Op. Ardire - Raccolta comunicati solidali
Raccolta dei comunicati in solidarietà con i compagni e le compagne colpiti dall'operazione repressiva "Ardire"
riceviamo e diffondiamo:
riceviamo e diffondiamo questo comunicato di Juan, prigioniero anarchico No Tav detenuto presso il carcere di Trento:
Volevo
mandare un piccolo gesto di solidarietà agli anarchici arrestati e
indagati il 13 giugno; di tenere duro e con coraggio continuiamo con la
lotta; con i mezzi e i modi che ognuno riterrà opportuni, contro lo
stato e la società che lo crea!
A testa alta, un saluto ribelle
Juan Sorroche, 14/06/12
(carcere di Trento)
“Avete
creduto fino ad oggi che ci fossero dei tiranni? Ebbene vi siete sempre
sbagliati, perché non ci sono che schiavi: laddove nessuno obbedisce,
nessuno comanda.”
creduto fino ad oggi che ci fossero dei tiranni? Ebbene vi siete sempre
sbagliati, perché non ci sono che schiavi: laddove nessuno obbedisce,
nessuno comanda.”
Anselme Bellegarrigue
SOLIDARIETA' AGLI ANARCHICI ARRESTATI INDAGATI E PERQUISITI IL 13 GIUGNO 2012
La notte del 13 giugno è scattato l'ennesimo attacco repressivo contro gli anarchici: 10 custodie cautelari in carcere, oltre una ventina di indagati e più di quaranta perquisizioni sono il risultato dell'operazione “ardire”.
Operazione che si fregia di aver individuato e stroncato un gruppo terroristico composto da anarchici italiani, da compagni già detenuti in Grecia e “comandato”da Marco Camenish e Gabriel Pombo Da Silva, anarchici da molti anni detenuti rispettivamente in Svizzera e Germania.
Il blitz è stato organizzato in grande stile dai ROS del celeberrimo generale Giampaolo Ganzer, noto per essere stato condannato nel 2010 in primo grado a 14 anni per traffico di droga e per essere un'infima figura accusata anche di traffico internazionale d'armi, peculato, falso e concussione con alcune cosche della 'ndrangheta. Condannato all'interdizione dai pubblici uffici è stato graziato dall'allora ministro Maroni.
Come sempre in questi casi, l'operazione ha avuto grande enfasi su tutti i media nazionali.
E così, ancora una volta dei compagni vengono arrestati mediante gli immancabili reati associativi, che consentono ai carabinieri di costruire improbabili polveroni giudiziari senza prove significative.
Ancora una volta orchestrano un'ipotesi accusatoria a loro immagine e somiglianza: non riuscendo a concepire l'orizzontalità dei rapporti e la libera iniziativa, inventano una struttura con esecutori e mandanti collocando dei prigionieri anti-autoritari al vertice del proprio delirio, senza preoccuparsi di sfociare nel grottesco.
Mentre appare ogni giorno più evidente quanto la nostra società sia lanciata ad alta velocità verso un baratro, i guardiani della miseria temono che la sopportazione dei più possa cominciare a vacillare e che da una timida insofferenza si possa passare ad una rabbia concreta ed all'azione che ne consegue.
E in effetti non sono solo timori quelli che disturbano il loro sonno ma una realtà concreta che li spaventa e si palesa in situazioni che vanno dagli attacchi ad Equitalia, alle piazze in rivolta fino all'interno dei CIE.
Non deve stupire se di fronte al montare del malcontento chi ci comanda risponde reprimendo coloro che, come gli anarchici, non hanno mai nascosto la propria ostilità al dominio dell'uomo sull'uomo, sugli animali e sulla natura ed hanno sempre difeso la necessità di rispondere colpo su colpo ad ogni attacco alla libertà.
In tempi come questi il “limite del consentito” è spostato sempre più in basso, ossia il livello di opposizione che questo sistema è disposto a tollerare è ormai pari a zero ̶ fatte ovviamente salve le forme di dissenso concordato che di fronte ad un capitalismo che non ha più niente da offrire lasciano sempre più il tempo che trovano ̶ .
