Comunicato stampa del Genoa LEgal Forum sugli arresti del 4 dicembre 2002
From: carlo
COMUNICATO STAMPA 4.12.02
Gli arresti effettuati questa notte dalla DIGOS di Genova in esecuzione di provvedimenti di custodia emessi dal GIP rendono palese quale sia la linea che la Procura di Genova intende seguire sui fatti relativi al G8 del 2001. Non si comprende, innanzitutto, quali siano le esigenze cautelari che portano il GIP ad emettere tale ordinanza (seppur graduata nella gravità da persona a persona). Non appaiono sussistenti, infatti, nè il pericolo di inquinamento delle prove nè il pericolo di fuga, basti pensare che la quasi totalità degli arrestati di questa notte erano già stati avvisati più di un anno fa di essere sottoposti ad indagini per i fatti di Genova (alcuni, come i tre di Piazza Alimonda, addirittura erano comparsi spentaneamente pur sapendo di "guadagnarsi" in tal modo un'accusa di tentato omicidio). Nessuno di loro, tuttavia, ha pensato di andarsene, di scappare. Nemmeno Predonzani che, attrualmente a Berlino, aveva addirittura ritenuto opportuno informare il pm Franz dei suoi spostamenti. Neppure ci sembra attuale e giustificata la terza esigenza, il pericolo di reiterazione dei reati, sul quale, al contrario, punta il GIP in modo particolare. Di tutti, o quasi, gli arrestati si dice, infatti, quasi fosse un'aggravante, che avrebbero partecipato a tutte le successive manifestazioni "no global". In nessuna di queste, però, nonostante la loro asserita "indole violenta", avrebbero commesso reati o innescato scontri con le Forze dell'Ordine... Quindi? Viene da chiedersi quale sia il reale fine di queste ordinanze. Ancora non abbiamo chiarezza si questo. Quello che però evidente è che, pur non avendo la Procura di Genova sposato un'ipotesi associativa come quella cosentina, il lavoro oggi proposto non può dirsi esente da valutazioni ed implicazioni latamente politiche e di criminalizzazione del movimento che a luglio riempie le piazze genovesi. L'imputazione per devaztazione e saccheggio, ad esempio, comporta non solo la coscienza di muoversi collettivamente ma altresì la previsione di pene altissime (da 8 a 15 anni) laddove fatti simili sono sempre stati rubricati come semplici resitenze o danneggiamenti. Perchè oggi si recupera un reato sul quale è addirittura difficile trovare una sola pronuncia della giurisprudenza? Evidentemente il tentativa è quello di colpire in modo più pesante alcuni comportamenti se commessi nell'ambito di manifestazioni politiche. E questo si comprende altresì dal fatto che fra le prove portate a carico degli indagati e a sostegno delle esigenze cautelarisi ritrovano indagini DIGOS sull'appartenenza politica dei vari manifestanti e sulle loro attività nelle città di appartenenza. Così, essere vicino a Rifondazione Comunista o appartenente al Centro Sociale Pedro di Padova,sembrano diventare, di per sè, un'aggravante... Tutto questo, unito alla richiesta di archiviazione per Placanica di ieri, ci fa pensare che la tendenza della Procura di Genova sia esattamente quella contraria alle richieste di chiarezza, verità e giustizia che sono venute in questo anno non solo dal GLF o dal Movimento ma altresì da tutte le forze democratiche di questo Paese. Si tenta infatti di ridurre i fatti di Genova a singoli episodi scollegati, decontestualizzati. Si vede così la "resistenza" del singolo manifestante, senza allargare il quadro ed inserirvi l'attacco, ormai accertato, ad un corteo autorizzato e le violenze che ad esso sono seguite. Era quello che prevedevamo potesse accadere. Sarà quello che faremo di tutto per evitare.
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