Cronaca della terza giornata contro il sistema penitenziario
Terzo giorno delle Jornadas Anticarcelaria, presso Valladolid, mercoledì 29 novembre, Seconda "edizione".
Traduzione della prima giornata e della seconda
Carceri minorili
L'intervento sui Carceri minorili è a carico dell'associazione Saltando Charcos di Burgos e, precisamente, del compagno Oscar.
Dopo una presentazione dell'associazione fondata 12-15 anni fa nel quartiere Gamonal da alcuni minorenni con problemi di « socializzazione » e dalla loro famiglie, si è ricordatp che il pedagogo madrilegno Enrique Cepeda ha riconosciuto, osservando l'associazione, un fenomeno denominato « criminalizzazione della povertà » per cui da cinquant'anni si è smesso di provare tenerezza verso i minorenni e i poveri, ora si ha paura di loro: questa è la conclusione e l'amplificazione del lavoro dei carceri per gli adulti e per i minorenni: fomentare la sensazione di paura per sostenere e rafforzare le strutture repressive del sistema.
È abbastanza chiaro che nell'attualità lo stato spagnolo ha puntato tutto sul sistema giudiziario come modello di castigo, e sul modello educativo per la stigmatizzazione delle situazioni « a rischio » e della segregazione (attraverso lezioni speciali per bambini, lezioni d'appoggio separate dagli altri...). I reclusi adulti e minorenni condividono la stima di sè stessi come di « cittadini di seconda classe » su cui si discute se godano o no dei dei diritti umani (basta osservare la situazione in cui vivono..) e presentati come persone da cui difendersi più che da difendere.
Nella storia ci sono state tre fasi di trattamento istituzionale verso l'infanzia e la famiglia:
#Anni 60/70- Modello tutelare o di povertá carente. Si risponde ai bisogni alimentari e di vestiario. Dal punto di vista pedagogico si lavora sui comportamenti e sui sintomi, anche se spesso si mescolano e si confondono. La gente che si trova in una situazione di povertà si dichiara « onesta » (« Siamo poveri,ma onesti »), e fra loro vige una specie di comunità o mutuo appoggio. In quegli anni non esisteva né la sfiducia verso il vicino né il concetto di insicurezza cittadina.
#Anni 79/80- Modello di benessere o di povertà degradante. Si assiste al processo di industrializzazione della società spagnola. Politicamente lo stato inizia a partecipare attivamente nella risposta alle necessità dei poveri. Con l'inizio dello stato-interventista/assistenzialista, compaiono due fattori che desestabilizzano la popolazione meno abbiente della società:
- la disoccupazione. Si produce un investimento industriale durante il quale si chiudono i cantieri navali e si hanno problemi con la pesca. Tutto questo per mettersi al livello dell'economia e dell'industrializzazione europea.
- la droga. C'è stato un genocidio in Spagna che nessun politico ha saputo riconoscere. Quasi un'intera generazione è stata sterminata dall'eroina. Sono scomparse un milione e mezzo di persone. Nei quartieri periferici, più marginali, fa la comparsa un nuovo modo di guadagnare soldi: vendere droga. In qualche maniera questo fatto destabilizza la persona; ci sono casi in cui i ragazzi rubano televisori o macchine dei vicini per poter comprare la droga.
È in questo momento che appare la sfiducia e inizia a proliferare il termine di insicurezza cittadina. I servizi sociali iniziano a vendere il concetto di « pericolosità del povero »: bisogna stare attenti ai poveri, non si può avere fiducia in loro. Si elaborano piani in cui acquista maggior importanza il controllo sociale. Si esige che i lavoratori sociali, gli educatori aumentino la distanza con l'assistito e lo controllino di più. Ne deriva l'uso del cosidetto « rapporto sociale » prosecuzione del « rapporto poliziale » già in auge durante il franchismo. Si utilizzano queste figure professionali per il controllo delle persone. Nel momento in cui si attuò questo cambio alcuni lavoratori furono contrari, altri a favore ma con riserve. È interessante sapere, quando si lavora, che pedina siamo e ricordarsi che facciamo parte di un ingranaggio sociale. Per esempio ci sono alcune associazioni che ricevono soldi ed appoggio istituzionale, e quelle che lo rifiutano sono annullate o disprezzate.
#Anni 80/90- Modello di Responsabilità o di povertà come business. È il modello che si sta sviluppando ora. Lo stato rigira la responsabilità dei delitti alle famiglie: se si è poveri è perchè si è pigri o perchè lo si vuole. Con questo modello appaiono le carceri minorili e le ong.