Basta quindi sempre meno per finire dietro le sbarre: parlare apertamente della giustezza etica dell'azione diretta, esprimere la propria posizione in merito, o divulgare notizie di azioni avvenute in Italia o nel mondo diventano quindi acrobaticamente le prove del proprio coinvolgimento in esse.
NON CI LASCEREMO INTIMIDIRE DALLA REPRESSIONE, NON CEDEREMO AI SUOI TENTATIVI DI DIVIDERCI
DI FRONTE ALL'ENNESIMO ATTACCO REPRESSIVO.
RILANCIAMO LA SOLIDARIETA' !
ANCORA UNA VOLTA TERRORISTA E' LO STATO CHE RINCHIUDE E BOMBARDA NON CHI COMBATTE CONTRO TUTTO CIO'!
Anarchiche e Anarchici solidali a Bologna
CONTRO IL TERRORISMO MEDIATICO
E DELLO STATO
Da sempre il ruolo rivestito dai media è stato quello di creare e gestire l'opinione pubblica. Creare in modo attento l'informazione di massa sulla base di scelte precise rispetto alla tipologia, ai tempi ed alla qualità delle notizie divulgate.
Non solo il ruolo stesso dell'apparato mediatico è quello di filtrare la comprensione della realtà sociale che ci circonda, ma il giornalismo e la televisione sono parte integrante del dominio. Preparano il terreno con artificiosi allarmismi per le operazioni militari e le operazioni repressive in genere e ne giustificano pubblicamente l'operato.
Rispetto a questa funzione dei media è esemplare l'operazione repressiva contro gli anarchici nominata “Ardire” che porta nella mattina del 13 giugno a 40 perquisizioni, 24 avvisi di garanzia e 10 arresti, uno anche qui a Genova. L'articolo di accusa è il 270bis, associazione sovversiva con finalità di terrorismo. Oltreché il solito, ma non poco fastidioso e fazioso meccanismo dello sbattere il mostro in prima pagina, in questo caso la spettacolarizzazione mediatica degli eventi ha creato un forte avallo e legittimazione all'operazione, colmando la reale inconsistenza del teorema accusatorio.
Non ci stupisce che in un clima sociale in crescente agitazione come quello che stiamo vivendo, lo Stato intervenga. In una situazione che da forti segnali di potergli sfuggire dalle mani, di fronte ad un'economia che non riesce a sostenersi, fatta di speculazioni e calamità da gestire, lo Stato procede al rafforzamento della militarizzazione dei territori, per mantenerli entro i ranghi del suo controllo e della sua gestione.
Dopo aver terrorizzato con con diverse strategie, da quella della tensione a quella della fame, da quella del ricatto a quella della gogna, lo Stato cerca di orientare la paura e l'insicurezza di tutti verso chi apertamente, con rabbia e determinazione si dichiara contro questo sistema e si schiera in modo diretto contro il dominio.
Quando le persone, dopo la perdita delle proprie sicurezze e delle libertà democratiche cominciano a trasformare la propria esasperazione in rabbia, e la propria rabbia in ribellione, creando momenti di rottura all'ordine sociale attraverso l'azione diretta, il potere stringe la morsa repressiva farcendo il codice di procedura penale e l'ordinamento penitenziario di nuovi e fantasiosi articoli di limitazioni della libertà e criminalizzazione assoluta dell'opinione, del pensiero oltreché dell'azione, nel timore della sua riproducibilità.
Essendo nei suoi interessi, il potere cerca di frammentare, categorizzare, isolare, fomentare la guerra fra poveri, schiacciarci ed impoverirci a livello umano e sociale, dentro alle galere, e fuori come in un grande carcere a cielo aperto.
Di fronte a questo non possiamo che riconfermare la nostra avversità a questo sistema marcio che vacilla, nell'impegno costante al suo rovesciamento, lontani dalle logiche dei distinguo e delle prese di distanza funzionali al potere.
La repressione e il terrorismo mediatico non fermeranno le lotte così come non riusciranno ad estinguere la solidarietà a chi lotta contro questo ordine di cose.
La nostra solidarietà va ai perquisiti, indagati ed arrestati.
