Napoli - La liberazione si conquista

Il testo del volantino che verrà distribuito domani, 25 aprile a Napoli, durante il presidio antifascista

Tra i proclami anti-immigrazione di un “nuovo” governo pieno di (ex?) fascisti e le vecchie proposte, che certamente rispunteranno, di slegare la giornata del 25 aprile dai suoi contenuti antifascisti e partigiani, viene la voglia di rivendicare la propria identità. Viene voglia di ricordare che il fascismo è stata la realizzazione di quelle idee, ancora tanto diffuse, che impediscono agli esseri umani di vivere in società libera dallo sfruttamento.
Come anarchici, non possiamo che provare assoluto disprezzo: del culto del leader, noi che vogliamo l’autodeterminazione di ogni individuo; del nazionalismo e del razzismo che ne consegue, noi che vogliamo l’abbattimento di ogni confine; del militarismo e della repressione, noi che crediamo nella libertà; della difesa degli interessi economici di chi detiene il potere politico e religioso, noi che pensiamo che tutto appartenga a tutti.
Per queste ragioni noi odiamo il fascismo. Per le stesse ragioni vogliamo abbattere l’organizzazione gerarchica della società. L’Autorità oggi si chiama “Democrazia” e, a quanto ci pare, ha poco da festeggiare.
I vari Fiore, Borghezio e Storace sono solo un po’ più folcloristici ma non v’è differenza fondamentale con qualunque altro aspirante al Parlamento: “Dio, Patria e Famiglia" è la ricetta per il volgo, “Sviluppo industriale, Crescita economica e Legalità”, quella per la gente un po’ più istruita. Il resto sono sfumature o, ad essere maliziosi, finzioni e bugie. Sfumature sufficienti a far passare un amico di Pinochet come il vecchio Papa per un brav’uomo in odore di santità e a considerare “alternativi” i partiti che hanno abolito i diritti sindacali e istituito il carcere duro e i lager per immigrati.
Finzioni che trasformano in pacifista chi ha bombardato Belgrado e Bagdad e in martiri i mercenari che sparavano sulle autoambulanze in Iraq. Bugie che fanno della camorra un fenomeno di malcostume economico e, di un libro pubblicato da Mondatori, l’illustratore di una realtà da cui sembrano estranei i politici, i poliziotti e la NATO.
Niente di meno sorprendente che, allo squallore di questa farsa, qualcuno preferisca lo squallore del fascismo vecchia maniera: ugualmente assassino ma, almeno, molto più diretto e facile da capire.
Con un’ immagine che purtroppo ci è diventata familiare (in tutti i sensi): i topi emergono dalle fogne della nostra città. Convegni, attacchinaggi e scritte sono alcuni dei mezzi che questi personaggi utilizzano per riacquistare visibilità nel tessuto sociale. Ma non illudano slogan populisti o farse da pseudo-femministe alla Santanchè: il loro obiettivo è sempre lo stesso, creare un gregge per affermare il loro potere. Se nella nostra regione si “limitano” a queste pratiche, in altre città d'Italia non lontane da noi (Roma ad esempio) non mancano di mostrare il loro vero volto: le aggressioni, le minacce nonché gli omicidi ai danni di attivisti politici, immigrati, omosessuali e transessuali sono ormai all'ordine del giorno. Basti pensare all'omicidio di Dax, al vero e proprio attacco armato a Villa Ada nello scorso agosto e alla fantomatica "caccia al Rom" degli ultimi mesi. Di fronte a tutto ciò i media e i politici non fanno altro che occultare, giustificare e mistificare questi episodi, proponendo come unica soluzione un aumento del controllo sociale. D'altra parte i luoghi comuni xenofobi e sessisti radicati nella mentalità comune non fanno che legittimare questi episodi e queste azioni.
Anche se è sempre meglio di otto ore lavorative, non sarà una giornata di festa a modificare le coscienze. Non saranno le forze dell’ordine, la magistratura né alcun antifascista di mestiere a tutelarci dal pericolo di derive autoritarie. Ogni potere, che si chiami “democratico” o “fascista” mira solo ad affermare se stesso. Per questo la celebrazione del 25 aprile è una farsa: una festa comandata non ha nulla a che vedere con una liberazione.
Per quanto ci sembri importante ricordare il 25 Aprile 1945 e la resistenza partigiana (alla quale gli anarchici parteciparono attivamente), questa data per noi non rappresenta sicuramente la fine di una lotta, visto che gli ideali che hanno dato vita al fascismo continuano ad esistere. Così come noi continuiamo a lottare contro
l’autorità e la gerarchia, le discriminazioni di classe, sesso e razza.
L'autogestione, l'assenza di delega e l'uguaglianza sociale sono il nostro antidoto al fascismo.

Gio, 24/04/2008 – 18:33
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