Roma - A proposito di un'iniziativa NoTav a Roma

Il 6 ottobre, dalle 17 una quarantina di persone si sono trovati nel piazzale davanti alla Stazione tiburtina per distribuire mateliale informativo e dolcetti NO TAV ai pendolari, molto graditi a tutti pare, tranne al solito gruppetto di PS e digossini.

 
Segue il testo del volantino distribuito:


 IL TAV E’ OVUNQUE…

Da quando furono stilati i primi progetti del TAV in Val di Susa, vent’anni fa, la popolazione locale si è sempre opposta alla devastazione del territorio, consapevole che l’unico interesse nel trivellare le montagne per far passare una linea ferroviaria ad alta velocità fosse di riempire le tasche dei soliti.

 Nel corso degli anni i valsusini si sono resi conto che l’unico modo per contrastare un progetto d’imprenditori e politici fosse opporvisi in modo aut organizzato. Come sperare nell’aiuto di chi, da quei treni, ci guadagna? I 20 miliardi stanziati per la costruzione del TAV in Val di Susa non sono altro che il ricco mangiatoio appetito dalle diverse cricche di costruttori amici dei governi di turno, con i quali si ha intezione di spartire la torta.

Se questa può sembrare ad alcuni una lotta locale, noi ci sentiamo invece coinvolti in prima persona. In primo luogo perché solidarizziamo con ogni scintilla di opposizione ad ogni istituzione, partito e sindacato, riconoscendo nell’autogestione l’unico modo per organizzarsi, dando vita a rapporti orizzontali e di confronto piuttosto che gerarchici e lideristici; in secondo luogo perché riconosciamo che nel TAV l’ennesima opera di devastazione messa in atto dallo Stato, volta al guadagno e allo sfrenato “sviluppo” imposto dal capitalismo, dove tutto deve correre più veloce per stare al passo con questi tempi in cui produzione e sfruttamento sono sinonimi.

 In val di Susa negli ultimi mesi lo scontro sociale si è alzato vertiginosamente, perché a Giugno sono state installate le prime recinzioni del cantiere, attraverso lo sgombero violento, attuato con un dispiegamento di migliaia di unità delle forze dell’ordine, della “Libera Repubblica della Maddalena”, un presidio autorganizzato che il movimento No Tav aveva insediato a difesa dell’area interessata dal progetto. D’altro canto nuovi picchetti, continue manifestazioni, presidi permanenti e la ferma volontà della popolazione locale, cui si è aggiunta la dignitosa e ribelle solidarietà diretta proveniente dal nord al sud dell’Italia e anche da diverse parti d’Europa, hanno finora impedito l’inizio dei lavori.

E nonostante la repressione degli apparati dello stato si faccia sentire, nonostante giornalisti asserviti della stampa e della televisione continuino a svolgere il loro ruolo di sciacalli al servizio degli interessi dei padroni, la Val di Susa continua a testa alta questa aperta e radicale lotta contro i poteri forti dello Stato e del capitale.

La TAV è solo un tassello di un sistema in cui aumenta il divario tra ricchi e poveri (i treni ad alta velocità, inaccessibili ai più prendono ogni giorno il posto di intercity e regionali), in cui tutto, compresi i nostri ritmi di vita, deve correre così veloce da non farci rendere conto della cementificazione della città, della trivellazione delle montagne, della costruzione d’inceneritori e antenne dietro casa.

 Il tutto condito da una militarizzazione crescente, che si rende palese nella presenza di militari nelle stazioni, nelle telecamere che controllano ogni nostro movimento, fino alla brutale repressione messa in atto in Val Susa: mettono al sicuro i propri interessi, cercando di rendere sempre più difficile rivoltarsi a questo stato di cose.

                                                                                             ... LOTTIAMO OVUNQUE CONTRO IL TAV



Ven, 07/10/2011 – 00:22
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