LIBERTA' PER GABRIEL, MARCO, PEPPE, SERGIO, KATIA, ALESSANDRO, PAOLA, GIULIA, ELISA e STEFANO.
Alcuni anarchici a Genova
testo distribuito durante un corteo spontaneo a Catania il 13 giugno 2012:
Oltre 40 perquisizioni, 24 avvisi d’indagine e 10 arresti sono il provvisorio bilancio di un operazione repressiva orchestrata dal Pm di Perugia Manuela Comodi ed eseguita il 13 giugno dal Ros dei carabinieri .
I nostri amici, conoscenti e/o compagni sono accusati di associazione sovversiva con finalità di terrorismo. In queste ore giornali, televisioni e radio continuano a bombardarci con notizie sibilline quanto allarmanti che attribuiscono loro la responsabilità di alcuni plichi esplosivi e varie azioni dirette. In questo momento di crisi lo Stato sembra molto preoccupato, ma ad attirare le sue attenzioni non sono il caro vita, la disoccupazione, la diminuizione repentina del potere d’ acquisto, la situazione critica dei servizi sociali, i nuovi poveri e i diseredati. La sua paura crescente è piuttosto che qualcuno possa smascherare il ruolo e le connessioni che lo stato e il sistema del capitale hanno nella miseria umana che imperversa nella vita attuale. Non ci importa se i dieci arrestati siano o meno colpevoli, quello che ci preme evidenziare è che ad essere rinchiusi, privati della libertà e dei loro più cari affetti sono dieci persone che hanno dedicato fatica e speso ogni energia nella lotta, senza risparmiarsi mai e senza chiedere nulla in cambio. Le loro lotte, quelle contro i lager per immigrati e contro il razzismo, quelle contro il dominio incontrastato delle banche nella gestione dell’economia, quelle contro le arroganti multinazionali e il loro nocivo sistema di produzione, quelle contro lo stato e le altre autorità nella gestione delle nostre vite, sono anche le nostre lotte. La nostra solidarietà va non solo agli arrestati e agli indagati ma anche a tutti i parenti, gli amici e i coinquilini che le forze dell’ordine non hanno esitato a scomodare vessando, perquisendo e molestando con lo scopo di spaventare ed isolare, in pieno stile mafioso.
Non saranno le solite montature giudiziarie a spegnere il bracere del conflitto sociale, la detenzione non arresterà la lotta per un mondo libero dalle gerarchie e dallo sfruttamento.
TRENTO - SOLIDARIETA' IN STRADA
Nel tardo pomeriggio di mercoledì 13 giugno a Trento una ventina di compagni e compagne sono scesi in strada in solidarietà con gli anarchici arrestati all'alba dello stesso giorno e con gli indagati nella medesima operazione repressiva. Interventi a megafono, slogan, striscione ("Solidarietà con gli anarchici arrestati. Terrorista è lo stato"), blocchi del traffico e brevi cortei in diversi punti della città per affermare alcune "banalità di base": che la repressione e il terrorismo mediatico non piegano la vicinanza e la solidarietà ai nostri compagni arrestati, che se sbirri, politici e media sperano di innescare il gioco infame dei distinguo e delle prese di distanza si sbagliano di grosso, che i prigionieri non sono soli nè isolati, che l'unico terrorista è lo stato. Un'occasione, inoltre, per rinnovare l'attenzione sulla vicenda di Marco Camenisch (inserirlo in quest'ennesima retata antianarchica è evidentemente la soluzione trovata dallo stato italiano e da quello svizzero per scongiurarne la scarcerazione, visto l'approssimarsi del suo fine pena) e per ribadire il nostro odio per ogni sbirro, ogni magistrato, ogni galera.
Con il cuore vicino agli arrestati e agli indagati. Libertà per tutti.
Solidali di Trento e Rovereto
testo diffuso a Rovereto e Trento:
All’alba
Il tramonto della pace sociale non è mai indolore.
Le acque sono sempre più agitate, e i padroni lo sanno.
