Francia - No, ma davvero tu ami gli sbirri?
Traduzione da non-fides:
No, ma davvero tu ami gli sbirri ?
Li si vede tutti i giorni, in borghese annidati all’angolo di una strada, oppure in forze sui vialoni, a volte nascosti nelle loro macchine o al riparo nei loro commissariati. Qualche volta li si vede che corrono dietro un venditore ambulante, un ladro di brioche, una prostituta o qualcuno che ha frodato i trasporti pubblici. Sono fieri di mostrarci la loro forza, di insultarci, di minacciarci, di molestarci, di portarci via. Sono fieri del loro potere corporativistico, che permette loro di cavarsela sempre, giocando con le leggi che a noi impongono a colpi di manganello. Se il loro è un piccolo mondo a parte, con il proprio linguaggio, le proprie pose da macho, la loro andatura da cowboy, la loro mentalità da schiavi, però il loro lavoro è invasivo per tutti. Sono loro contro il resto del mondo, a parte i ricchi che sono lì per proteggere ed i cittadini-sbirri che fanno una parte del lavoro al loro posto. Sempre spalleggiati dalla giustizia, sanno bene che senza di loro quest’ultima non sarebbe nulla, e pure i giudici lo sanno bene, al caldo nei loro uffici lussuosi, fra le due consegne quotidiane di bestiame umano che gli fanno i loro scagnozzi. I politici e la borghesia che essi rappresentano vogliono civilizzarci a colpi di carota e la polizia tiene il bastone per i refrattari.
Ma la più subdola e, alla fine, la più efficace delle polizie è quella che non indossa la divisa. Dal portinaio che racconta loro quello che vede, alla spia prezzolata. Dal cittadino che si sente in dovere di filmare o di chiamarli appena è testimone di una fessura nella sua piccola normalità, al commerciante che installa delle telecamere nel suo negozio, fino a sequestrare lui stesso i ladri. Dalla televisione che ci diffonde in continuazione la sua propaganda di pace sociale, allo psichiatra che addormenta la rabbia a colpi di medicinali. Dal lavoro, che ci tiene occupati ed al nostro posto, intenti a sopravvivere piuttosto che vivere, al professore che ci insegna ad abbassare gli occhi di fronte all’autorità. Dalla politica che ci fa credere che votare possa far cambiare qualcosa in tutta questa merda, allo stadio che ci permette di urlare dietro un pallone per evitare di urlare contro il nostro padrone. Dal patriottismo, che ci mantiene nell’illusione dei ranghi serrati dietro una bandiera, uniti da un interesse comune, ai militari che ci parlano di viaggi, d’avventura e di cameratismo mentre si tratta solo di essere un assassino in nome di quella stessa bandiera insanguinata. Dal prete che ci fa ingoiare le sue ostie scadute e le vecchie promesse di paradiso dopo la morte, allo spacciatore che ci vende la morte prima ancora di aver vissuto. Non tutti hanno bisogno del salario dello sbirro per fare questo sporco lavoro di integrazione sociale, che ha il prezzo della disintegrazione della libertà individuale e della nostra singolarità. Anche se non c’è una divisa su ogni spalla, è sempre la stessa divisa che ci intimano di indossare. Tutti cittadini, tutti sbirri.
Non servirebbe a nulla sbarazzarsi degli sbirri, della giustizia e delle prigioni, se è per lasciare la società intatta, ecco perché dobbiamo minare le fondamenta morali così come le strutture fisiche di questo mondo di dominio, cominciando per esempio coll’imparare a gestire i nostri conflitti fra di noi invece che chiamare il 113, fare appello al sindacato, al padrone o ad una persona influente. Ma per fare ciò, bisognerebbe già far cadere tutti i muri che rinchiudono i nostri immaginari ed i nostri sogni, supposto che siamo ancora capaci di sognare dopo tanti secoli di servitù, di abbruttimento e di rapporti alienati.
Gli sbirri sono delle merde, proprio come questa società, ed il buon senso dice a tutti di non amare la merda.
Sarà loro oppure la nostra libertà.
Prendiamone atto.
Per un mondo senza sbirri e senza autorità.
Per l’insurrezione…
Alcuni/e selvaggi/e.
Cronologia della resistenza all’occupazione poliziesca nella regione di Parigi
Aubervilliers, 30 ottobre: verso le 21,30 un uomo “con guanti e passamontagna” (secondo le testimonianze degli sbirri) lancia due molotov contro la recinzione del parcheggio del commissariato. Gli ordigni non sono esplosi ma, nonostante questo fallimento, é il tentativo in sé che deve aver fatto capire le buone intenzioni dell’autore…
Parigi XX arr., 6 novembre: un furgone della Croce Rossa viene incendiato in rue des Montiboeuf, a causa della responsabilità di questa associazione umanitaria nella cogestione, insieme allo Stato, delle prigioni per stranieri.
