|
student*, formazione, saperi:
pagina precedente 2 pagina successiva |
Archivi delle feature una a una |
Archivio settimana per settimana
|
PER IL RITIRO DEL DDL MORATTI |
16/02/2004 |
|
|
Ricercare diritti, non brevetti
Martedi 17 febbraio le universita' egli enti pubblici di ricerca si mobilitano
contro la legge delega sull'università presentata dal ministro Moratti. La legge prevede
l'abolizione dei contratti di ricercatore a tempo indeterminato,
sostituendoli con contratti co.co.co. di durata decennale. Inoltre, spiana la
strada agli investimenti privati nella formazione dando alle imprese la
possibilità di finanziare cattedre e corsi nell'università pubblica. Insieme
alla riforma della scuola e quella della didattica universitaria che
introdusse la laurea "3+2", la legge Moratti sull'Università mette dunque a
rischio il carattere pubblico dell'intero sistema della formazione.
Contro la riforma sono già in agitazione diversi atenei, come quello di
Cosenza, in cui ricercatori, precari e studenti auto-organizzati si mobilitano
insieme.
La giornata di mobilitazione
del 17 (ecco un racconto dei fatti) è stata aperta da un'assemblea nell'Aula
Magna dell'Università "La Sapienza" (ore 10.30) , seguita da una manifestazione nel
pomeriggio. In
occasione dell'incontro tra Moratti e sindacati è stato ammesso anche un precario.
ll sit-in è stato organizzato
dalla Rete
Nazionale dei Ricercatori Precari, cui aderiscono associazioni e
collettivi di ricercatori e studenti; oltre al ritiro del d.d.l., la rete
chiede lo sblocco delle assunzioni dei ricercatori, la difesa dei saperi
pubblici da brevetti e interessi commerciali e il riconoscimento dei
diritti degli studenti in quanto precari in
formazione.
Appello per il ritiro del DDL Moratti da ricercatoriprecari.org.
|
|
|
RIFORMA MORATTI |
25/11/2003 |
|
|
Bambini: producete!
Gennaro, che dal punto di vista strettamente scolastico è una tragedia, è sempre allegro e simpatico, sa recitare e sa montare la bicicletta. Le maestre non si sono accorte delle sue attitudini, e continuano a caricarlo di compiti. Questo accadeva nella scuola degli anni Sessanta, ma accadrà anche in futuro.
Grazie alla Riforma Moratti la scuola elementare torna a essere efficiente e produttiva: i bambini devono studiare per diventare bravi lavoratori, non trovare uno spazio dove diventare grandi in modo armonico, e imparare a scegliere autonomomamente le proprie potenzialità. E attraverso la riduzione del tempo scuola a 27 ore, l’istituzione di un unico insegnante tutor dal quale dipende l'intero destino scolastico dell'allievo, la rinuncia all'integrazione delle diversità, per preferire la filosofia della "personalizzazione", vengono imposte anche trasformazioni nell'organizzazione sociale. La scuola a tempo pieno è nata dal basso. È una scuola che ha preso forma modellandosi sui bisogni delle famiglie, sulle esperienze di rinnovamento didattico degli insegnanti, sul riconoscimento del diritto dei bambini e delle bambine ad apprendere su tempi distesi. La Moratti ha deciso: non deve più esistere, e il sistema scolastico deve essere smantellato a favore delle scuole private.
Per difendere il tempo pieno come modello scolastico ad alto valore educativo, è stata organizzata il 29 novembre una giornata di festa-protesta, con Manifestazione nazionale a Bologna, baricentro delle realtà di tempo pieno diffuse in Italia, piazza XX settembre ore 14.
Aggiornamenti
Approfondimenti
Coordinamento per il tempo pieno
Retescuole
|
|
student*, formazione, saperi:
pagina precedente 2 pagina successiva |
Archivi delle feature una a una |
Archivio settimana per settimana
|