La democrazia che deporta
I nuovi accordi sull'immigrazione, (ultimo in ordine di tempo quello tra
Libia
e Italia) con i loro rimpatri lampo, colpiscono ancora. Mercoledi 1
dicembre Mohammed Aouadi
e' stato rimpatriato in Tunisia. Era stato arrestato nella primavera
del 2001 per violazione delle leggi sull'immigrazione e dopo l'11
settembre il suo arresto e quello dei suoi coimputati è stato gonfiato a
dismisura da tutti i media nazionali e internazionali e il loro processo
e' diventato il trampolino di lancio del PM Dambruoso, un cacciatore di
“terroristi islamici” in piena regola a cui Bush ha consegnato il premio
come miglior magistrato dell'anno; da lì la promozione alla corte
europea. Poco importa se da questi processi farsa, in cui si è riuscito
a dimostrare solamente una banale contraffazione di documenti falsi,
sono uscite pesanti condanne, alcune addirittura a cinque anni e appena
finito di scontare la
pena in Italia loro rischiano la morte in Tunisia.
Dopo la scarcerazione(avvenuta il 25 novembre scorso), infatti, Mohammed
era stato condotto immediatamente al CPT di Caltanissetta e tornando in
patria rischia la pena di morte visto che il tribunale militare tunisino
ha gia' emesso su di lui, cosi' come sui suoi cinque coimputati, una
condanna in contumacia con l'accusa di opposizione al regime. Mohamed
non è stato l'unico di questi tempi a sparire dalla democratica Italia
e, quando va bene, dopo qualche anno di torture in qualche bunker,
riapparire nelle galere del nord africa tra l'indifferenza generale. Ma
non tutti ritornano.
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