Corbeil, 15 novembre: agenti della polizia municipale che stavano cercando delle macchine mal parcheggiate sono fatti bersaglio di pallini di piombo, nel quartiere dei Tarterêts. Uno ha la divisa bucata, ma nessuna ferita, perché si sono nascosti in fretta nella loro macchina.
Corbeil, 18 novembre: sempre nella ZSP [zona di sicurezza prioritaria, area in cui la polizia fa sentire di più il suo fiato sul collo, a causa della supposta “insicurezza”, NdT] dei Tarterêts due macchinari sono incendiati in un cantiere di ristrutturazione urbana (danni stimati: 150 000 euro!) e gli sbirri che arrivano cadono in un’imboscata: la strada viene bloccata con dei cassonetti in fiamme ed una quarantina di persone a volto coperto li attacca coraggiosamente e getta loro delle pietre. Solo uno sbirro resta leggermente ferito.
La Courneuve, 20 novembre: alle 6 del mattino gli sbirri , alla ricerca di un sospetto, bussano alla porta; un vicino di 68 anni spara con una pistola a piombini e ferisce una guardia al viso, prima di essere arrestato.
Parigi XX arr., 9 dicembre: nella notte, un furgone di Vinci finisce in fumo in rue Haxo. Questa ditta gigantesca costruisce (fra altre schifezze) prigioni e CIE.
Sartouville, 22 dicembre: un agente della polizia municipale, in forze al centro operativo del sistema di videosorveglianza, viene beccato per strada e riempito di botte da otto persone, due delle quali, purtroppo, vengono arrestate.
Kremlin-Bicêtre, 31 dicembre : la notte di Capodanno, gli sbirri vogliono arrestare due giovani che avrebbero esibito una pistola. I due si ribellano ed è con gran difficoltà che le guardie li portano via. Ma quando i due vengono portati al commissariato, ecco un bel gesto di solidarietà: una decina di persone arriva e se la prende con l’edificio della polizia, chiedendo la loro liberazione. Spaccano dei vetri (riuscendo a danneggiare un computer in un ufficio!) e poi se ne vanno velocemente.
Parigi XII arr., 6 gennaio: i numerosi vetri blindati del commissariato di rue du Rendez-Vous vengono sfondati e, da quanto si legge nel comunicato, è l’esistenza stessa degli sbirri ed il loro sporco lavoro che sono presi di mira. Come bonus, anche il bancomat della banca di fronte al commissariato si è preso qualche colpo.
Parigi XX arr., 7 gennaio: nella notte, un furgone del Comune viene incendiato, a causa della sua responsabilità nella gestione poliziesca della quotidianità.
Chelles, 30 gennaio: cinque persone litigano con l’autista di un bus e poi picchiano un poliziotto che non era in servizio, ma ha cercato di aiutare l’autista. Sfortunatamente, qualche giorno dopo la polizia arresta cinque giovani a causa di questa storia.
Neuilly-sur-Marne, 24 gennaio: verso le 17, un controllo di polizia finisce male e dei giovani del quartiere delle Fauvettes vengono a scontrarsi con gli sbirri, che chiamano rinforzi (in totale un centinaio di agenti ed un elicottero!). La “calma” sarà riportata solo alle 20.
Les Lilas, 29 gennaio: il commissariato che si trova in rue George Pompidou, dietro il municipio, ha avuto le finestre e la porta sfondate; un comunicato di rivendicazione dell’attacco termina così: “Attacchiamo i guardiani dello zoo umano”.
Parigi XX, 3 febbraio: il locale che ospita i P.A.D. [Punti di accesso al diritto, una sorta di “giustizia di prossimità”, NdT] ed altri servizi del Comune, nella cité Champagne, ha avuto pure lui i vetri infranti, perché senza giustizia non c’è polizia e viceversa.
Parigi XIX, 6 febbraio: un furgone pieno di materiale elettrico per l’installazione della fibra ottica è stato ridotto in cenere, in rue del Alouettes. Apparteneva ad Orange, ditta che sfrutta i detenuti.
Parigi XIX, 11 febbraio: in rue Carducci, nella notte, un furgone della ditta Spie finisce in fumo. Questa impresa si dà da fare nel settore nucleare, nell’installazione della videosorveglianza a Parigi e nel campo della fibra ottica.
Les Ulis, 13 febbraio: la sera, una decina di persone attacca a colpi di pietre il commissariato (colpiscono anche una macchina), poi gli lanciano contro dei fuochi d’artificio. Secondo gli sbirri, quello stesso commissariato era già stato bersaglio di attacchi nel novembre 2012 e poi nel gennaio 2013.
Commenti recenti
5 anni 17 settimane fa
5 anni 31 settimane fa
6 anni 6 settimane fa
6 anni 13 settimane fa
7 anni 31 settimane fa
8 anni 15 settimane fa
8 anni 37 settimane fa
9 anni 11 settimane fa
9 anni 16 settimane fa
9 anni 20 settimane fa