L'Istat esternalizza e precarizza, ma i lavoratori non ci stanno
L'Ente pubblico di Statistica sta scegliendo di rinunciare al suo ruolo di
istituto indipendente. Non contento di precarizzare i suoi
dipendenti, come ormai è abitudine consolidata nella Pubblica Amministrazione italiana, l'Istat in questo luglio caldo si
è messo in testa di esternalizzare. A rischiare di finire a
lavorare per una società privata già dal 1° gennaio 2006 sono 320 rilevatori dell'Istat, oggi co.co.co..
Paradosso dei paradossi: sono loro a fornire i dati ufficiali per il
calcolo di occupazione e disoccupazione.
Il Coordinamento Precari Istat e i sindacati hanno occupato la sala
stampa il 13 luglio, cercando di sensibilizzare il paese. Una settimana dopo, la gara d'appalto era pronta.
E' così che il 20 luglio una
folta delegazione di lavoratori ha tentato di parlare al Consiglio dell'Istat, per
denunciare la fine della statistica pubblica.
Il direttore generale ha chiamato la polizia, che ha sgomberato l'aula.
E' allora che i lavoratori in assemblea hanno deciso di proclamare lo sciopero
nazionale contro la precarietà per settembre e un sit-in al ministero della
Funzione Pubblica per il 26 luglio. Il sit-in
ha visto, nonostande fosse fine luglio e nonostante le intimidazioni più
o meno velate dell'amministrazione - una numerosa partecipazione e la solidarietà - fra gli
altri - dei
precari di Atesiae
dei precari dell'università.
13.07.05
comunicati
dei precari | agenzie
14.07.05 il manifesto
21.07.05 l'unità
22.07.05 comunicato
precari istat
25.07.05 interrogazione
parlamentare pdci
27.07.05 il manifesto e
liberazione
il
dossier sul precariato nella ricerca
il sito dei precari istat
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