Un contributo sulla lotta per la casa a Roma e in memoria di Fabrizio Ceruso

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Martedì, Agosto 5, 2014 - 11:22

IN MEMORIA E TRIBUTO DI FABRIZIO CERUSO

- a cura di Vincenzo Miliucci, Roma, 1° agosto 2014 -

L'8 settembre 2014 ricorrono 40 anni da quando il giovane compagno Fabrizio Ceruso fu ucciso dalla polizia durante la rivolta di S.Basilio, a cui presero parte la popolazione della borgata e le forze rivoluzionarie, accorse a difendere gli occupanti delle case sotto sgombero. Tra questi c'era Fabrizio Ceruso di 19 anni, compagno dell'autonomia operaia del Collettivo Proletario di Tivoli, sceso insieme ad altri giovani a S.Basilio, rispondendo all'appello dei Comitati Autonomi Operai e di altre realtà della sinistra rivoluzionaria, per sostenere il diritto degli occupanti di opporsi agli sgomberi. Fabrizio, quella domenica pomeriggio dell'8 settembre del '74 trovò la morte a S. Basilio in via Fluminata, colpito dal piombo di Stato che non aveva esitato a sparare contro chi difendeva il diritto alla casa.
La rivolta popolare, iniziata nei 3 giorni precedenti, alla notizia dell'uccisione di Fabrizio divampò: gli abitanti della borgata scesero in strada a dar man forte ai manifestanti utilizzando tutti i mezzi disponibili, comprese le armi. Così da costringere le forze dell'ordine assassine a rifugiarsi nel campetto di calcio della parrocchia, colpite e assediate dai rivoltosi, che impedirono l'accesso nella borgata a nuove colonne di PS e che infine imposero ai militari di ritirarsi abbandonando S.Basilio. Negli anni successivi, nel nome di Fabrizio Ceruso, la lotta per il diritto alla casa prese sempre più vigore, fino a diventare con il Comitato Cittadino di Lotta per la Casa un punto di riferimento stabile e sicuro per gli sfrattati, i senza tetto, i disgraziati che affollano i ghetti e le periferie romane. Da quel tempo, decine di migliaia di famiglie proletarie hanno conquistato con la lotta il diritto alla casa a canone sociale. Ben 8 sanatorie comunali hanno sancito il diritto alla casa tramite l'occupazione degli aventi bisogno certificati dal Comitato Cittadino di Lotta per la Casa.
In questi anni la lotta per la casa vede protagonisti sopratutto gli immigrati, pronti e attivi nel rivendicare il diritto universale a un tetto a cui, in tempi di crisi permanente, si sono aggiunti le giovani coppie, gli studenti fuorisede, gli sfrattati, mentre si espande la pratica dell'autorecupero e si rinnova la richiesta della ristrutturazione di edifici vari (scuole, caserme, fabbriche, depositi) e di un nuovo ciclo di edilizia popolare-convenzionata per sanare l'emergenza abitativa.
Il 1974, fin dall'inizio, si impone come l'anno del diritto alla casa. Roma ha sempre vissuto in emergenza abitativa. Spesso la spinta della lotta per il bisogno casa veniva utilizzata dall'intreccio costituito da Immobiliari-poteri locali-partiti per ennesime lottizzazioni abusive, altre colate di cemento e "sacchi di Roma": il mattone ha sempre favorito grandi speculatori e carriere politiche.
Già nel 1966 operava a Roma il Comitato Agitazione Borgate (di cui ho fatto parte) sorto per dare una risposta abitativa, in alternativa ai 7 borghetti, le favelas romane in cui vivevano oltre 50.000 persone. Durante il '68-'69-'70 prende corpo la stagione delle occupazioni (sopratutto case degli Enti) al Celio, via Pigafetta, via Prati di Papa, S.Basilio, Tufello, via Monte Massico, che realizzano il diritto alla casa.
Poi nel '71, l'occupazione di via Carpineto e via Albuccione (non più solo borgatari, anche operai e lavoratori dei servizi) di Magliana stante 8000 sfratti esecutivi!
A Magliana da maggio '71, si diffonde la lotta autorganizzata per l'autoriduzione degli affitti praticata dal 90% degli inquilini ("10% del salario, giusto affitto proletario", "la nostra lotta è l'autoriduzione, la nostra forza è l'organizzazione").