Per questo le manganellate vengono democraticamente distribuite: a operai, a pescatori, a chi ricorda le stragi di Stato, a chi si oppone al caporalato delle cooperative, a chi blocca una sede di Equitalia, a chi contesta un ministro, a chi contrasta un cantiere del TAV…
Fine delle illusioni socialdemocratiche. Precarietà generalizzata, licenziamenti garantiti per legge, austerità per i poveri, privilegi per i ricchi, soldi alle banche, soldati nelle strade. E arresti.
Come è avvenuto in tutta Italia all’alba del 13 giugno, in una maxi-operazione condotta dal ROS del generale Ganzer (quello che raffinava cocaina nelle caserme per pagare i “pentiti”, cioè gli infami con cui imbastire processi e condanne). Una quarantina di abitazioni perquisite, una ventina di anarchici indagati, dieci arrestati. Il copione è sempre lo stesso: ci sono gli “ispiratori” e i “cattivi maestri” (compagni già in carcere da anni), ci sono i “capi” (chi gestisce siti e blog) e i “soldati” (fatidicamente più giovani). Lo Stato rappresenta i propri nemici a sua immagine e somiglianza. E avverte chiunque pratichi o difenda l’azione diretta contro lo sfruttamento, contro l’autorità, contro i ricchi e i loro servi.
Ma non saranno certo manette e sbarre a fermare il crollo di un ordine marcio e assassino.
Mille le pratiche individuali e collettive, tante le miscele, molteplici le ipotesi e le forme dell’agire. Un unico orizzonte: la libertà.
La prateria è sempre più secca. Che l’incendio divampi.
Solidarietà alle compagne e ai compagni perquisiti e indagati.
Libertà per gli anarchici arrestati.
anarchici di Rovereto e di Trento
SOLIDARIETA' ALLE COMPAGNE ED AI COMPAGNI COLPITE
DALLA REPRESSIONE NELL'OPERAZIONE "ARDIRE"
Ancora una volta una manovra repressiva contro compagni e compagne attivi/e nel
movimento anarchico rivoluzionario. I carabinieri del ros e la procura di perugia, hanno
allestito l'intrigo, gli hanno dato un nome (stupido!) "ardire", ed ecco che 10 compagni/e
vengono incarcerati, e un altra quarantina inquisiti e perquisiti. il tutto supportato dal solito
teatrino mediatico, dei velinari di professione.
Non ci interessa entrare nel merito delle accuse, il solito minestrone di chi intende colpire
nel mucchio, con la speranza (vana) di indebolire e intimidire, un movimento le cui idee e
azioni preoccupano stato e capitale.
il circolo Libertario s'arxa (cagliari) esprime totale solidarietà ai compagni ed alle
compagne colpiti/e da quest'ultima triste carnevalata denominata "ardire", e la totale
inimicizia verso i fautori di questa manovra: carabinieri, magistratura e mass media.
La nostra solidarietà complice alle compagne e ai compagni colpiti dalla cialtroneria di
stato che farebbe meglio a cercarsi degli specchi per trovare nella sua stessa immagine i
terroristi che cerca.
la solidarietà e' un arma!
lottare contro stato/capitale è un dovere!
tutti e tutte liberi/e subito!
circolo libertario S'Arxa- kasteddu
riceviamo da velena.noblogs.org:
All’alba del 13 Giugno i ROS mettevano in atto oltre 40 perquisizioni, 24 avvisi d’indagine e 10 arresti grazie all’ennesima operazione repressiva orchestrata dal Pm di Perugia Manuela Comodi, vecchia conoscenza dell’anarchismo italiano negli ultimi anni. L’operazione “Ardire”, questo il suo nome, già ci fa comprendere di che pasta sono fatti questi soggetti difensori dell’ordine democratico. Lo stato e i suoi cani da guardia sono rimasti spiazzati dal mutare degli eventi e dalle nuove forme (anti)organizzative messe in piedi dai compagni che attuano l’azione diretta in questo e altri paesi. Non avendo a che fare con strutture rigide ma fluide, in continuo divenire e con una forza distruttrice non riconducibile a nessun vertice ma ad una moltitudine di individui che si aggregano per affinità e che hanno come obiettivo solo l’azione diretta, questi infimi gregari devono per forza colpire nel mucchio andando a contravvenire alle loro stesse idee di “democrazia giuridica” che li obbligherebbe a punire solo i diretti responsabili di un atto criminoso. Brancolando nel buio e innervositi dall’ennesima figuraccia che hanno fatto sul caso Adinolfi, tirano fuori dal cilindro nomi di persone già conosciute gravandole, come se non fosse già sufficiente, di ulteriori accuse. Mi riferisco in particolare ai compagni Marco Camenish e Gabriel Pombo da Silva già in carcere da diversi anni e ormai evidenti capri espiatori di tutto quello che succede (o non succede) nell’ambiente anarchico insurrrezionalista. Lo scopo è chiaro: far sprofondare nella voragine della galera tutti i compagni anarchici e rivoluzionari che non scendono a compromessi con l’esistente. Hanno colpito nel mucchio e questo è evidente. Mentre scriviamo le compagne e i compagni incarcerati sono in isolamento. Facciamo sentire la nostra focosa solidarietà con tutti i mezzi possibili, fino alla totale distruzione dell’esistente che ci opprime come individui.
