Due mesi dopo il 5 novembre: fascisti, polizia e speculazioni immobiliari

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Domenica, Gennaio 15, 2017 - 15:04

Sono passati oltre due mesi dai fatti del 5 novembre a Magliana. Quel giorno la polizia ha represso duramente chi era in piazza per opporsi alla presenza di Forza Nuova nel quartiere, operando cariche e 50 fermi. Un intervento voluto dalla Questura di Roma che prima ha dichiarato che non ci sarebbero stati cortei a Magliana e dopo ha permesso la sfilata degli squadristi, caricando compagni e compagne mossi dallo sdegno per quella faziosa gestione della piazza e per i cori fascisti.
Le conseguenze di quella giornata continuano a farsi sentire: Alberto, Eddy e Felice sono ancora agli arresti domiciliari, dopo che due di loro sono stati un mese in carcere. Un'altra decina di compagni e compagne sono stati/e in carcere per alcuni giorni. Il tribunale del riesame ha ritenuto che le accuse inizialmente contestate del famigerato reato di devastazione fossero infondate, confermando però le altre (resistenza aggravata, eccetera).
Ancora non sappiamo quanti compagni e compagne saranno rinviati a giudizio per i fatti di quel giorno. Nel frattempo però la Questura di Roma si è prodigata nel notificare a pioggia decine e decine di sanzioni amministrative (più di cinquanta a quanto ci risulta) per il solo fatto di essere stati presenti "bloccando la circolazione ed ostacolando il traffico veicolare", tra l'altro descrivendo come un corteo quella che in realtà era una fuga dalle violente cariche della polizia. Tale strumento comporta una sanzione economica tra i 2.500 € e i 10.000 €, ed è stato largamente utilizzato negli ultimi anni dalla questura in quanto non ha nemmeno bisogno di essere firmato da un magistrato compiacente essendo un atto amministrativo.
Come se non bastasse, lo stesso 5 novembre, polizia e carabinieri dopo aver spazzato via il presidio antifascista, hanno osservato con compiacimento la devastazione di una delle sedi storiche del CSOA Macchia Rossa da parte di fascisti fiancheggiati da alcuni abitanti di Magliana dediti alla compravendita delle case di proprietà pubblica (INPS, Comune). Dopodiché la polizia procedeva al sequestro "per motivi di ordine pubblico" dei locali di via Pieve Fosciana 56. Tale sede, occupata dal 1973, che ospitava anche il Comitato di Lotta per la Casa Magliana, rimane a tutt'oggi murata e sotto sequestro. Al suo interno, tra l'altro, c'è un archivio con 40 anni di documentazione del movimento antagonista, di enorme valore storico.
Le due organizzazioni di estrema destra, Casa Pound e Forza Nuova da tempo concentravano i loro sforzi sul quartiere di Magliana, ma hanno approfittato dei fatti del 5 novembre per guadagnarsi una legittimità politica, che gli era sempre mancata, ottenuta anche grazie alla sponda offerta dalle istituzioni municipali
Infatti, il 24 novembre scorso durante un consiglio municipale straordinario, alla presenza di alcune decine di squadristi impegnati a minacciare i cittadini democratici presenti, Roberto Fiore e Giuliano Castellino sono intervenuti dichiarando che Magliana adesso è un loro territorio e ottenendo una concordata approvazione “di fatto” dalla maggioranza grillina. Allo sdegno espresso nei giorni seguenti dalle realtà antirazziste del quartiere tramite lettera, il Presidente del Municipio XI Mario Torelli rispondeva che trattasi di questioni di ordine pubblico per le quali sono state informate le forze dell’ordine. Ciò nonostante e a dispetto delle numerosissime provocazioni subite in queste settimane, il CSOA Macchia Rossa prosegue l’attività nelle altre due sedi di via Pieve Fosciana. In questi due mesi sono state realizzate alcune iniziative molto partecipate e tanti abitanti del quartiere sono passati ad esprimerci la loro solidarietà e la loro preoccupazione per la costante presenza di fascisti a Magliana.
Magliana nei prossimi tempi vedrà il tentativo di trasformare il quartiere attraverso diversi passaggi che porteranno molte persone ad abbandonare il luogo dove vivono da decenni. Innanzi tutto la trasformazione dei pochi impianti produttivi già chiusi o in via di chiusura (come ad esempio la Saferrott), in palazzine abitative grazie all’attuazione del Piano Casa della Regione Lazio. Nel caso dell’ex Buffetti ciò sta avvenendo nonostante il rinvenimento di una strada romana al di sotto dei vecchi capannoni pieni di amianto. Inoltre il vasto patrimonio pubblico immobiliare delle case INPS e del Comune di Roma (tutte in mano alla Romeo Gestioni) sarà svenduto praticamente senza garanzie per gli inquilini che sono in larghissima parte senza titolo. Il CSOA Macchia Rossa insieme al Comitato di Lotta per la Casa di Magliana si è battuto per anni contro queste speculazioni sostenendo chi è sotto sfratto e battendosi contro la pratica della compra vendita delle case pubbliche. Forse questa determinazione ha dato fastidio ai tanti che hanno interessi sul nostro quartiere: da chi vuole arricchirsi attraverso la svendita del patrimonio immobiliare pubblico, a chi vorrebbe gestire questo processo di svendita fino ad arrivare, sempre più in basso, a chi occupa le case pubbliche sfitte per “rivenderle”. Una convergenza di interessi che trova una facile sponda nelle organizzazioni fasciste e negli slogan razzisti.

Alberto Eddy Felice liberi subito
Nessuno spazio ai fascisti e ai razzisti
Stop alla svendita del patrimonio pubblico immobiliare
Costruiamo territori Resistenti

CSOA MACCHIA ROSSA

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