narrazioni dalla palestina
Sono partito a mezzogiorno da Rafah,lasciando il mio cuore nella tenda di Brasil, dove ho trascorso le ultime nottate tra i soliti 'shooting' e le luci di natale che Luvisa ha comprato 2 giorni fa per rendere piu' festosa la nostra presenza(nonche' per renderci ancora piu' visibili ai tanks israel. e agli occhi dei soliti militari egizani che dall'altra parte del fottuto muro israeliano cantano le stesse cazzate ogni sera...).Mi mancano gia' moltissimo le stellate e la compagnia di Jenny,la fulva ragazza irlandese dal viso dolcissimo che ieri ha compiuto 28 anni e che rimarra' a Rafah ben oltre la campagna di interposizione civile dell'I.S.M..
Rafah e la gente che vi ho incontrato:ricordo perfettamente lo sguardo di tutti,compreso quello di Mansur mentre fuma cannoni con il sottofondo degli apaches,o quello lucido di Foad mentr mi racconta come hanno ammazzato il suo migliore amico(per strada mentre camminava); gli occhi vivaci di Jihan e del- le sue sorelle quando mi uccidevano quotidianamente con "Mustafa,ya Mustafa,ana baibbuka ya Mustafa...",una canzone a cui tutti a Rafah hanno dato un ritmo diverso(la prossima volta che ritorno in Palestina, alla domanda "what's your name?"rispondero' con il mio vero nome...). Ci sarebbe un lungo elenco di persone da citare,anche perche'molte storie ci hanno coinvolti in queste due settimane trascorse nella striscia di Gaza.
Persino le ossessionanti domande dei bambini mi fanno sorridere(adesso).
Mi trovo nello sgabuzzino del Faysal(adibito ad Internet-Point),pieno di sonno,humus e nostalgia. Domani,martedi' 14 gennaio,restero' qui a Gerusalemme/Al-Quds per spedire le ultime cose e per confermare il volo di ritorno per l'Italia. Verso mezzogiorno vorrei partire per il campo rifugiati di Deishah(Betlemme).In serata,se possibile,andro' a Balata a salutare Linus,Foad,Seif,...e la famiglia di Nablus che, una lunga notte di qualche sttimana fa, dovevo proteggere dalle incursioni israeliane. Mercoledi' 15 restero' a Nablus per fare poi ritorno al Faysal in serata. Giovedi' 16 e' il giorno che vorrei non arrivasse mai:h 05.35 ho il volo per Milano e alle 11.00 saro' a Venezia.
Stasera, al King Palace Hotel,ho incontrato Elisabeth:mi ha parlato di quanto sclerata sia la famiglia di Jihan dopo che le hanno ammazzato il padre il giorno in cui si stava per sposare.I pezzi di carne che le sono finiti in faccia mentre camminava al suo fianco sono stati un dettaglio che mi ha spinto ad affrettare l'uscita dall'hotel:Rafah mi manca moltissimo,ma le sofferenze dei suoi abitanti,il rumore dei tanks,i chek points e le case demolite mi hanno colmato anche di tristezza e frustrazione.
Non riesco a infilarmi nel sacco-a-pelo e penso alle due "tende di pace" che abbiamo installato a Brasil e Blok J con Nicola,Andrea,Luvisa e Jenny, a quanto siano servite alle famiglie delle zone per poter ritornare a chiacchierare intorno al fuoco all'aperto.Un piccolo evento che riempie di gioia. E' un esempio soddisfacente dell'importanza che la presenza di volontari internazionali ha nell'aiutare il popolo palestinese ad affrontare la soffocante occupazione militare da parte di Israele,e a riappropiarsi della propria vita,della propria terra.Ignorare la storia,quando la si conosce,e' una vigliaccheria. Non lasciamo soli i palestinesi!
stefano
P.S.:2 giorni fa,a casa di Jihan, ignoti ragazzini mi hanno rubato il cellulare con le sim cards palestinese e italiana!"Insa' al-khauf":ce sta l'e-mail...
|