Occupato aereoporto Dal Molin
Trecento militanti hanno tagliato la recinzione e sono entrati VICENZA. Circa 300 persone hanno occupato ieri sera poco prima delle 22 parte dell’aeroporto vicentino Dal Molin che dovrà diventare la nuova sede del contingente militare americano nel capoluogo veneto.I manifestanti, appartenenti al comitato «No Dal Molin» e al presidio permanente sono penetrati attraverso l’ingresso dell’aerostazione civile. Secondo quanto ha dichiarato uno dei portavoce dei no-base, Olon Jackson, si tratterebbe di «un’azione simbolica e dimostrativa per lanciare un segnale forte che il provvedimento non passerà». Dopo circa una ventina di minuti gli attivisti sono usciti dall’aeroporto, nel quale erano entrati tagliando per circa 20 metri la recinzione a fianco ad un hangar, a un centinaio di metri dall’ingresso.
Ripetendo che l’azione è stata dimostrativa, i manifestanti hanno dialogato con il questore di Vicenza Dario Rotondi, accorso sul posto assieme ad agenti di polizia e carabinieri. Alcuni manifestanti hanno letto una dichiarazione che sarebbe arrivata loro dal portavoce di Romano Prodi, Silvio Sircana, nella quale, secondo gli occupanti, l’esponente del governo avrebbe sottolineato che la protesta è inutile perchè in questo momento in Italia ci sarebbero cose molto più gravi dell’ampliamento di una caserma.
«Questa è la nostra risposta - ha replicato polemicamente Francesco Pavin, uno dei leader dei Disobbedienti - alla comunicazione arrivata ieri dall’ambasciatore Spogli sull’avallo scritto da parte del governo che autorizza il progetto Dal Molin».
L’incursione all’aeroporto vicentino ha provocato la chiusura al traffico di via Sant’Antonino, una delle principali arterie della periferia vicentina. I manifestanti si sono trasferiti nel vicino presidio permanente. Il portavoce di Prodi, raggiunto telefonicamente in un secondo momento, ha dichiarato: «Come è noto e come annunciato a suo tempo dal presidente del Consiglio, si tratta di decisioni già prese, sia pure nella consapevolezza delle problematiche locali, tanto che fu nominato Polo Costa responsabile della gestione del rapporto con le autonomie locali e le associazioni affinchè l’attuazione avvenga con il massimo consenso possibile, sia pure nel rispetto degli impregni presi dal precedente governo».
Il progetto della nuova caserma Usa di Vicenza entra adesso nel vivo. Il comando della Setaf ha aperto ieri ufficialmente quella che viene definita la fase attuativa della riunificazione nel capoluogo berico dei 6 battaglioni che compongono la 173ª brigata di paracadutisti statunitensi, oggi divisi fra Germania e Italia. Il via libera definitivo è stato ufficializzato dall’ambasciatore statunitense Ronald Spogli, che in una nota inviata al generale Frank Helmick, comandante di camp Ederle, scrive: Gli Stati Uniti hanno ricevuto da parte dell’attuale governo italiano l’avvallo scritto che autorizza il progetto per il Dal Molin. Ora inizia la parte attuativa.
L’area individuata per sviluppare il piano è all’interno dell’aeroporto Dal Molin.
A breve inizierà l’opera di bonifica degli ordigni bellici risalenti alla seconda guerra mondiale. Nel giro di sei mesi, verrà dato il via ai lavori di costruzione dei nuovi edifici destinati a ospitare 1.200 soldati. Washington destinerà all’impresa 325 milioni di euro, già stanziati, come ha specificato il generale Helmick. La nuova caserma sarà completata entro il 2011. Parallelamente, sono prospettati interventi di ristrutturazione di camp Ederle e del Villaggio della pace, oltre alla costruzione di nuove villette a Quinto Vicentino, per un investimento aggiuntivo di altri 150 milioni di euro.
fonte: La Repubblica online
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