NoTAV: processo per Marco

Per Motivi di salute di qualche membro dei giudici o del Pm l'udienza a Marco è stata rinviata.
Vi faremo sapere la data quando ce la comunicheranno.
Comunque visitate sempre il sito di Fenix e state incollati sulle
frequenze di Radio Blackout!


VENERDI' 19 OTTOBRE 2007

Udienza del Processo a Marco Martorana

Il 6 Dicembre 2005, a Venaus (To) Val Cenischia, viene sgomberato e davastato
il presidio Notav. Le infami cariche, guidate dal vice-questore Sanna
lasciano vari feriti tra cui molta gente sorpresa nelle tende.
A Torino monta subito la protesta e fra il mattino e la sera di
quel giorno ci sono manifestazioni spontanee a cui Marco partecipa, come
egli stesso afferma durante il Processo.

Nella manifestazione svoltasi nella serata del 6 Dicembre a Torino,
viene ferito alla testa Filippo Catalano della sezione Digos della
questura di Torino, che accusa Marco d'essere stato
l'autore materiale del ferimento.

Andiamo a sentire l'udienza e a portare la nostra Solidarietà a Marco!

aula 44

ore 9:30
Palagiustizia di Torino.
C.so Vittorio Emanuele,300 Angolo Via Falcone Borsellino.

mezzi che passano in zona:
Bus 55, 56, 68.
Tram 9 e 16
Metro Fermata Principi D'acaja


un breve comunicato di solidarietà di quei giorni, per non dimenticare...

Qualche giorno prima di Natale è stato arrestato Marco. Accusato di aver spaccato una bottiglia sulla testa di un funzionario della Digos durante uno dei cortei che hanno percorso Torino il 6 dicembre scorso, ora è in isolamento alle Vallette.Noi Marco non lo conosciamo. E non sappiamo se, effettivamente, quel giorno un questurino abbia ricevuto o meno una bottigliata sul capo, né chi sia stato a fargliela arrivare. Quello che sappiamo con assoluta certezza è che, quel giorno, la testa ad un questurino noi l’avremmo spaccata volentieri: noi, con le nostre mani. E, statene certi, quel giorno la testa ad un qualunque uomo in divisa l’avrebbero spaccata volentieri in tanti: qui a Torino come in Valsusa. In migliaia siamo stati svegliati prima dell’alba dalla notizia delle ruspe sul presidio di Venaus, delle urla del vice questore, delle ossa rotte. In migliaia abbiamo maledetto Pisanu e Lunardi, abbiamo maledetto gli uomini armati che ne rendono concreto il potere.
Il 6 dicembre eravamo tutti incazzati neri: per questo è importante dare solidarietà a Marco, perché, anche se non lo conosciamo, è uno di noi. E sarà la solidarietà del movimento No Tav a liberarlo, non solo il lavoro del suo avvocato.
Ma non c’è solo questo. Dopo l’arresto, i giornali hanno etichettato Marco come un punk, violento ed ubriacone: il solito estremista, estraneo al movimento. Se non lo liberiamo, però, succederà presto che altri verranno fermati per aver demolito l’auto della Bresso o sfasciato i macchinari della Cmc. Estremisti anche loro, per carità, anche loro estranei al movimento. E se li lasciamo fare, i soliti questurini si sentiranno liberi di fermare gli estremisti che hanno divelto le reti ed invaso i cantieri, di far processare tutti quelli che hanno bloccato le strade e le stazioni. Poi sarà il turno di chi ha fatto lo sgambetto ai tedofori olimpici e poi ancora di quegli estremisti che, in faccia a Lunardi e a Pisanu, continuano a far sventolare la bandiera No Tav dal proprio balcone.
Difendere Marco vuol dire, allora, difenderci tutti. Difendere Marco vuol dire difendere un movimento intero che, con rabbia ed ostinazione, si oppone al Tav.

Mar, 16/10/2007 – 10:20
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