Per l’Anarchia!
Un avvelenAto
Comunicato sull'operazione repressiva del 13 giugno
Il 13 giugno abbiamo assistito all'ennesima ondata repressiva antianarchica che ha portato all'arresto di dieci persone, a 40 perquisizioni e 24 indagati.
Il titolare dell'inchiesta è il PM della Procura di Perugia Manuela Comodi, già nota per fantasiosi teoremi repressivi puntualmente crollati. L'operazione è stata effettuata dal ROS, il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri che più volte si è distinto per montature in grande stile ed il cui Generale, Giampaolo Ganzer, è stato condannato a 14 anni per spaccio internazionale di stupefacenti e prescritto, per scadenza termini, per traffico internazionale di armi.
La coppia Comodi-Ganzer già si rese protagonista di un'altra famigerata montatura, l'operazione “Brushwood” del 2007.
Esprimiamo la nostra solidarietà a tutte le persone colpite dall'ondata repressiva del 13 giugno.
Questi fatti si collocano in uno scenario che non può e non deve essere sottovalutato.
In nome della “crescita” e dei sacrifici per uscire dalla crisi si fa sempre più duro l'attacco alle condizioni di vita e di lavoro, in difesa dei profitti e dei privilegi, per rendere gli sfruttati più divisi e ricattabili. Per sostenere questa offensiva i governi e i padroni aprono la strada ad una sempre più forte stretta autoritaria, ad un incremento della tensione repressiva, ad un aumento della violenza dello stato. In questo contesto è in atto un attacco specifico al movimento anarchico.
Ora più che mai è importante affermare la solidarietà come mezzo di risposta a questi attacchi. Solidarietà tra gli sfruttati, nelle situazioni di lotta, nella criminalizzazione e nella repressione, tra chi subisce quotidianamente l'oppressione dello stato. Solidarietà per un mondo senza stati né classi.
Libertà per tutte e per tutti!
Collettivo Anarchico Libertario - Livorno
riceviamo da radioazione.noblogs.org
NIENTE DI CUI STUPIRSI
L’ennesima inchiesta, portata avanti dall’ennesima procura, contro i compagni anarchici non ci stupisce minimamente perché era nell’aria.
Tutto era stato annunciato specialmente negli ultimi mesi sulle pagine dei media nazionali che stendevano il tappeto rosso per la passerella del pm di turno. A sfilare sotto i riflettori questa volta , e per l’ennesima volta, è la pm Manuela Comodi, sostituto procuratore della Procura di Perugia, già nota sia da molti compagni anarchici sia dagli assidui telespettatori di alcune trasmissioni “tribunali” televisive per quanto riguarda l’omicidio di Meredith Kercher e per cui aveva mandato dietro le sbarre un ragazzo dello Zaire, Patrick Lumumba, giusto perché era di pelle “nera”.
Erano mesi che l’inquisitore di turno mandava “veline” alla stampa cercando di preparare bene l’evento che l’avesse portata sul piedistallo, o al massimo su una poltrona di “Porta a Porta” o “Matrix”.
