Sabato 18 gennaio centinaia di migliaia di persone hanno protestato contro la guerra.
Sabato 18 gennaio centinaia di migliaia di persone hanno protestato contro la guerra. Da Tokio a Londra, a San Francisco, nelle principali città dei cinque continenti, sono scese nelle strade per protestare contro la presenza dei soldati Usa nell’area del Golfo.
Le manifestazioni più imponenti si sono tenute proprio negli Stati Uniti: Washington, San Francisco, Chicago, Tampa, come ai tempi delle dimostrazioni contro il Vietnam. E come allora sta crescendo lentamente ma in modo irreversibile il rifiuto verso un modo di concepire la politica internazionale che considera la violenza, sia guerra armata o guerra commerciale, come regola.
Decine di migliaia di persone di diversa età ed estrazione etnica hanno
sfidato le temperature glaciali di Washington e si sono raccolte pacificamente davanti al
Congresso per opporsi alla guerra e
chiedere pace e giustizia.
Nel gioco delle stime della della
partecipazione, la polizia ha parlato di 30.000 persone, mentre per gli
organizzatori il numero è 500.000. Molti osservatori indipendenti hanno
stimato che la partecipazione sia stata di circa 200.000 persone, il che
vuol dire che è stata circa due volte più ampia dell'ultima manifestazione
contro la guerra a Washington in ottobre.
L'evento a Washington è stato organizzato dalla coalizione International
ANSWER, che si è guadagnata la reputazione di organizzare delle iniziative
molto controllate e disciplinate.
Tuttavia, la manifestazione è diventata una manifestazione aperta a tutti
quando ha raggiunto il punto fissato di destinazione -- il lussuoso
Washington Navy Yard nel sudest -- perché l'amministrazione cittadina ha
rifiutato il permesso agli organizzare di montare il palco e il sound
system. Senza un punto di raccolta finale, la gente ha continuato a marciare
nelle strade ed è ritornata verso quel Parlamento che ha dato a Bush un
quasi-unanime appoggio per attaccare l'Iraq.
Il significato dell'evento è stato subito evidente. Forse per la prima volta
nella storia, un'imponente manifestazione contro la guerra si è mossa
liberamente davanti al parlamento, appropriandosi delle strade, senza
mostrare nessun segno di fermarsi.
Manifestazioni di protesta sono state organizzate anche in Medio Oriente e in
Turchia. A Beirut migliaia di persone hanno intrecciato bandiere irachene e palestinesi. Anche in Siria, a Damasco, centinaia di persone hanno bloccato il traffico contro quello che viene letto come un attacco americano a uno stato arabo. Ne centro de Il Cairo mille dimostranti hanno chiesto al governo egiziano di intervenire per bloccare l’accesso del canale di Suez alle navi che viaggiano verso l’Iraq.
A Rawalpindi, in Pakistan, è stata formata una catena umana.In Giappone, a Tokio, 4000 manifestanti si sono riuniti vestiti con gli abiti trdizionali.
In Europa, l’appuntamento per le manifestazioni contro la guerra è spostato al 15 febbraio. Diverse persone si sono riunite in Irlanda , Francia, Belgio, Germania, Olanda, Russia, Svezia, Inghilterra, Australia
In Italia si sono tenute manifestazioni a Roma, Saronno, Vicenza,Pisa
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