Torino - La lunga resistenza | Prove di Forza

10-12-2009 giovedi cosa sta succedendo oggi: L'esercito della repressione (la solita polizia, carabinieri,digos ecc) ha sgomberato la ca'neira alle 6.25; alle 6.45 le forze del disordine erano anche sotto l'ostile. Gli ostili sul tetto, i solidali li sotto (un centinaio) con corso vercelli bloccato, fermano l'intervento della grù e vengono caricati una prima volta; ne fa le spese una signora del quartiere uscita per comperare le sigarette: per lei manganellate sulla schiena e alle gambe (alcuni solidali la porteranno in ospedale).

19.00 Nasce una nuova ca'neira che viene sgomberata prima delle 20.00 con ingenti forze, dopo una resistenza sul tetto da parte di alcuni ed incatenamenti a finestre di altri; vengono portati in via Grattoni(in quattro) e rilasciati intorno alle 23.00.

20.00 circa i birri, visto che l'autoscala non è ancora passata, decidono di sgomberare corso vercelli quindi caricano una seconda volta più decisi e con i lacrimogeni, i solidali un po' resistono, poi si disperdono, ma c'è un fermo. Un po' di disordini avvengono in giro.

20.45 Dopo aver cacciato ogni sguardo indiscreto dalla zona, le forze dell'ordine iniziano una prima rappresaglia verso i mezzi dei solidali (tergicristalli strappati e perquisizione) e verso il materiale (impianto audio e minicucina allestita per l'occasione) portato via dall'Amiat, iniziano le operazioni di sgombero.

21.15 gli infami sbirri arrivano sul tetto dell'ostile e portano via 3 dei 6 dell'ostile; poco dopo tireranno giù anche gli altri a forza. La radio parla di cassonetti in fiamme nei dintorni dell'ostile.

21.17 Gli sbirri caricano in piazza crispi ancora più pesantemente con lacrimogeni ad altezza uomo; dopo la carica al presidio il morale è ancora alto la gente affolla ancora piazza crispi e ne blocca l'incrocio; le cariche si susseguono con l'ausilio dei blindati ancora fermi, per ora, e vengono ferite (un dito rotto per una e calci in faccia per l'altro) e fermate due persone. Approfittando della carica una camionetta fugge via dalla scena portando i ragazzi dell'ostile in caserma in via Tirreno.

Alle 22.00 si scioglie il presidio ed apprendiamo che i fermati vengono scortati al Maria Vittoria in seguito alle ferite riportate dopo il pestaggio postcarica, perchè si sa, bisogna sempre scaricare l'adrenalina. Chiedetelo a Stefano Cucchi.

Solidarietà con i fermati e con tutte le occupazioni

Fermenti liberi attivi


fonte macerie

Prove di Forza

La Questura di Torino decide di mostrare i muscoli, e si imbarca nell’ambizioso progetto di effettuare una doppietta: lo sgombero di due case occupate in un colpo solo. Un passo avanti in vista della soluzione finale tanto desiderata dall’asse Chiamparino-Lega-Pdl. Cominciano all’alba, e cominciano dalle più giovani, Cà Neira prima, L’Ostile subito dopo. Ma qui incontrano la prima resistenza della giornata: sei occupanti riescono ad arrimpicarsi sul tetto per non essere sgomberati. Ci rimarranno 15 ore. Da subito cominciano ad accorrere i solidali, che diventeranno più di un centinaio prima di sera, tra compagni e abitanti del quartiere. Una donna porta un lenzuolo e chiede di scriverci “Forza raga’ il quartiere è con voi.” Comunque, la mattina e il primo pomeriggio passano tranquilli. Ci sono i pompieri, ma sono distanti, e sembra che la polizia non voglia forzare più di tanto la situazione. Sperano in una rapida capitolazione degli occupanti, ma si sbagliano.

Nel frattempo, dall’altra parte della città gli sgomberati di Cà Neira occupano l’ex Cinema Zeta vicino a piazza Moncenisio. La polizia arriva in forze e prova subito a sgomberare. Gli occupanti stavolta salgono sul tetto, in quattro, ma dopo un po’ vengono portati in Questura. Saranno denunciati e rilasciati in serata.

Non passa molto tempo, e la polizia tenta lo sgombero anche dell’Ostile. Quando il camion dei pompieri inizia a fare manovra, i solidali cercano di mettersi in mezzo e vengono caricati. Nel parapiglia, ci finisce di mezzo anche una donna sui cinquant’anni che passava di lì. Viene travolta dai celerini, presa a calci e manganellata. La donna, sotto shock, viene soccorsa dai manifestanti e portata al sicuro.

Ascolta il racconto della donna pestata “per sbaglio”

Quando il presidio si dota di un impianto audio che trasmette Radio Blackout, e in particolare una diretta che racconta a tutti l’increscioso incidente della prima carica, la polizia risponde attaccando violentemente il presidio. E qui tutti si danno da fare, i pompieri per primi, che innaffiano l’impianto coi loro idranti e portano via il generatore. La polizia spara diversi lacrimogeni, spingendo il presidio verso sud. Negli scontri, due persone vengono fermate e portate in questura. Anche loro saranno rilasciati in serata. Il presidio arretra e si trasforma in un corteo selvaggio in cui vengono rovesciati e incendiati cassonetti lungo corso Giulio Cesare, corso Novara, piazza Crispi, dove i manifestanti si attestano nuovamente in presidio, fronteggiando la polizia. Lungo il percorso, diversi abitanti del quartiere si uniscono al corteo. Testimoni raccontano ad esempio di un gruppo di ragazzi che esce da un portone, incendia un bidone e scherza coi manifestanti; un gigante africano impartisce lezioni di tattica militare ai compagni prima di unirsi al corteo; un giovane maghrebino dice ai suoi amici che lo invitavano ad andarsene: “No, no! io voglio restare con loro!”

In piazza Crispi la polizia carica altre tre volte, sempre più violentemente, tra lacrimogeni sparati a casaccio (prima lanci troppo lunghi che prendono gruppi di gente che non c’entrava niente, e poi lanci ad “altezza uomo”), cariche, controcariche, petardi, assalti a pompieri di passaggio… alla fine per farla finita i poliziotti caricano direttamente con tre camionette, i famosi “caroselli” che si usavano una volta, fino a quando non si imparò a piantargli un palo tra le ruote… Durante queste cariche tre o quattro compagni vengono pestati duramente e fermati. Due di loro saranno portati in ospedale, una compagna con un braccio ingessato, un compagno con la faccia e il corpo tumefatti.

Contemporaneamente, la polizia riesce a salire sul tetto dell’Ostile e porta via gli occupanti. Anche loro saranno portati in Questura, e rilasciati in serata. Nelle mani della polizia rimangono quindi, a quanto ne sappiamo, i manifestanti fermati in piazza Crispi. Avendoli pestati con violenza, non è da escludere che li arrestino con le solite accuse di resistenza e lesioni. Nelle prossime ore ne sapremo qualcosa di più. Per ora, annotiamo che se l’inziativa della Questura voleva far assaggiare a tutti la sua forza militare, ebbene, ha anche avuto l’indubbio merito di provare la forza morale del movimento, e di rilanciare le prossime iniziative. Che, vi ricordiamo, sono

Gio, 10/12/2009 – 23:40
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