Il 13 giugno, alle ore 04:00, sotto richiesta della stessa pm Comodi venivano arrestati 10 compagni; perquisiti circa 40 compagni in tutta Italia, in Svizzera, Germania e Grecia e un totale di 24 indagati tutti per 270bis, tranne i compagni arrestati che vengono accusati anche per reati specifici.
Tutti indagati nell’inchiesta “Ardire” contro la Federazione Anarchica Informale.
L’operazione ha avuto la collaborazione dei R.O.S. (reparto operativo speciale dei carbinieri) guidati dal noto comandante Gianpaolo Ganzer (o semplicemente “Escobar”. Il capo caramba gestiva alcuni spostamenti nel traffico di droga e per questo era stato anche condannato a 14 anni).
Nelle prime ore del pomeriggio, dello stesso giorno, gli inquisitori erano già davanti alle telecamere a decantare la loro impresa per aver messo fine alla storia della Federazione Anarchica Informale.
Parole già sentite dagli inquisitori romani qualche anno fa, per quanto riguardava l’inchiesta “Operazione Cervantes”, e nella consecutiva inchiesta contro i compagni che all’epoca erano redattori di “Croce Nera Anarchica”.
Quindi niente di nuovo…se non che a veder negata la propria libertà fisica oggi sono altri compagni e che dall’operazione Cervantes in poi la F.A.Informale si è sparsa come un tumore nei corpi degli stati mondiali e man mano colpisce qualche organo.
Fortunatamente mai nessuna inchiesta ha spento il fuoco di ribellione che vive dentro qualsiasi anarchico che lotta per la distruzione dell’esistente e per una società libera.
In passato c’erano compagni come Bresci, Severino Di Giovanni e Sante Caserio, oggi c’è la Federazione Anarchica Informale e moltissimi altri individui che, anche se non condividono alcuni contenuti della F.A.I., portano avanti l’azione diretta contro gli stati e le loro istituzioni mondiali con i propri contenuti.
Quindi “ad ognuno il suo”; il necessario è che l’azione diretta diventi sempre di più una pratica quotidiana e che un po’ di libri di teorie sull’insurrezione vadano in soffitta insieme ai loro teorici.
SOLIDARIETÀ E COMPLICITÀ CON I COMPAGNI ARRESTATI!
SOLIDARIETÀ CON TUTTI GLI INDAGATI E PERQUISITI!
PER L’AZIONE DIRETTA “COL FATTO”, PER L’ANARCHIA
RadioAzione
Solidarietà con il Collettivo R60!
Solidarietà con i compagni fermati e inquisiti con l’operazione Ardire!
Solidarietà con il movimento No Tav!
Esprimiamo la nostra solidarietà e sostegno con i compagni del Collettivo Autorganizzato R60 di Reggio Emilia che ieri 13 giugno sono stati perquisiti e inquisiti per il loro attivismo e sostegno alla lotta No Tav e per l'attività che svolgono sul territorio.
Invitiamo al presidio di denuncia e solidarietà organizzato per venerdì 15 giugno dalle 18.30 in piazza Del Monte a Reggio Emilia.
La nostra solidarietà va anche a tutte le compagne e i compagni fermati, perquisiti e indagati ieri in tutt'Italia con l’operazione “Ardire”.
Libertà per tutti i fermati!
La lotta No Tav non si può fermare!
La solidarietà è un'arma!
Ritorcere contro esecutori e mandanti l’attacco repressivo!
Usare la difesa in funzione dell’attacco!
Partito dei CARC – Emilia Romagna
Giulia è antifascista
Giulia è animalista
Giulia è una piccola grande donna, una giovane, come tanti, senza futuro
Giulia è libertà
Giulia è il cuore, la gioia e l'aria dell'anarchia
Giulia è ribelle
Brilla come una stella nei miei ricordi di lotta
e affoga come un amore nel mio dolore
Il braccio armato dello Stato ha chiuso nel silenzio molti miei compagni e amici
Giulia è in isolamento nel carcere di Castrogno a Teramo
per l'ennesima montatura giudiziaria, ordita dalla PM Comodi di Perugia ed eseguita
dall'impunito narcotrafficante generale Ganzer dei ROS, entrambi già noti per la famigerata operazione "brushwood", benedetta, all'epoca, dalla presidente della regione PD Lorenzetti.