Come ha detto Enrique Castro « in Spagna esistono 38.000 ong di cui 11.000 si dedicano ad aiutare bambini ed emarginati ». Se queste 11.000 ogn si dedicassero ad appoggiare l'emarginato o a discutere con chi lo emargina e si scegliesse per un sistema anticapitalista, si potrebbe mettere fine alla povertà e alla disuguaglianza e quindi alla maggior parte dei problemi prodotti da questo sistema. Bisogna mettere in discussione chi emargina per poter cambiare le cose; se non si mette in discussione è perchè si ha interesse affinchè le cose rimangano così perchè c'è gente che ne trae beneficio. Mantenere un minorenne all'interno del Zambrana consta fra i 240 e i 300 €al giorno. Cosa succederebbe se questi soldi fossero dati alla famiglia o a qualche organizzazione che si dedica a lavorare con il ragazzo? Non si sta parlando di briciole, ma di somme elevate di soldi.
All'interno di questo sistema si inserisce anche il concetto di “prevenzione” e di “soggetto a rischio”, quest'ultimo universale e valido per qualsiasi persona reputata pericolosa o a ”rischio di esclusione sociale”. È un atteggiamento che, insieme ai mezzi di comunicazione, serve per mettere in allarme la popolazione:qualsiasi persona può essere povera e, come tale, bisogna difendersi da lui. È necessario porre attenzione quando si utilizzano questi due concetti, perché il linguaggio è uno strumento di repressione e di manipolazione.
Attualmente in Spagna si sta lavorando a una legge che regola il “volontariato tecnificato”, ovvero il commercio attraverso il volontariato: potrá essere volontario solamente chi, rispondendo a dei modelli, è riconosciuto come tale dallo stato. Sono canalizzazioni e filtri che lo stato concede a ong forti ( come può essere la Caritas o la Croce Rossa); mentre potrà essere multato o condannato chi esercita il volontariato nel proprio quartiere. Ancora una volta sono sempre di più, giorno dopo giorno, le ragioni per cui si processano atti quotidiani, chi avrebbe pensato anni fa che saremmo stati circondati da telecamere stile 1984?
Riassumendo, l'evoluzione di questi modelli è andato da “bambini/e in pericolo” a “bambini/e pericolosi/e”. Ora in Spagna si sta per applicare le Legge Organica di Responsabilità Penale del Minore 5/2005. Due settimane fa si è rivista la denuncia presentata da 12 associazioni contro 15 articoli della nuova legislazione perché lede diritti umani fondamentali ed è perfino illegale all'interno della legalità spagnola.
In un centro minorile di Madrid sono stati denunciati due educatori sociale e un vigilante per maltrattamenti verso i minori: questa è la situazione di repressione di oggi: gli autori materiali di questi gesti non sono stati nemmeno condannati o puniti pur riconoscendo l'uso della tortura, anzi le associazioni che hanno denunciato il fatto sono obbligate a pagare le spese del processo (20.00 euro). Non solo non ci sono condanne ma castigano una delle madri (che presentò denuncia) perché si preoccupa e protegge il figlio, multano le associazioni per far capire che non tollerano che se ne escano con le loro e che stiano attente alle denunce che presentano. Le associazioni hanno poi deciso in assemblea, di pagare la multa con un atto simbolico il prossimo 13 dicembre e verseranno i soldi di 5 euro in 5 euro.
I quattro punti della politica giovanile in Spagna:
#Segregazione.
I bambini e le bambine che disturbano sono allontanati dagli altri all'età di 12 anni e si sistemano in luoghi dove non molestano, come aule di appoggio o, in casi estremi, in isolamento nei centri minorili, come è successo a un ragazzo che per quasi un mese è rimasto in isolamento in una cella del Zambrana. La legislazione consente, solo a livello teorico, l'isolamento non superiore ai 7 giorni, ma in questo centro si applica la tecnica di reclusione per 7 giorno, la rimessa in libertà (all'interno del centro) per un giorno e quindi un'ulteriore reclusione per altri 7 e così via.
#Stigmatizzazione. Ai ragazzx viene sempre ricordato come siano soggetti a rischio, tanto loro quanto i loro genitori.
#Medicamento. I minori sono controllati come gli adulti, attraverso droghe e medicamenti. Nel centro di Zambrana questo atteggiamento è leggermente in calo per le tante denunce a cui ora devono rispondere, ma in altri centri è all'ordine del giorno. La conseguenza è che una volta usciti dal centro molti giovani sono inganciati alla droga e quando sono per strada cambiano la loro abitudine con il consumo di droghe illegali. Il medicamento più popolare nei centri spagnoli è la Cipresa.
#Privatizzazione. (Ripresa dal modello francese). Con questo aspetto si riesce a non far ricadere la responsabilità direttamente sulle comunità autonome ( incaricate dei centri minorili, mentre il carcere per adulti dipendono da Madrid), ma su imprese contrattate.
