Tensioni a Santiago dopo la Morte di Pinochet

SANTIAGO - La salma dell'ex dittatore del Cile, Augusto Pinochet, uno dei personaggi più influenti e controversi della recente storia sudamericana, è stata trasferita stanotte nella Scuola militare di Santiago del Cile, dove resterà aperta per 24 ore, in attesa dei funerali militari che si terranno domani a Santiago.

Tutto attorno nella capitale cilena sono scoppiati violenti disordini tra la polizia e manifestanti che festeggiavano la morte del dittatore e la fine di una delle pagine più nere nella vita del Paese e, sul fronte opposto, tra polizia sostenitori di Pinochet, molti anche giovani di estrema destra. La polizia ha riferito di aver arrestato circa 24 persone.

Decine i feriti, sia tra i dimostranti sia tra le forze dell'ordine. I pirmi incidenti sono scoppiati in serata quando la polizia ha cercato di fermare un corteo di manifestanti lungo corso Alameda, nei pressi del palazzo presidenziale della Moneda. La polizia - dicono fonti ufficiali del governo cileno - è intervenuta dopo aver constatato la presenza di uomini con il volto coperto infiltrati nel corteo composto da circa 5.000 manifestanti. Gli agenti hanno impiegato idranti e razzi lacrimogeni per cercare di disperdere la folla.

Dal corteo, però, è arrivato un fitto lancio di pietre verso le forze dell'ordine. Altri manifestanti hanno incendiato dei cassonetti, divelto pali della pubblica illuminazione e distrutto vetrine di negozi. La circolazione su Corso Alameda è stata interrotta in entrambi i sensi. Incidenti analoghi sono segnalati anche a Villa Francia, nella località di Penalolen, nella periferia di Santiago, e a Valparaiso, 120 km a ovest dalla capitale.

Complessivamente, gli oppositori dell'ex dittatore hanno manifestato in una dozzina di città cilene. Ma anche ammiratori dell'ex dittatore, riferisce la Bbc, sono scesi in piazza scontrandosi con le forze dell'ordine e con giovani di sinistra. Tra loro molti neo-naziskin, in versione latino-americana.

Fonte Ansa


SANTIAGO, Cile (Reuters) - Il corpo dell'ex-dittatore cileno Augusto Pinochet, il cui governo -- durato 17 anni -- ha ucciso migliaia di persone, è stato portato oggi a una scuola militare a Santiago del Cile, dopo che la sua morte ha diffuso violenze, lacrime e festeggiamenti.

Pinochet, che ha guidato il Cile con una dittatura dal 1973 al 1990 e ha trascorso la vecchiaia combattendo accuse di corruzione, frode e violazione dei diritti umani, è morto ieri.

Aveva avuto un attacco cardiaco una settimana fa e quando sembrava avesse recuperato, la sua salute è improvvisamente peggiorata, hanno detto i medici.

La notizia della sua morte ha portato sentimenti contrastanti in Cile, dove la sua eredità è ancora duramente contestata.

Oltre 5.000 persone sono scese in strada, ha detto il ministero dell'Interno. Alcuni hanno pianto l'uomo che secondo loro ha salvato il Cile dal comunismo mentre altri hanno fatto festa per la morte del più famoso dittatore sudamericano della Guerra fredda.

Alcune manifestazioni sono diventate violente e la polizia militare ha usato i lacrimogeni per disperdere i manifestanti anti-Pinochet che hanno tentato di marciare verso il palazzo presidenziale, un potente simbolo per molti cileni da quando fu bombardato durante il colpo di stato del 1973 che portò il generale al potere.

Al termine delle proteste ieri, la polizia ha detto che 24 agenti sono rimasti feriti e il ministero dell'Interno ha riferito dell'arresto di diversi manifestanti.

Intorno alle 1:00 del mattino ora locale (le 5 in Italia), il corpo di Pinochet è stato portato dall'ospedale dove è morto alla scuola militare, in vista dei funerali di domani.

NESSUN FUNERALE DI STATO

Il governo, guidato dalla presidente Michelle Bachelet, una sopravvissuta alla camere di tortura di Pinochet, ha detto che non ci sarà il lutto ufficiale e l'ex-dittatore avrà un funerale militare ma non di stato.

Fuori dalla scuola, circa 600 sostenitori di Pinochet hanno reso il loro omaggio mentre il cadavere arrivava su un'auto grigia con i finestrini scuri.

Molti hanno sventolato le bandiere cilene e cantavano l'inno nazionale.

Oltre 3.000 persone sono morte in violenze politiche sotto la dittatura di Pinochet. Circa 28.000 persone sono state torturate in centri di detenzione segreti e centinaia di migliaia di cileni sono stati esiliati, molti senza mai aver fatto ritorno in patria.

Pinochet è stato accusato di decine di violazioni di diritti umani e più di recente anche di frode relativamente a 27 milioni di dollari nascosti in conti bancari all'estero.

Ma non è mai stato processato prima della sua morte, con i suoi avvocati difensori che sostenevano che fosse troppo malato per affrontare le accuse.

Fonte Reuters

Lun, 11/12/2006 – 12:21
tutti i contenuti del sito sono no-copyright e ne incentiviamo la diffusione