, nei confronti dei fascisti e dei collaborazionisti con un tentativo di pulizia etnica nei confronti degli italiani. Per dire che non si può riscrivere la storia, travisando la memoria del passato per tornare a giustificare campagne coloniali che esportano la civiltà a suon di bombe.

DOMENICA 10 FEBBRAIO

dalle ore 17 in L.go foibe a Rovereto

Mostre, interventi e proiezioni

Saremo in piazza per ricordare le vittime del colonialismo italiano.
Saremo in piazza perché non accettiamo che questa città diventi il teatro di sfilate e raduni neofascisti.

Gio, 07/02/2008 – 15:09
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