Dopo aver presentato questi quattro punti si commenta una notizia pubblicata nel giornale “El Norte de Castilla” in cui si raccontava che due guardie del Zambrana avevano trovato il direttore notturno sulla schiena di un ragazzo mentre lo stava picchiando; ne è seguita una denuncia delle stesse guardie. È un episodio che dimostra come i mezzi di comunicazione si accusano di essere manipolatori e obiettivi visto che il giorno dopo è apparsa una contro-notizia che ritrattava la versione del giorno precedente. Molto probabilmente questo fatto è legato alla marcia del 2 dicembre, visto che durante questi giorni si sono ricevute chiamate da parte della polizia per facilitare l'organizzazione della manifestazione dimostrando anche uno spirito di collaborazione.
Si commenta un secondo articolo, comparso nello stesso giornale, di un ragazzo che è stato trovato mentre si stava automutilando con un coltello cuter perché non voleva uscire dal centro di Zambrana. Oscar dice che questa notizia può essere “vera”; lui infatti convive spesso con ragazzx usciti da centri simili a questo e molti di loro quando escono hanno turbe psicologiche, agorafobia. Soprattutto chi esce da Zambrana ha l'abitudine di dormire con la porta e la finestra aperte e la musica accesa. La musica serve per rilassarli perché gli unici rumori che si sentivano nel centro di notte erano di porte metalliche che gli ricordavano di essere rinchiusi in quel luogo.
Si parla anche delle deportazioni illegali dei ragazzX immigrati a Madrid ( la polizia arriva alle 4 di mattina, se li carica e li mette su un aereo) e visto che ora ci sono molte organizzazioni che denunciano questa abitudine e hanno un ordine giudiziale per bloccarla, la polizia ha obbligato i ragazzx a viaggiare,ma essendo sotto la tutela della giustizia spagnola, una volta giunti nei loro paesi sono portati direttamente al commissariato perché si mettano d'accordo i governi. Ovviamente molti di loro sono stati già denunciati nei loro paesi di origine ( se hanno la fortuna di arrivare lì e non in altri) per aver valicato la frontiera e quindi sono portati in caserma per ricevere le solite manganellate. È naturale quindi che ora i ragazzi non vogliano tornare al centro ma preferiscano rimanere in strada, dando luogo a un fuggifuggi massivo. Chi rimane nel centro ha organizzato turni di controllo notturni per rimanere svegli e gli stessi educatori sociali ormai non aprono più la porta per paura che sia la polizia.
Non si conoscono altre organizzazioni o collettivi che lavorino nel Zambrana, anche se ce ne saranno. Per quanto riguarda invece la recidività i dati stimano che l'85% dei giovani rinchiusi è recidivo. È normale tenendo in considerazione che devono passare circa 18 mesi rinchiusi e che quando escono vogliono immediatamente recuperare il tempo perso traducendosi nel fare festa a base di droghe e rimanere fuori casa per dei giorni.
A Zambrana, e in altri centri minorili, non si lavora, come sarebbe necessario, sull'autocontrollo degli impulsi e delle emozioni, né sulla guida interiore del ragazzo; ci si limita a contenerli il che non serva a nulla. C'è chi pensa che la paura e l'intimidazione del carcere sia sufficiente per evitare la recidività anche se nella maggior parte dei casi non è così visto che l'unica cosa che si ottiene è che raffinino i loro metodi spingendoli alla clandestinità. Per contenerli si può lavorare su un vasto ventaglio di scelte: per esempio la madre che dice al figlio ciò che non deve fare con dolcezza, fino al manicomio dove lo si fa legando la persona. In un livello intermedio ci deve essere una soluzione che dia risultati migliori.
Un'altra questione riguarda la gravità dell'errore commesso, dal più lieve al più grave (sanzionato con il regime d'isolamento), decise dal direttore del centro. È stato denunciato un punto della nuova legge organica che riguarda appunto la misura del castigo: secondo la nuova legge spagnola a parità di reato si può infliggere un castigo maggiore a un ragazzo che un adulto. I ragazzi e le ragazze hanno comunque il diritto di fare ricorso per i castighi, ma pochi lo sanno. Oltretutto a molti di loro è stato inculcato fin da piccoli che agiscono male e che ciò che non va bene va punito, per questo considerano necessario, o almeno non ingiusto, la punizione inflitta.
Si conclude la giornata ricordando la marcia di sabato 2 dicembre con partenza alle 12 dall'antico mercato del quartiere di Pajarillos e a cui parteciperanno compagnx di Madrid, in particolare l'associazione Madres contra la Droga, di Murcia, dalla La Rioja, da Logroño… È un atto importante dove è necessaria la presenza di tuttx. I ragazzi e le ragazze di Zambrana lo sanno e li conforta ricevere appoggio esterno ( ci sarà una seconda manifestazione alle 19.00 dello stesso giorno contro il licenziamento di 1400 lavoratori nella Fasa).
La giornata è terminata con la proiezione dei video «Piezas», registrato all'interno del carcere, e di «Miedos» sul tema della tortura.
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