Islanda - Solidarietà ai Reykjavík9!
riceviamo e inoltriamo...
Solidarietà ai Reykjavík9!
Lotta contro la repressione di stato in Islanda!
Da gennaio 2010 è in corso il primo processo post-collasso in Islanda. Gli accusati sono individualità anarchiche e della sinistra radicale che hanno preso parte alle rivolte durante l’inverno 2008-2009. Sono accusati di aver attaccato il parlamento e rischiano da 1 a 16 anni di carcere. L’8 dicembre 2008 un gruppo di 30 persone aveva pianificato di entrare nella galleria parlamentare ma si è trovato bloccato da una violenta risposta da parte delle guardie nonostante secondo la costituzione islandese chiunque ha il diritto di entrare ed assistere alle sessioni parlamentari. Solo due persone su 30 riuscirono a raggirare le guardie e ad entrare, prima di venire buttate fuori a forza uno di loro urla ai parlamentari di uscire dall’edificio. Tutti i manifestanti vennero tenuti ostaggi da parte della polizia e delle guardie, alcuni vennero arrestati e portati alla centrale. Un anno più tardi 9 di loro si sono visti arrivare le denunce.
Da 1 a 16 anni di prigione, i Reykjavík9 (Rvk9) sono accusati di aver violato le autorità del governo, disturbato l’ordine pubblico, minacciato e commesso violenza verso le guardie parlamentari, commesso un attacco organizzato, violazione di domicilio, disturbato un’assemblea legislativa e minacciato il libero arbitrio del governo. L’ultimo di questa serie di articoli fu usato solamente una volta nella storia dello stato islandese, quando nel 1949 polizia e estremisti di destra a malmenato i manifestanti che protestavano davanti al parlamento contro l’entrata dell’Islanda nella NATO. Ovviamente ad essere condannati sono stati i manifestanti…
Dall’inizio ufficiale di questo processo ci sono state numerose udienze preliminari. Uno degli avvocati difensori ha sistematicamente la natura di questo processo, una caccia alle streghe così come il favoritismo da parte di giudice e polizia. Anche se dovrebbe essere palese per chiunque abbia una mente critica, per chi ancora dubitasse della parzialità del giudice e della polizia, sia l’avvocato che gli oppositori ai Rvk9 hanno esposto molto bene la falsa neutralità delle istituzioni statali. Un cospicuo numero di agenti era presente ad ogni udienza, sotto specifica richiesta del giudice e del capo del tribunale, fatto unico nella storia processuale islandese che mostra la presupposizione del giudice riguardo alla minaccia causata dalle-gli accusate-i e dal loro supporto. Ha già preso posizione.
All’inizio la polizia stava dietro le quinte, ma come l’interesse pubblico per il processo è aumentato il giudice ha passato l’autorità del processo in mano alla polizia. La quale dapprima si è limitata a controllare la sala del tribunale, facendo entrare tante persone quanti erano i posti a sedere. Successivamente si è spostata all’entrata del tribunale chiudendo le porte a quello che dovrebbe essere un processo pubblico a porte aperte, rendendo problematico entrare persino per le-gli accusate-i. In un occasione a due di loro non è stato permesso
partecipare alla propria udienza. Il comportamento della polizia non ha fatto altro che buttare benzina sul fuoco, accendendo ancora di più la rabbia contro questo processo che si è manifestata con scontri davanti al tribunale e ha portato a ulteriori arresti. I media stanno ignorando il caso cercando di farlo passare sotto silenzio, ma il loro tentativo e quello delle autorità di silenziare la resistenza e mettere il cattiva luce gli accusati non ha fatto preso sull’opinione pubblica. Solidarietà e supporto sono arrivati da diverse parti della società nonostante le radicali critiche al sistema e a questa società espresse dai Rvk9, e anche se ancora un po’ debole sta iniziando a farsi sentire anche il supporto internazionale. A fine agosto uno degli avvocati difensori ha fatto richiesta che il giudice venisse destituito in quanto non competente. Due giorni dopo il giudice si è auto qualificato in grado di attendere il processo. Decisione confermata anche dalla corte suprema. L’8 settembre la stessa richiesta è stata fatta al procuratore, ma anch’egli è stato trovato competente per seguire il caso. Il processo dovrebbe riprendere a fine novembre, non è ancora stata decisa la data esatta. I Rvk9 hanno bisogno di supporto internazionale, che sia con scritti o traduzione, spargere la voce, farsi sentire, e mostrare opposizione alla repressione di stato in Islanda. Una lista di ambasciate islandesi può essere trovata nel sito Iceland’s Ministry for Foreign Affairs. Per più informazioni sul caso, si possono trovare in inglese su www.savingiceland.org e
www.rvk9.org
Contro la repressione di Stato!
Libere-i i Rvk9!Libere tutti!
Per l’anarchia!"
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