Bambini: producete!
Gennaro, che dal punto di vista strettamente scolastico è una tragedia, è sempre allegro e simpatico, sa recitare e sa montare la bicicletta. Le maestre non si sono accorte delle sue attitudini, e continuano a caricarlo di compiti. Questo accadeva nella scuola degli anni Sessanta, ma accadrà anche in futuro.
Grazie alla Riforma Moratti la scuola elementare torna a essere efficiente e produttiva: i bambini devono studiare per diventare bravi lavoratori, non trovare uno spazio dove diventare grandi in modo armonico, e imparare a scegliere autonomomamente le proprie potenzialità. E attraverso la riduzione del tempo scuola a 27 ore, l’istituzione di un unico insegnante tutor dal quale dipende l'intero destino scolastico dell'allievo, la rinuncia all'integrazione delle diversità, per preferire la filosofia della "personalizzazione", vengono imposte anche trasformazioni nell'organizzazione sociale. La scuola a tempo pieno è nata dal basso. È una scuola che ha preso forma modellandosi sui bisogni delle famiglie, sulle esperienze di rinnovamento didattico degli insegnanti, sul riconoscimento del diritto dei bambini e delle bambine ad apprendere su tempi distesi. La Moratti ha deciso: non deve più esistere, e il sistema scolastico deve essere smantellato a favore delle scuole private.
Per difendere il tempo pieno come modello scolastico ad alto valore educativo, è stata organizzata il 29 novembre una giornata di festa-protesta, con Manifestazione nazionale a Bologna, baricentro delle realtà di tempo pieno diffuse in Italia, piazza XX settembre ore 14.
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