le motivazioni del gip Nadia Plastina
Ha sudato parecchio il gip Nadia Plastina per compilare ben 359 pagine dell’ordinanza che spedisce numerosi compagni nelle carceri di massima sicurezza del nostro bel paese. Una opera di ingegno letterario nel tentativo riuscito di riempire quasi due risme di fogli A4 per dire praticamente nulla al di fuori di cose che non stanno ne’ in cielo e ne’ in terra. -Non ci troviamo di fronte a espressioni di dissenso ma a azioni che minacciano la ''sicurezza dello Stato'' e ''l'ordine pubblico''-. Cosi esordisce il gip, quasi a dover giustificare preventivamente l’ininterpretabile. Le citazioni, i punti di riferimento sui quali si poggia il gip risalgono a tempi in cui molti degli imputati frequentavano l’asilo o le elementari. Cita infatti una sentenza della Cassazione del 1980 - che non ci si trovi di fronte ad una manifestazione del pensiero pura e semplice, ma ad un comportamento in grado di minacciare, attraverso la determinazione o il rafforzamento dell'altrui risoluzione, il bene giuridico autonomo rappresentato dalla sicurezza dello Stato e dall'ordine pubblico''. Quasi una opera di dissertatio oratoria più che una ordinanza giudiziaria. Ma scorrendo tutte le carte, perdendosi nell’inutile sproloquio scritto in tinta nera si trovano le possoboli prove: - Due momenti salienti: Il 6 marzo 2001 quando Francesco Cirillo invia un e-mail a un sito Internet del movimento antagonista dal titolo ''la globalizzazione sotto casa'' dove tra l'atro si afferma che ''i potenti militarizzando le citta' dimostrano l'esistenza di un'opposizione vera e reale, la forza del movimento deve essere tale che l'ingestibilita' delle citta' deve far scegliere nel futuro altri luoghi isolati per svolgere tali convegni''.- Se questo basta ad incriminare Cirillo possiamo essere incriminati tutti per quello che abbiamo pensato, scritto sulle liste di dibattito di questo movimento, su indymedia, per quello che abbiamo detto nei microfoni delle radio in movimento. Un puzzle possibile come ne sono possibili infiniti altri. Per questo l’opera di Nadia Plastina è di bassissimo profilo letterario, la poteva scrivire chiunque, estrapolando pochi e prevedibili elementi dalla realtà. Ma continua Nadia Plastina nelle sue inconfutabili prove, ed ecco che questa è : - ''l'uscita allo scoperto'' di Cirillo che ''poneva al movimento compiti e obiettivi violenti, per condizionare lo Stato italiano nella scelta del luogo dove svolgere i vertici governativi degli Stati piu' importanti del mondo, proprio alla vigilia di quello della citta' partenopea, auspicando altresi' che le lotte non si limitassero a queste occasioni (ossia a un antagonismo su scala globale, ma assumessero un carattere permanente a livello territoriale''. La seconda importante data e' il 19 maggio 2001, a due mesi dagli incidenti di Napoli e prima del G8 di Genova, quando al termine di un'assemblea a Cosenza viene diffuso un documento nel quale ''emergono - osserva il giudice - chiari e preordinati i comportamenti violenti che i componenti dell'associazione avevano intenzione di porre in essere a Genova. ''Altro che Bologna - e' scritto nel documento citato dal gip -. Li' era tutto finto, gli scontri costruiti a tavolino. La ricchezza di Napoli va ora portata a Genova, non bisogna arretrare di un millimetro. Come realta' del Sud questo dobbiamo portare: soggetti reali e, se e' il caso, scontri reali. Questa e' la differenza tra noi e le componenti moderate, che a Napoli col loro atteggiamento hanno indirettamente consentito la spaccatura del corteo''.- Queste sono parte delle motivazioni che inchiodano i ventidue compagni, altre vanno ricercate nelle corrispondenze di una ragazza di RadioGap rea di aver raccontato i movimenti della polizia durante i giorni tragici del G8.
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