Dal gennaio 1974, migliaia di cittadini nel volgere di 3 mesi prendono parte alle occupazioni, quasi tutte case di proprietà delle grandi immobiliari. Si comincia con l'occupazione delle case di Gaetano Caltagirone e di Dal Fonte in via Prati Fiscali e Serpentara, poi di quelle di Armellini, Marchini, Belli e di altri pescecani dell'edilizia. Si parte con 30 famiglie a Prati Fiscali. Nei successivi 3 giorni sono 300 gli occupanti in zona Salario; poi le occupazioni investono l'intero territorio metropolitano, a fine gennaio sono 1500 gli appartamenti occupati che a metà febbraio diventeranno 5000! Ogni zona è investita dalla lotta per la casa, enormi manifestazione cittadine pongono alle controparti risposte concrete che non arrivano. Le giunte Democristiane traccheggiano, l'opposizione Picista si scaglia contro le occupazioni, ma i semplici iscritti di base delle sezioni popolari DC-PCI-PSI vengono ad occupare. Al palazzinaro Caltagirone, nonostante l'ausilio della PS non riesce il blitz-sgombero, con successivo insediamento di assoldati-finti proprietari nelle case sgomberate: alcune donne occupanti, mogli di poliziotti, vengono a sapere dai mariti del blitz, lo comunicano al Comitato di Lotta, che stana l'operazione dei finti occupanti scacciandoli in malo modo, facendo fallire il blitz!
Nel mese di marzo, il governo democristiano, compreso il pericolo rappresentato dall'estensione del movimento popolare per la casa, per evitare la saldatura con le mobilitazioni in corso contro le misure di austerità e sacrifici (dopo la "Guerra del Kippur", tra arabi e israeliani c'è la crisi petrolifera, che impone le domeniche a piedi, il blocco dei salari, l'aumento dei prezzi dei servizi) decreta la dura risposta repressiva per ristabilire l'ordine, anche con l'ausilio dell'Esercito. Pur resistendo, le occupazioni vengono sgomberate una ad una, l'ultima è il fortino in via della Serpentara, viene sgomberata dall'Esercito con tanto di fotoelettriche ed elicotteri: gli sgomberati resistono come possono poi tutti insieme defluiscono verso la Salaria, attraverso i binari della stazione di Roma-Smistamento.
Quella grande sconfitta - nell'immediato il diritto alla casa non fu realizzato- fece però da detonatore generale, catalizzando la disponibilità popolare alla lotta e l'impegno di una generazione antagonista a sostenerla e coordinarla in funzione del benessere sociale e della trasformazione sociale.
Ripreso il fiato, a settembre 1974 la rivolta di S. Basilio con il sacrificio del compagno Fabrizio Ceruso, conquista il diritto alla casa, nello specifico con il passaggio da casa a casa, dall'occupazione di S. Basilio alle case di Casal Bruciato, a reddito sociale!
In seguito, dal '75 in poi, il movimento per il diritto all'abitare, pur con fasi alterne (durante il Movimento 77 a Roma era attiva la Commissione per il diritto alla casa), diventa irreversibile: da Ostia a Torpignattara, al Tiburtino e Laurentino... negli anni '90 ancora a S.Basilio!
Nel primo decennio del 2000 le decine di occupazioni assumono il carattere permanente, risocializzando stabili dismessi; si moltiplicano le occupazioni con l'operare di altre strutture, quali Action e i Blocchi Proletari Metropolitani, oltre all'originario Comitato Cittadino di Lotta per la Casa.
Successivamente, è storia presente, gli "tzunami tour" e la diffusione in tutta la penisola della lotta per il diritto all'abitare, rappresentano un movimento inarrestabile nonostante i tentativi repressivi in corso, che puntano al sequestro dei compagni più in vista, come Luca e Paolo, per provare da contraddire, intimidire, scoraggiare, la forza del movimento in tutte le sue articolazioni.

RICORDARE FABRIZIO CERUSO A 40 ANNI DAL SUO SACRIFICIO, SIGNIFICA TRIBUTARE A LUI, AI COMPAGNI CHE NON CI SONO PIU', AI TANTI CHE SI SONO BATTUTI PER IL DIRITTO ALLA CASA, LA GIUSTA RICONOSCENZA DA PARTE DEI MOVIMENTI CHE LOTTANO PER LA SOCIETA' DI LIBERI E UGUALI. SIGNIFICA RIFLETTERE SULL'EPOPEA DELLA LOTTA PER LA CASA, IMPEGNANDOSI A LIBERARE LE CITTA' DALLA CEMENTIFICAZIONE, PER RENDERLE URBANISTICAMENTE, SOCIALMENTE, AMBIENTALMENTE, VIVIBILI E VIVACI.

LUNEDI' 8 Settembre 2014, dalle ore 9 in poi,
APPUNTAMENTO A S.BASILIO IN VIA FLUMINATA,
ALLA LAPIDE CHE RICORDA FABRIZIO CERUSO

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