Di fronte alla devastazione ambientale in atto da anni a Spoleto e in Umbria, abbiamo deciso di incontrarci per cominciare a costruire qualcosa di concreto in grado di fermare e invertire la logica della supremazia degli interessi economici sulla natura e sugli uomini. Essere concreti per noi significa riuscire a fermare i progetti in corso e possibilmente a rimediare ai danni già fatti.
L'esperienza recente ci indica, a Spoleto come in Italia (anzi, forse nel mondo), che i risultati si ottengono con la lotta dal basso, autorganizzata ed esterna alle logiche dei partiti e delle istituzioni. La straordinaria, e vittoriosa, battaglia degli abitanti di Santo Chiodo contro la costruzione di una centrale a biomasse ne è esempio: la gente che ha occupato il prato dove doveva sorgere la centrale, i cortei, l'occupazione del Consiglio Comunale, le denunce subite da decine di persone; la radicalità, la determinazione, l'estraneità dalla politica di professione e la spontaneità di quella lotta sono state determinanti. Al contrario le polemiche oziose nei palazzi, gli incontri con le istituzioni, i discorsi al chiuso del Consiglio Comunale, i comizi elettorali e le complicità post-elettorali non hanno fermato la costruzione del centro bancario e commerciale "il Ducato", gli scempi edilizi di Colle Risana, Colle San Tommaso, Montepincio e chi più ne ha più ne metta.