San Foca (Lecce) - A proposito di un gasdotto

riceviamo e diffondiamo:

CIÒ CHE NON VOGLIAMO

A proposito di un gasdotto


Siamo contro tutte le nocività. Un dato semplice da cui vorremmo partire.

Sviluppo sostenibile o capitalismo di rapina pongono sotto gli occhi di tutti i medesimi risultati: territori depredati, ambiente devastato, distese di cemento, sfruttamento della manodopera, infrastrutture tese a rendere più veloce la via verso il cosiddetto progresso che sempre più somiglia ad un deserto. Non c’è misura, né limite che tenga alla progettazione e costruzione di nuovi impianti e strutture che impongono un fabbisogno massiccio di energia. E così, ecco spuntare come funghi parchi eolici e fotovoltaici che anche nel nome (parchi) cercano di convincerci della loro bontà; centrali a biomasse, inceneritori, e per finire anche le grandi opere. Vi sono infatti ben due progetti di gasdotto per trasportare gas dall’Azerbaijan fino all’Europa, attraversando Turchia, Grecia e Albania e sfociare uno a San Foca e, l’altro, a Otranto. Tap, dal nome della holding che vuole costruirlo, è il nome del primo progetto, IGTI Poseidon il nome del secondo. Cattedrali nel deserto che andranno a parassitare i territori che attraverseranno, qualora uno dei due venisse costruito, per portare inquinamento e devastazione, coinvolgendo numerosi comuni quali Otranto (per il progetto Poseidon), Melendugno, San Foca, Vernole, Castrì, San Donato, San Cesario, Cavallino, Lizzanello, Acquarica di Lecce. I dati tecnici sono in continua evoluzione, e alcune notizie riportano la possibilità che i due progetti si uniscano, fondendo anche gli interessi di coloro che vorrebbero realizzarli, grandi multinazionali del gas quali Gazprom, Edison e Tap, interessi che certo non riguardano le popolazioni ma che servono solo a impoverire e sfruttare.

Il caso Ilva dovrebbe essere un esempio cui guardare per capire come la salute e la vita di migliaia di persone, oltreché l’ambiente, siano un rischio trascurabile per chi vuole fare solo profitti, né possiamo pensare che spostando una nocività un po’ più in là toccherà ad altri occuparsene o subirne i problemi.

Questo è il dato semplice che ci muove: sono questo esistente e questo sistema a produrre nocività e presentarle come qualcosa di cui non possiamo fare a meno. Non solo non crediamo a questa necessità, ma vogliamo anche opporci perché non vogliamo che le merci si sostituiscano alle persone, che le macchine si sostituiscano ai desideri, che le nostre vite e l’ambiente che ci circonda siano sostitute da un deserto di metallo e cemento. E vogliamo farlo autorganizzandoci, incontrando altri complici e solidali che non vogliono delegare alle istituzioni e alla politica questa opposizione, identificando in loro parte integrante del problema. Perché l’opposizione al gasdotto Tap o Poseidon si accompagna all’opposizione a qualsiasi nocività che deturpa, devasta, inquina, depreda, ci impone un modello di vita a misura di denaro: dalle energie rinnovabili, al turismo che sfrutta i territori, alle grandi opere, alle fabbriche di morte, tutto è parte di un esistente in cui non ci riconosciamo e che vorremmo mutare radicalmente.

Nemici di ogni nocività


Per contatti:

nemicidituttelenocivita@distruzione.org

Via Massaglia 62/b - 73100 Lecce

Mer, 12/06/2013 – 21:15
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