Cacciamo Renzi: tutt* a Roma il 27 novembre!
Ma ce l’hai una casa? Quante volte abbiamo usato questa frase per liberarci di qualcuno che non sopportavamo più e finivamo dicendo allora vacci subito. Crediamo tante volte. Per Renzi e il suo governo sarebbe proprio il caso di usarla subito, a cominciare dalla prossima scadenza referendaria del 4 dicembre prossimo. Purtroppo a parte il buon uso per liberarci dell’attuale presidente del consiglio, in questa città e nel paese molte persone una casa non ce l’hanno e altrettante rischiano di perderla. I motivi sono più che conosciuti: affitti alti e mutui non sostenibili, stipendi bassi e lavoro precario, disoccupazione e licenziamenti, case popolari insufficienti. Le periferie poi soffrono anche un abbandono senza precedenti. Parlare di diritto alla casa sembra più una chiacchiera da salotto che una vera e drammatica urgenza per chi amministra e ha amministrato Roma. La graduatoria per un alloggio popolare riformulata nel 2012 cancellando 40mila famiglie in attesa di un alloggio è di nuovo oltre le diecimila domande, i residence continuano ad ospitare nuclei aventi diritto che aspettano una casa da anni, gli sfratti aumentano al ritmo di dieci esecuzioni al giorno, le morosità nel pagamento dell’affitto e le insolvenze nella rata del mutuo sono ormai realtà consolidate. A fronte di questi numeri non esiste nessuna programmazione e sono poche le risorse destinate all’emergenza abitativa. Si pensa di risolvere questo disagio con gli sgomberi di chi ha occupato per necessità un alloggio popolare o una casa degli enti, con la cacciata di chi ha recuperato stabili abbandonati, con la chiusura dei residence senza soluzione alcuna per chi vi abita. Questo mentre in città sono migliaia gli alloggi vuoti e grande è il patrimonio pubblico utilizzabile per affrontare la situazione. Basta avere il coraggio di invertire la rotta imposta dal cosiddetto “piano casa” della coppia Renzi-Lupi, un provvedimento barbaro che non solo non ha prodotto nulla in termini di abitazioni ma ha pensato bene di eleggere come nemici i poveri e coloro che per necessità occupano un alloggio. Non pensiamo sia utile dividere la povertà in base al colore della pelle, della lingua, della cultura di provenienza. Pensiamo sia importante gridare forte “prima le case” per chi ne ha bisogno e poi tutto il resto. A Roma come nel resto d’Italia. Uniti possiamo raggiungere obiettivi davvero importanti e far applicare la delibera regionale che con 200 milioni di euro può dare una prima risposta a chi è in graduatoria, a chi si trova nei residence, a chi ha occupato per necessità stabili abbandonati. È chiaro però che se non si cambia passo cacciando il governo Renzi difficilmente possiamo andare avanti e questo lo deve capire anche l’amministrazione 5 stelle che governa la capitale da qualche mese. Non si può lottare contro i provvedimenti del governo senza produrre discontinuità e attenzione nei confronti di chi soffre. Non si può dire no a Renzi nell’urna e poi mantenere inalterati i privilegi della rendita. Il no sociale vuole far uscire forte la voce degli ultimi contro i provvedimenti di un governo impegnato dall’inizio del suo mandato nel peggiorare le condizioni di vita del paese di sotto per mantenere intatti i vantaggi del mondo di sopra. TUTT* A ROMA IL 27 NOVEMBRE!
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