Giulia è rinchiusa nel carcere di Castrogno a Teramo perchè ha avuto l"ardire" di lottare per la giustizia e la libertà, contro uno stato fascista, la sua repressione, i suoi incalcolabili delitti.
Giulia è rinchiusa nel carcere di Castrogno a Teramo, da dove 6 giorni fà è uscito il militare stupratore di Pizzoli Tuccia.
Un carcere timidamente passato alla ribalta per morti misteriose, pestaggi di detenuti, molti immigrati suicidati dallo stato
un carcere dove 6 anni fà esplose la protesta delle detenute contro le condizioni invivibili dello stesso
Giulia è rinchiusa in quella fogna, mentre stupratori, assassini di operai e di proletari, padroni e stato fanno i porci Comodi loro
Giulia è rinchiusa in quel buco di cemento e nel carcere a cielo aperto chiamato Italia, si muore dissanguati, si muore di lavoro, si muore di paura, si muore di stupro, si muore di repressione....
scusate lo sfogo, magari un po' banale perché anche un poco personale
ma sapete che vi dico?
Quello che costò 2 anni di condanna ai compagni che il 3 giugno 2007 a l'Aquila urlarono legittimi slogans
"la fabbrica ci uccide, lo Stato ci imprigiona, che cazzo ce ne frega di Biagi e di D'Antona"
e aggiungo:
affanculo senonoraquando, il PD, Monti e tutta la cricca di vampiri, banchieri sanguisughe privati e di stato
affanculo i padroni. Vogliono tutto, la nosta libertà, la nostra vita!
non lasciamogli strappare anche i nostri sentimenti
ribellarci è giusto
a cominciare da ogni opportunismo
libertà per giulia, libertà per tutti i compagni prigionieri!
Da L'Aquila, una compagna solidale
testo di un volantino distribuito a Perugia:
ARRESTATI PERICOLOSI TERRORISTI
*Cosa hanno fatto?*
“ha tradito, per interesse personale, tutti i suoi doveri, e fra gli altri quello di rispettare e far rispettare le leggi dello Stato”.
ha dimostrato “preoccupante personalità”, che lo renderebbe capace “di commettere anche gravissimi reati per raggiungere gli obiettivi ai quali è spinto dalla sua smisurata ambizione”
“non ha minimamente esitato (…) a dar corso” a operazioni antidroga “basate su un metodo di lavoro assolutamente contrario alla legge”.
“in scandaloso accordo con i trafficanti ai quali è stato consentito vendere la loro droga in Italia arricchirsi con i proventi delle vendite”
Di questo potrebbero essere stati benissimo accusati i nostri pericolosi terroristi arrestati.
In realtà tutto si riferisce ad una sola persona: il comandante del Ros dei carabinieri Generale Giampaolo Ganzer, condannato in primo grado per traffico internazionale di sostanze stupefacenti il 12 luglio 2010.
I presunti terroristi, arrestati in via preventiva nell'operazionecondotta dallo stesso Ganzer, adesso sono in carcere con accuse così terribili da eclissare quelle contro il comandante dell'operazione, diretta dalla PM Manuela Comodi:
-appenderestriscioni ad una fontana
-duescritte sui muri
-imbrattare un bancomat
-avere in casa materiale a loro avviso idoneo alla costruzione di ordigni esplosivi (mollette per appendere i panni, filo di rame, lampadine)
La grottesca operazione “Ardire “ si colloca in un contesto locale e generale che dovrebbe indurre a pensare a cose ben più serie: è sotto gli occhi di tutti come Perugia sia preda delle narcomafie e dei poteri forti con cui questesono colluse. Ancora più evidente è l'erosione di diritti, il furto di futuro e l'assenza di tutele che una crisi globale, provocata da banchieri e speculatori, sta facendo subire a tutte e tutti.
Viene spontaneo chiedersi se l'operazione non sia finalizzata a distogliere l'attenzione dalle esplosive contraddizioni cittadine e a tentare di normalizzare una situazione di forte e legittima conflittualità sociale attraverso la strategia della paura, tra l'altro né nuova né originale.
...”Quando il saggio indica la luna lo sciocco guarda il dito”
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