Grecia - Sgomberate tre occupazioni a Patrasso
da contrainfo.espiv.net
Il 5 Agosto 2013, alle 06:30 circa, poliziotti in divisa e in borghese hanno fatto irruzione e sfrattato tre spazi occupati a Patrasso, in particolare l’occupazione PARARTIMA all’angolo di Via Corinthou ed Aratou, l’occupazione Maragopouleio sulla Via Gounari, e lo spazio autogestito all’interno dell’Istituto dell’Educazione Tecnologica (TEI) di Patrasso. Tutti e tre gli spazi occupati sono stati sfrattati e sigillati dalla polizia.
Le forze repressive, aiutate dalle autorità comunali, hanno confiscato vari materiali dai centri sociali, e anche sigillato l’ingresso dell’occupazione PARARTIMA con mattoni.
Un totale di 16 compagni sono stati detenuti: 5 occupanti che hanno resistito all’invasione dal tetto dell’occupazione Maragopouleio, così come 11 solidali che hanno cercato di avvicinarsi alla casa occupata, mentre lo sgombero era in corso. Poco dopo, i 11 solidali sono stati rilasciati, ma i 5 occupanti di Maragopouleio affrontano accuse e sono stati tenuti in custodia presso il quartier generale della polizia sulla Via Ermou, dove i compagni hanno tenuto un raduno di solidarietà prima al mattino. Inoltre, a mezzogiorno, un raduno di contro-informazione abbia avuto luogo presso la Piazza Olgas.
Più tardi i 5 arrestati sono apparsi davanti al pubblico ministero e sono stati tutti rilasciati, con l’obbligo di comparire in tribunale il 6 Agosto. [Aggiornamento: Il processo contro i cinque compagni è stato rinviato al 13 Agosto.]
Ulteriori aggiornamenti appena disponibili.
Segue comunicato solidale:
Nell’alba di Lunedì, 5 Agosto, alle 06:30, si è effettuata a Patrasso una vasta operazione di polizia con l’obiettivo di evacuare lo spazio autogestito occupato “Spazio TEI – N.Gyzi”, l’occupazione “Maragopouleio” e la storica “Occupazione Parartima“. All’interno di un clima di polizia e di repressione assoluta, con l’arresto da parte dei poliziotti di cinque compagni che si trovavano in quel momento a Maragkopouleio e con la detenzione di molti altri in solidarietà all’esterno dell’edificio, ma anche da altre parti della città, lo Stato ha fatto un’altra prova di forza e di “pugno democratico” come conseguenza della sua mossa di pochi mesi fà contro le occupazioni e i luoghi di lotta in tutto il territorio greco.
Di fronte all’assalto della sovranità a coloro che scelgono di combattere e di definire se stessi la loro vita, quello che abbiamo da contrapporre è la solidarietà e la nostra lotta sociale e di classe quotidiana e multiforme. Le occupazioni, come parte integrante di questa lotta, non costituiscono per noi delle isole di libertà utopiche ma bensì dei focolai di rottura e di resistenza, delle basi di affinità nella nostra guerra contro lo Stato e il Capitale, contro ogni genere di oppressori. Le occupazioni non sono delle mura, per essere prese d’assedio e spegnersi. Come parte della nostra lotta, sono le stesse persone che le costituiscono, le fanno diventare spazi vivi di creazione, di espressione, di solidarietà e di resistenza. Finché queste persone non smetteranno di combattere, gli attacchi contro le occupazioni non riusciranno di far altro che infuriarci e di raggrupparci ulteriormente. Gli edifici possono essere evacuati e sigillati, ma le idee restano salde e forti nel tempo. Se abbiamo qualcosa da dire ai padroni di questa grottesca operazione è che non abbiamo paura, non ci terroriziamo e continueremo ad essere qui.
SOLIDARIETÀ A TUTTI I PERSEGUITATI DELLE OCCUPAZIONI
NON CI SPAVENTANO – CI INFURIANO
Anarchici/e, Solidali/e
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