Succede, in una cascina alle porte di Torino, che intere famiglie vengano sgomberate e arrestate per furto di corrente. Avevano in fondo, anche loro, come tante altre, un problema di carovita. Ma stiamo parlando di famiglie Rom [1], si capisce.
Succede poi, alle porte del carcere di Torino, che un carabiniere in vena di quelle che per lui sono spiritosaggini, commenti: "Le carceri scoppiano [2]? Altro che indulto, bisognerebbe riaprire i forni". Si parla ovviamente di Rom, quelli della cascina, si capisce.
Così come succede, nelle periferie di Torino, che alcuni giovani tirino tardi la sera (e cosa tirino, non è difficile immaginarlo…) per sprangare stranieri e… tossicodipendenti, e per incendiarli davvero [1] quei maledetti campi Rom. Fedeli interpreti del nostro tempo, combattono la guerra civile tra poveri che tanto piace ai gendarmi dell'ordine sociale, e tanto giova ai loro padroni.
Ogni tanto, succede anche che altri giovani si organizzino per contestare i razzisti [3]: nelle redazioni dei loro giornali [4], sotto un gazebo al mercato, in partenza per un viaggetto organizzato [5]. Alla guerra civile tra poveri, preferiscono combattere adesso la guerra sociale contro i responsabili del disastro [6] in cui stiamo precipitando, disposti anche a correre il remoto rischio di una rivoluzione, un giorno…
Succede, una volta tanto, che la polizia faccia il suo dovere, e di questi sfacciati antirazzisti cinque vengono denunciati, due vengono arrestati e rilasciati con obbligo di firma quotidiana e uno si trova tuttora detenuto in carcere. I razzisti, commossi, ringraziano.
Dice un mediocre sindaco [7]: "Chi agisce e pensa così è indegno di far parte di una comunità" ed è "contrario alle più elementari norme di rispetto e civiltà". Così dice, e non si capisce di cosa stia parlando.
Scrive poi, un mediocre giudice della procura di Torino, che questi giovani "dimostrano una totale influenzabilità e soggezione rispetto a un malinterpretato senso di appartenenza, all'interno del quale si inseriscono azioni delittuose". Così scrive il giudice, e non si capisce di cosa stia parlando.
E scrive ancora, lo stesso giudice, che "un continuo contatto con le forze dell'ordine può costituire un adeguato monito dal ricadere nel reato". Così scrive il giudice, e non si capisce di cosa stia parlando. Ma le sue carte, questo lo si capisce fin troppo bene, cominciano ad accendere quei forni che tanto piacciono ai suoi gendarmi, e tanto giovano ai suoi padroni.
da www.autistici.org/macerie [8]
Links:
[1] http://www.informa-azione.info/torino_controinchiesta_sull_incendio_del_campo_rom_di_via_vistrorio
[2] http://www.informa-azione.info/carceri_rischio_collasso
[3] http://www.informa-azione.info/torino_solidarieta_agli_arrestati
[4] http://www.informa-azione.info/torino_scritte_e_sostanza_liquida_e_oleosa_contro_la_lega
[5] http://www.informa-azione.info/torino_compagni_e_fermati_disgusto_per_la_lega_nord
[6] http://www.informa-azione.info/torino_sotto_casa_di_un_maiale
[7] http://www.informa-azione.info/torino_contestati_dalema_turco_e_chiamparino
[8] http://www.autistici.org/macerie/